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di Antonella Sabia


A Natale, sotto l’albero, non sempre si desiderano regali, talvolta i desideri più grandi sono quelli rivolti alle proprie comunità. E se pure sono trascorsi solo due mesi dal suo arrivo presso la Parrocchia Santa Maria della Speranza di Bucaletto, don Luigi Sarli, sembra avere idee molto chiare su quali sono le necessità del quartiere. E dopo mesi e mesi di lavoro, inizia a prendere forma la nuova chiesa di quartiere, come mostra la foto di un utente Facebook.

d: Quale “regalo” vorrebbe trovare nella nuova chiesa? Qual è il suo auspicio?

r: …che la gente ritrovi la fede. Sono arrivato da poco, ma sapete meglio di me, Bucaletto è un quartiere un po’ particolare, con il passare del tempo lo sto vivendo da vicino. Mi piacerebbe però che le persone si riavvicinassero al vero senso del Natale.

d: Da quanto tempo è parroco a Bucaletto?

r: Ho fatto ingresso a Bucaletto il 12 settembre.

d: Cosa ha trovato al suo arrivo? La chiesa si è svuotata dei suoi fedeli?

r: C’è sicuramenteuno scollamento tra la parrocchia e la comunità, è una delle cose che ho notato sin da subito. La gente è sfiduciata e recuperarla non sarà facile. Sto cercando di fare un lavoro di ricucitura, ma ci vuole tempo.

d: Quanto sarà importante avere un nuovo luogo di aggregazione, in un quartiere troppo spesso alla ribalta delle cronache?

r: Credo che la parrocchia, almeno per come è concepita da parte nostra, potrebbe essere un buon contenitore, e non solo, potrebbe essere un punto d’incontro. A Bucaletto, se vogliamo, non c’è un posto dove potersi ritrovare, e questo è spaventoso.

d: Tra quanto tempo, quindi, sarà consegnata la Chiesa?

r: Contiamo di poter entrare nella nuova Chiesa molto prima di Pasqua. Speravamo di fare in tempo per questo Natale, ma purtroppo non riusciremo perché bisogna risistemare gli esterni e con questo tempo è sicuramente difficile. Inoltre sarà necessario effettuare tutti i collaudi del caso, trattandosi di un edificio pubblico.

d: Possiamo dire che la nuova Chiesa segnerà un nuovo inizio per il recupero dell’intero rione?

r: Credo di sì, la Chiesa ha investito in questo e ci crede fermamente. Adesso aspettiamo le Istituz

 

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di Walter De Stradis

 

 

 

 

Ci par di capire che la sua passione per i buoni sigari è seconda solo a quella per la politica, ma a sentir parlare l'avvocato Nicola Casino, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Matera, l’arrosto (politico) gli piace molto più del fumo.

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Ho sempre avuto una grande passione per la politica, quella nobile, che si occupa del sociale e che cerca di offrire delle soluzioni. Queste ultime le troviamo nel confronto e nell’ascolto.

d: Suo padre Michele è deputato e dunque la politica è una passione di famiglia: per lei è più un privilegio o più una responsabilità?

r: Se si agisce sempre con autonomia e libertà di pensiero, avere un padre che si occupa di politica a livelli ancora più alti è solamente un vantaggio. E’ inutile negare che la mia passione nasce in un contesto familiare, fatto di tanta trasparenza (e ce ne vantiamo), che ci consente di guardare sempre negli occhi i nostri elettori e i nostri concittadini. E’ una cosa che non ha prezzo, mi creda.

d: La provoco un po’: questa amministrazione comunale può guardare dritto negli occhi i cittadini materani?

r: Sarei miope e ingiusto se le dicessi che governare una città è facile -specie a distanza di un solo anno dall’insediamento- risolvendo tutti quei problemi che negli ultimi decenni hanno incancrenito Matera. Bisognerebbe dunque aspettare più tempo per dare giudizi, ma se dovessi dare un valore allo stato attuale, sarebbe negativo. E’ stato sbagliato l’approccio, sono mancate le condizioni. Ma noi ce ne accorgemmo sin da subito che c’era stato questo cortocircuito coi cittadini. Bennardi e i suoi, sui palchi, si erano schierati per la trasparenza e contro i privilegi della “casta”, e contro il nepotismo al potere; tuttavia lo stesso sindaco eletto, sin dalle primissime battute, ha posizionato esclusivamente suoi fiduciari nel suo staff e negli organi di vertice amministrativo e politico. In alcuni casi determinate nomine sono state anche “filtrate” da bandi pubblici. Mi spiego: certe scelte possono certamente essere affidate alla discrezionalità, ma allora ritengo scorretto e ingiusto ricoprirle con un mantello di trasparenza e di partecipazione aperta a tutti, che sono ben altra cosa. Questi concetti implicano parità di condizioni a tutti gli interessati a un bando, ma questo in determinate circostanze a mio avviso non è avvenuto. Ma tutte queste distonie le ho già, e più volte, segnalate in alcune sedute di consiglio comunale molto accese, di cui vi invito a guardare i video. Per rispondere alla sua domanda: questa amministrazione no, non può scendere giù nel corso e guardare i cittadini dritti negli occhi. Perché i cittadini sono delusi. E il test della piazza non fallisce mai.

d: Il primo cittadino non sarà certamente d’accordo con lei, in quanto rivendica trasparenza e chiarezza, e tuttavia c’è anche chi ritiene che, se le cose davvero non vanno bene in città, dipende anche da voi, che avete “sbagliato” il vostro candidato sindaco.

r: Non sono d’accordo, anzi ringrazio tutti quelli che hanno messo a disposizione loro stessi e le loro capacità per il centrodestra, il candidato sindaco in primis. Il fatto è che si sono verificante determinate circostanze che hanno dato spazio a ragionamenti populistici, sposati da chi oggi governa la città. Bennardi in campagna elettorale ha promesso di risolvere il problema della sanità, ben consapevole che è materia della Regione Basilicata. Più populismo di questo!?

d: A voi dell’opposizione non piace neanche il fatto che il sindaco abbia trattenuto per sé la delega al turismo, come fosse una qualche moneta spendibile (cioè una delega che egli può sempre affidare a qualcuno, se messo alle strette) nell’evenienza di un’ulteriore crisi di giunta. Tra l’altro, dite voi, senza realmente affrontare la questione turismo, nel merito.

r: Ma guardi che la crisi, seppur apparentemente rientrata, oggi è ancora più acuta: il 30% degli assessori, ovvero gli azionisti pubblici di questa giunta, appartiene al passato, cioè alle precedenti amministrazioni. E’quindi un grosso problema per Bennardi, che non potrà più –come ha fatto fino a ieri- scaricare tutte le responsabilità su chi ha governato prima di lui. Quel passato oggi siede alla sua destra, e Nicola Casino sarà sempre lì a ricordarglielo.

d: L’alibi di gettare la croce su chi c’è stato prima pare però anche un’abitudine del suo centrodestra, attualmente al governo della Regione.

r: Guardi che è l’alternanza politica che salva i popoli dalle dittature e posso dire che dopo trent’anni di governo di centrosinistra, forse era giunto il momento di cambiare. E’ così è stato. Addossare però tutte le responsabilità –o tutti gli elogi- non è cosa agevole, occorre analizzare i problemi alla radice. Oggi posso dire che Bardi ha contraddistinto ogni sua azione con grande serietà, trasparenza e con grandi doti politiche. Non sarebbe facile per nessuno governare una regione dopo trent’anni di centrosinistra.

d: Credo sia il primo, fra tutti i nostri intervistati, che riconosce al Generale anche “grandi doti politiche” (oltre alla serietà, il rigore etc.).

r: La politica ha un suo galateo e i anche sondaggi ci dicono che i populisti, gli urlatori di piazza, hanno vita corta. Bardi e Forza Italia tutta non hanno mai urlato, ma hanno altresì espresso i valori della moderazione, del cattolicesimo, della cristianità, che a mio avviso sono serviti a portare un po’ di pace in questa regione.

d: Ho capito che le piace “lo stile Bardi”, ma…

r: E’ una persona seria, che ha un approccio alla vita pubblica di derivazione militare.

d: Ma secondo gli oppositori è proprio questo il suo limite: è abituato forse a dare ordini, quando anche lei ha riconosciuto che un politico deve dialogare e condividere.

r: Da ADDETTO ai lavori le posso dire che la condivisione c’è, e che Bardi pondera e dialoga tanto, ma è chiaro che non tutto quello che fa si viene a sapere, e che c’è sempre un’opposizione pronta col fucile spianato. Il fatto è che certe sue scelte non piacciono a chi magari è stato divelto, anzi scardinato, dalla propria “postazione”: non mi sembra che Bardi abbia coinvolto –anche nelle scelte assessorili- persone che in passato erano nel centrosinistra. Non dimentichiamo che nel 2019 le elezioni regionali si sono svolte dopo un’indagine su questioni bruttissime, che ha segnato le vite politiche di tanti personaggi della nostra regione (sono un garantista e bisogna certo attendere le sentenze, il mio è dunque solo un giudizio politico) e che prima ancora nel 2013 si era andati al voto a causa di Rimborsopoli. Come dicevo, in quanto garantista credo anche che queste persone (così come hanno già fatto alcuni di loro), nelle sedi opportune riusciranno a dimostrare la loro innocenza, e la loro estraneità ai fatti. Però è anche vero che il centrosinistra aveva costruito un certo sistema NELL’ARCO DI TRENT’ANNI, le cui fondamenta non vanno cercate solo in chi ha governato negli ultimi anni, ma soprattutto in persone che probabilmente non esercitano più la politica da anni, e alcuni di loro magari sono addirittura scomparsi.

d: Lei sarà d’accordo, però, che quello del passato storico è anche un “alibi” che prima o poi deve fare il su corso.

r: Come no. So bene che come centrodestra saremo chiamati sui palchi a dare risposte sul nostro operato, ma sono convinto che parleremo compiutamente di azioni di governo. Dal canto mio battaglierò sempre per la legalità e la trasparenza. Chi sbaglia deve chinare il capo, chiedere scusa e andare a casa. Ma finora in Basilicata così non è stato.

d: A proposito di legalità: i soldi del Pnrr possono suscitare appetiti pericolosi, specie in una città lanciatissima come Matera?

r: Certo. Bisognerà attivare immediatamente l’antifurto delle nostre coscienze. Il Pnrr convoglia il 40% del suo capitale risorse al Mezzogiorno, e quindi tutte le nostre idee POSSONO diventare progetti. Il Sud questa volta viene visto come un traino, non come un peso. Il nostro dovere grande è però quello di porre attenzione e di denunciare –anche col confronto politico- ciò che non sta andando per il verso giusto. Inoltre sarebbe un furto alla comunità far tornare indietro queste risorse. Fra un anno non vorrei ritrovarmi qui con lei a parlare di “opportunità mancate”.

d: Ma le attuali “opportunità mancate” di Matera quali sono?

r: La Fondazione Matera Basilicata 2019 a oggi, di fatto, è un contenitore vuoto. L’agognato sviluppo figlio delle attività culturali non c’è stato, e si continua a improvvisare. Ma ce ne accorgemmo sin da subito. C’è stata una dispersione di risorse in eventi secondari, in bande, scorribande e feste di quartiere. Eppure le periferie di Matera rimangono “periferie sociali” (in ambito trasporti, servizi minimi, farmacie). Purtroppo la dispersione delle risorse è un fatto storico, a cui ahimè siamo abituati. Pensi che il nuovo calendario degli eventi natalizi ignora totalmente le periferie!!!

d: Se potesse prendere il sindaco sottobraccio cosa gli direbbe?

r: Gli suggerirei immediatamente di sganciarsi dai ricatti dei partiti, specie di quelli del “passato”, interessati esclusivamente alle poltrone della giunta. Gli consiglierei dunque di occuparsi meno di politica e più dei problemi della città, condividendo molto, ma molto di più.

d: E al governatore Bardi?

r: Gli consegnerei di non fermarsi in questa sua azione di coraggio.

d: Cosa ne pensa delle polemiche sui “napoletani” da lui nominati?

r: I passati governi, con male-pratiche e mala-gestio politiche, ci hanno portato alla rovina, e quindi ben vengano anche i milanesi, i toscani, i friulani -laddove muniti delle giuste competenze- affinché si possa avviare il cambiamento che i lucani hanno chiesto nelle urne.

d: Il libro che la rappresenta?

r: “Con i piedi nel fango” di Gianrico Carofiglio.

d: Il film?

r: Siccome non sono campanilista, ma addirittura fazioso, consiglio a tutti l’ultimo 007 girato a Matera.

d: La canzone?

r: Adoro Claudio Baglioni, ma a me e alla mia ragazza piace molto “Albachiara” di Vasco Rossi.

d: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

r: Una citazione (da Dante – ndr): «Camminò con una lanterna in mano, ma per illuminare il cammino di chi lo seguì».

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di Walter De Stradis

 

 

 

Su una parete della segreteria al centro medico Kos a Potenza, sono incollati diversi “post-it” con i suoi “aforismi”. Uno di questi recita: «Oltre alla cipolle che fanno piangere, bisognerebbe inventare quelle che fanno sorridere».

Settantatre anni portati in maniera invidiabile, occhi azzurrissimi, il dottor Giambattista D’Andrea –aviglianese di razza- è un noto pediatra del capoluogo, ma è stato anche giudice onorario al Tribunale dei Minori, nonché, in tema “vaccini”, Coordinatore Regionale della SIAIP (Società italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica).

Come si accennava in apertura, ha però un certa propensione letteraria (è già al secondo volume della sua raccolta di racconti e poesie, “AntoloGianni”) ed è un realizzatore seriale di presepi (in stile napoletano). L’ultimo di questi suoi allestimenti “tematici” (in un vano del suo appartamento, nel quale vengono invitati parenti e amici) è dedicato al vaccino anti Covid: i suoi re magi, zampognari e pastorelli indossano tutti la mascherina o esibiscono il green pass. E oltre alla capanna della Natività, c’è anche la nostrana, famosa, tenda del Qatar…

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Mi sono laureato a Bologna e facevo il medico generico a Cortina D’Ampezzo, ma a un certo punto ho preferito tornare nella mia terra, a cui sono legatissimo. Per me è un principio fondamentale che la sanità lucana sia affidata a LUCANI, perché spesso i “trapianti eterologhi” (ovvero fra soggetti che sono diversi - ndr) non attecchiscono. E spesso la Basilicata è stata terra di conquista.

d: Velatissimo riferimento alle nomine “napoletane” di Bardi...

r: Esattamente. Ci succhiano il sangue e se ne vanno, e noi siamo sempre più poveri. Non è un caso che io mi sia interessato molto all’istituzione della facoltà di medicina in Basilicata, a cui sta lavorando il dott. Maroscia e in merito alla quale anche il dottor Cannizzaro si era molto speso (era un suo pallino).

d: Uno dei suoi (tanti) pallini invece è quello di fare presepi “tematici”.

r: Una passione che nasce da mio nonno, aviglianese e ciabattino, che mi coinvolgeva sin da bambino. Dal canto mio, sono ormai quarantun anni (da quando è nato mio figlio, che ora lavora al Gemelli) che faccio presepi “a tema”. Ne feci uno sulla tragedia del ponte Morandi, con tanto di pupazzetti “morti” a terra, e ne ho fatto anche uno sui bimbi migranti scomparsi in mare.

d: Sempre drammatici?

r: Sempre “a tema”: nel mio presepe dello scorso anno c’erano soltanto animali in libertà, a significare la loro ri-conquista dello spazio vitale, sovente sottratto dall’Uomo, che invece in quel momento si trovava chiuso in casa.

d: E quest’anno il tema è la vaccinazione (e green pass annesso).

r: Io sono medico vaccinatore, ho cominciato nel 1980, sono stato un antesignano della vaccinazione contro il morbillo. Quest’anno per il presepe ho scelto questo tema, che è fondamentale: il vaccino è L’UNICO MODO per venir fuori dalla pandemia. Ci dobbiamo vaccinare tutti.

 

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d: Quindi lei propugna l’obbligo vaccinale.

r: Certo. Tuttavia so bene che è difficile convincere i No Vax.

d: Non si può certo generalizzare, ma lei che spiegazione si dà di certi atteggiamenti, sostenuti anche da persone di una certa levatura culturale, che facilmente scivolano nella teoria del complotto? Su cosa si regge in realtà il rifiuto del vaccino?

r: Nelle farmacie ci sono file di persone in attesa di fare il tampone, pur di non fare il vaccino. Credo che sia gente con delle idee ben precise, versata in tutta una cultura contraria alla vaccinazione, difficilissima da estirpare.

d: Un’avversione  “a prescindere”, insomma.

r: Sì, ma così come io non mi metto a dare dei consigli a un artigiano su come fare un tavolo di legno, allo stesso modo loro dovrebbero ASCOLTARE i suggerimenti di chi somministra vaccinazioni da una vita e sa che soltanto in questa maniera oggi ce la potremmo cavare.

d: L’avversione al vaccino è dunque spesso un’idiosincrasia, una fobia?

r: No. E’ una cosa che si è costruita negli anni ed è strutturata. Queste persone sono irriducibili: soltanto se vengono toccate direttamente dalla malattia -e neanche sempre- possono ravvedersi.

d: Siamo alla somministrazione delle Terze Dosi: il presidente della Regione sciorina numeri e primati sui social: lei che voto dà alla gestione dell’emergenza sanitaria in Basilicata?

r: Io mi sono fatto la terza vaccinazione da poco e ho notato un’organizzazione perfetta, l’Asp diretta dal dottor Bochicchio è all’altezza della situazione.

d: Però in tv abbiamo visto che a Matera hanno chiamato la polizia...

r: Non mi posso esprimere sulla situazione in quella città, ma su Potenza, ripeto, sono rimasto entusiasta, ed era di sabato, in presenza di una pletora di gente!

d: Torniamo alla facoltà di medicina, lei citava il dottor Maroscia, suo collega al KOS, ma se potesse dare un suo sommesso consiglio a chi se ne sta occupando ...?

r: Direi di scegliere come tutor le professionalità del posto; di non farsi abbindolare da quei professori universitari (di fuori) che magari non hanno mai posato le mani sull’addome di un ammalato. E’ chiaro comunque che abbiamo bisogno di alcune professionalità esterne, perché qui non tutto c’è. In Basilicata, ad esempio, abbiamo validissimi chirurghi pediatri (come il dottor Caiazzo, eccezionale), ma pensi che non c’è ancora la rianimazione pediatrica! E tocca rivolgersi a Napoli…L’anno scorso ho seguito centootto bambini col Covid, di questi uno solo ricoverato per una miocardite, un “bambino dalle mani rosse”. Mi ha dato l’ispirazione per un nuovo racconto da inserire nel mio prossimo “AntoloGianni”.

d: Il primo di questi suoi libricini parla di violenze sui minori.

r: Di bambini maltrattati. Ho anche fatto il giudice minorile per dieci anni e sono stato in Corte d’Appello per altrettanti, e ne ho viste di tutti i colori.

d: Si può tracciare un qualche bilancio sui maltrattamenti?

r: Direi che i nostri dati sono in linea con quelli nazionali…

d: Leggo che ha addirittura un master in “Investigazioni criminali per i delitti mostruosi”.

r: Sì, è attinente ai cosiddetti “baby killer”. Sono stato col professor Bruno e qualche anno fa lo feci venire a Potenza per un convegno.

d: In Basilicata non mi sembra ci sia una realtà in questo senso… o no?

r: (Silenzio). Queste situazioni ci sono dappertutto. Il termine “baby killer” si riferisce anche ai ragazzi di 16-17 anni. Comunque, la mia esperienza giudiziaria è ormai conclusa. Dopo vent’anni di indagini su situazioni patologiche -in famiglia, serie- ho detto basta, sono cose difficilmente digeribili.

d: Torniamo alla sanità e alla politica: l’assessore regionale al ramo, Leone, è un suo stimato collega pediatra. Che voto gli dà come politico?

r: Sui colleghi non mi esprimo mai. E non ho preso in considerazione la sua posizione politica.

d: Ma se potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?

r: Il presidente della Regione ha origini prossime alle mie, essendo di Filiano. Ergo, dovrebbe essere più “Filianese” e meno “Napoletano”.

d: Però Bardi stesso ha detto che questo tipo di discorsi (al pari di quelli relativi alle sue nomine “campane”) sono di cattivo gusto.

r: Ma secondo lei chi si può interessare con passione e con amore alla Basilicata??? Soltanto uno che ha il cuore qui!!! Prenda il San Carlo, ove ho lavorato fino al 1995: molti direttori venuti da fuori, dopo due o tre anni se ne sono andati, a scapito degli attuali! C’è stata insomma gente che è venuta qui per acquisire punteggio e poi è andata via, lasciando un vuoto. Se lei ricorda, ad esempio, in un’intervista al suo giornale in tempi non sospetti ebbi a dire –e fui facile profeta- che l’operazione “Bambin Gesù” sarebbe stata un fallimento. Ripeto: “i trapianti eterologhi” non funzionano!

d: Su uno dei suoi libri c’è questa intestazione “Ai miei bimbi tutte le caramelle del mondo”.

r: Alla fine della visita ai miei piccoli pazienti regalo sempre caramelle speciali, senza coloranti e senza conservanti. Sono molto felici e non piangono durante la visita, perché sanno che avranno questo “premio”.

d: … e la Basilicata di quale “caramella” avrebbe bisogno in questo momento?

r: Di una valorizzazione turistica. Potenza potrebbe essere promossa al pari di Matera, magari inventandosi (tipo Arezzo) dei weekend con mercatini particolari. Magari una volta al mese si potrebbe allestire una “Fiera del Giocattolo”.

d: La canzone che la rappresenta?

r: Una qualsiasi di Vasco Rossi, sono tutte belle. Di recente è comparso in una storia con Dylan Dog (io leggo anche molti fumetti).

Il film?

r: Ultimamente mia moglie mi ha fatto vedere un film su Leopardi (“Il giovane favoloso” - ndr), ed è stato un polmonazzo! (Risate)

d: Il Libro?

Consiglierei l’ultimo che ho letto: “Come torturavano nelle SS”. Oggi si parla tanto di fascismo, e allora è bene ricordarsi cos’è r: la mostruosità.

d: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

r: La frase di prima, e l’ho anche già raccomandato ai miei figli: «Lascio ai miei bimbi tutte le caramelle del mondo».

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di Antonella Sabia

 

 

“L’era del colonialismo è finita da molto tempo”: è l’urlo a gran voce dell’avvocato Leonardo Pinto, presidente onorario dell’Associazione Nuova Sanità e Benessere, contro ENI e TOTAL, “assenti ingiustificati” al convegno che si è tenuto negli scorsi giorni a Stigliano (Mt) alla presenza del governatore Bardi, che aveva come tema la tutela dell’ambiente e della salute, che in nessun modo possono essere disgiunte.

Viviamo in una regione dove c’è una presenza molto forte delle compagnie petrolifere, e questo convegno si è reso necessario non per fare una passerella di natura politica o per acquisire consensi, ma è stata una giornata di studio per comprendere se è possibile far convivere le estrazioni petrolifere con la tutela della salute e dell’ambiente e, nel caso, a quali condizioni”, ha affermato l’avvocato Pinto.

Tra i relatori il dottor Giambattista Mele che ha svolto una magistrale relazione sugli effetti nefasti delle estrazioni degli idrocarburi su salute e territorio. Non impressioni personali, ma una relazione fondata su documenti, analisi su dati precisi che nessuno ha confutato. “Come presidente onorario dell’ANSB ho invitato ripetutamente ENI e TOTAL ad essere presenti, in tutta risposta è stata confermata l’impossibilità a partecipare, ma è stato sottolineato che la tutela della salute e dell’ambiente sono condizioni imprescindibili del loro operato. Contesto fermamente la loro assenza perché sarebbe stata l’occasione di confrontarsi sui dati, anche alla presenza del Procuratore Distrettuale Antimafia Francesco Curcio, che ha la competenza in materia di disastri ambientali, e del presidente della regione Vito Bardi, che ha responsabilità politiche e istituzionali in materia di estrazioni petrolifere”, ha continuato Pinto.

Presente anche il vescovo di Tricarico, Monsignor Intini, che ha invitato i lucani a diventare protagonisti del loro futuro e della tutela dell’ambiente; su questa materia anche la Chiesa è chiamata a prendere posizioni in linea con quanto affermato da Papa Francesco.

Il tema della tutela della salute e dell’ambiente è ineludibile e dalla relazione del dottor Mele è emerso un aumento delle malattie tumorali come conseguenza delle attività estrattive. La finalità del convegno è stata proprio quella di “suonare la sveglia alla politica e alle istituzioni” per cercare ciascuno, nell’ambito delle proprie funzioni, di adempiere agli obblighi istituzionali, dai quali non ci si può discostare.

L’iniziativa di ANSB ha avuto successo per il tema, per la presenza qualificata dei relatori, suscitando enorme interesse pubblico, con una partecipazione corale di sindaci. Ferma la critica dell’Avvocato Pinto anche ai direttori delle Aziende Sanitarie Locali e ai parlamentari, assenti, mentre tra gli assessori regionali, presenti solo Braia, Perrino e Quarto. “Questo la dice lunga sull’interesse della classe politica lucana, nei confronti di problematiche che riguardano la comunità e il futuro della Basilicata, che guarda caso è la regione più ricca d’Italia, ma al tempo stesso tra le più povere d’Italia ed Europa. Abbiamo stigmatizzato fermamente l’assenza di TOTAL ed ENI che si sono sottratte ad un confronto di grande interesse pubblico e sociale: se pensano di poter continuare a fare i loro comodi senza rendere conto a nessuno, sbagliano di grosso”, ha concluso Pinto.

Il grande successo riscosso dall’iniziativa, è solo il primo passo dell’Associazione Nuova Sanità e Benessere verso più importanti iniziative che si organizzeranno nei mesi a venire. È in gioco il futuro di una regione che ha la fortuna di avere tante ricchezze, dalle quali però non si riescono a trarre grandi benefici, e che molto spesso rappresentano causa di malessere comune, come ANSB ha dimostrato in più occasioni e numeri alla mano.

 

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di Walter De Stradis

 

 

 

Da Di Toro a Di Nitto: la cittadinanza di Rionero in Vulture (Pz) ha da poco scelto il suo nuovo, primo cittadino: un giovane avvocato (trentasette anni, con esperienza già da consigliere comunale) eletto con una coalizione di centrosinistra, che pare piuttosto attento allo scorrere delle lancette sul quadrante delle opportunità, vecchie e nuove, che si affacciano sul suo territorio e sulla Basilicata in generale.

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Provo umilmente a ispirarmi a una filosofia secondo la quale siamo tutti su questa Terra per provare a migliorare le condizioni di vita degli altri. Di conseguenza la mia passione per la politica è storia vecchia.

d: Oggi è sindaco della sua città, nota per un ardore “brigantesco” che in qualche modo permane.

r: Questa è una città notoriamente vivace, anche culturalmente, in cui a volte si manifestano anche dinamiche conflittuali, ma questo fa parte del mio lavoro, e cioè ridurre i contrasti che possono paralizzare alcune situazioni e lavorare insieme per sviluppare i portatori di queste grandi potenzialità, che sono tutti i cittadini rioneresi. Io credo che Rionero, come altri comuni lucani, abbia già in sé le risorse necessarie.

d: Il problema però può essere proprio questo: dover amministrare in presenza delle risorse, e non in assenza di esse. Avverte su di sé una qualche responsabilità in merito a un tema particolare?

r: Nessun dubbio: la nostra ricchezza ambientale. Il materiale (la ruralità, la montagna…) per pensare a un contesto di sviluppo innovativo dunque c’è, e va messo a valore. Veniamo da decenni in un cui la valorizzazione di queste risorse non è stata ottimale.

d: Basti pensare ai laghi di Monticchio.

r: E non solo. Veniamo comunque da giorni di discussione con gli altri sindaci e con il Parco: stiamo provando a cominciare a costruire le nuove strategie di sviluppo di un’area, a partire dal dialogo coi cittadini. Servizi culturali e turistici: in generale, ritengo che l’altissimo livello di scolarizzazione e la possibilità di rimettersi in contatto con talenti che al momento suono fuori regione siano valori da tenere in considerazione, sempre in un ambito di ripensamento, partecipato, di quelle strategie di sviluppo.

d: Che tipo di macchina amministrativa ha trovato al momento del suo insediamento? Immagino che una delle questioni sia la carenza di personale.

r: E’ in effetti un problema generale, se il sindaco di Melfi mi dice di essere in una certa situazione e se persino il sindaco di Napoli chiede a gran voce risorse umane. Tutti i comuni come il nostro sono molto sotto-organico, a causa di pensionamenti (quota 100 e altro), e dell’arrivo a scadenza di tutte quelle assunzioni fatte nel post Terremoto. Le procedure per le nuove assunzioni sono quantomeno complesse, c’è dunque bisogno di una semplificazione, altrimenti si rischia tutti –specie in Basilicata- che il famoso Pnrr, ovvero la “Bibbia” dei prossimi anni, rimanga per lo più lettera morta. Abbiamo dunque la necessità di sostituire del personale: stiamo deliberando gli ultimi atti possibili entro l’anno, ma confido nello snellimento generale delle procedure. C’è però un grande tema, che ho toccato con mano già dai primi giorni: in molti casi le inefficienze sono imputabili anche a deficit organizzativi. La macchina va ripensata e la digitalizzazione della PA può essere un grande strumento di accelerazione delle procedure, ma va riempito di contenuti.

d: Il tema della burocrazia nella PA è fondamentale, l’attività politica può essere in effetti rallentata da eventuali “ostacoli” amministrativi...

r: Esatto. La parte tecnica e la parte politica devono poter comunicare in maniera fluida. Per la verità io ho la fortuna di avere responsabili di servizio bravissimi, ma certo vanno ottimizzate tutta una serie di procedure.

d: Può accadere che degli impiegati o dei funzionari si siano “affezionati” troppo al sindaco di prima?

r: Possono accadere tante cose, ma generalizzare è ingiusto e scorretto. Io penso che ci sia piuttosto un eccesso di burocratizzazione che connota il sistema in generale. A volte dietro tutto ciò spesso si nascondono anche gli strumenti che determinano in alcuni casi forti e “insperati” rallentamenti, e in molti altri casi la paralisi di cui parlava lei, a fronte di una buona volontà, ma di una scarsa possibilità di attuarla. Il tutto si riflette sui servizi al cittadino. Questo è l’aspetto a proposito del quale nel mio municipio ci sarà un giro di cambiamenti rapidi.

d: Una cosa come quella che sta facendo Bardi alla Regione coi suoi dirigenti?

r: No (sorride). Noi non siamo sottoposti allo “spoil system” come alla Regione. Alcuni aggiustamenti sono determinati più che altro dai pensionamenti etc.  

d: Veniamo sui temi: c’è ancora la preoccupazione di evitare, i più volte paventati, presunti e/o futuribili depotenziamenti del Crob?

r: Dovrebbe essere una preoccupazione di TUTTA la regione, che il Crob venga messo in condizione di lavorare sempre al meglio e con standard sempre più ambiziosi. Anche nell’ottica di ridurre i saldi passivi della sanità lucana, che ahimè riguardano sovente proprio le patologie oncologiche.

d: Non mi ha detto però se c’è da preoccuparsi.

r: Mmm, mi arrivano segnali discordanti. Su certe cose c’è sempre da preoccuparsi, ma non mi pare comunque che ci siano atti concreti e precisi che vadano in quella direzione. Non credo sempre alla politica dello scippo e rifuggo totalmente dall’idea che ci sia qualcuno che voglia depotenziare il Crob: sarebbe una cosa del tutto irragionevole per la sanità lucana. Significherebbe mandare all’aria anni di lavoro: la Regione ha investito milioni di euro nel corso degli anni, e magari in molti casi si è peccato di eccessiva ingerenza. Allo stato attuale mi auguro che le ingerenze sulla gestione del Crob si riducano e che ci si concentri invece costantemente sugli standard qualitativi delle prestazioni.

d: Anche perché molti dei soldi investiti nella sanità (Crob compreso) vengono dal …petrolio. Sembra un cane che si morde la coda.

r: Il fatto è che il bilancio della Regione si regge sulla royalties, che hanno finito per finanziare parti di spesa corrente, ovvero il calderone generale (che comprende università, sanità…), senza però risolvere nessun problema in ambito sviluppo. Io su questo ho sempre avuto un’altra idea: canalizzare quelle risorse –visto che le concessioni ci sono e ci rimarranno- per costruire una strategia e soprattutto un “modello” sul piano energetico (coniugando massimo pregio ambientale, energie rinnovabili, alternative, riduzione di emissioni in atmosfera).

d: Quale “cancro” lucano nessun Crob potrà mai estirpare?

r: Il nostro atavico complesso di inferiorità. In molti ambiti (industria, turismo, attività produttive, agroalimentare) abbiamo la tendenza a guardare e a replicare ciò che fanno altri, a scapito delle nostre peculiarità, come le nostre risorse enogastronomiche. In questa nuova fase globale ci sono inoltre nuove e inedite opportunità per regioni come la nostra. Ma ahimè a livello regionale NON si discute dello sviluppo di questa regione. Vede, è purtroppo profetizzabile una qualche crisi allo stabilimento e/o nell’area di San Nicola di Melfi. La Regione Basilicata ha istituito un tavolo permanente, ma che lavora pochissimo, laddove invece occorrerebbe riunirsi con costanza. Bisogna chiamare in causa anche il Ministero dello Sviluppo Economico! Se, come sembra, le nuove strategie industriali di Stellantis potranno implicare un calo dei volumi occupazionali, bisognerà immediatamente capire come reinserire chi è rimasto fuori in un processo di sviluppo continuato e integrato. Bisogna parlarne e stare seduti a un tavolo, però!

d: In attesa che Bardi faccia sapere chi saranno i nuovi assessori, se ci saranno.

r: E in effetti penso ci sia un grandissimo limite sotto questo aspetto. Mi pare ci sia un eccesso di “politicismo” e una rarefazione di “politica”. Bisogna calarsi sui temi! Il centrodestra al governo della Regione non sembra aver una strategia ben chiara da attuare, ma a –onor del vero- il centrosinistra è in una fase di sbandamento forse anche più grave. Il Pd a breve va a congresso, ma non mi sembra di aver letto discussioni appassionate sui temi. E’ una questione che però riguarda un po’ tutte le forze politiche. La politica non può tardare ancora nel tentare di invertire un processo che crea anche un preoccupante scollamento e scontento nei cittadini (nonché tendenze aggressive e razziste).

d: Se potesse prendere Bardi sottobraccio cosa gli direbbe?

r: Senza sembrare campanilista, di puntare molto su questa parte del territorio lucano, che nel corso degli anni ha scontato un po’ di dis-investimento da parte della Regione, che si è concentrata perlopiù su Matera, Metapontino, Maratea, Castelmezzano e Pietrapertosa. Ne sono usciti fuori anche bei risultati, ma ora bisogna completare questa operazione, mettendo il Vulture nella condizione di potersi raccontare all’Italia e al Mondo (ne va comunque di un pezzo del destino regionale). E poi direi a Bardi di avviare una grande fase di partecipazione e di condivisione: a me sfugge qual è la visione strategica e unitaria della Basilicata che si vuole. Se qualcuno me la spiega, ne sarei contento e soddisfatto.

d: Il libro che la rappresenta?

r: “Essere o avere” di Erich Fromm.

d: La canzone?

r: Voglio citare un intero album, “Non al denaro non all’amore” di De Andrè.

d: Il film?

r: Ce ne sarebbero troppi da citare.

d: Mettiamo che fra cent’anni scoprono una targa a suo nome al Comune di Rionero: cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

r: Mah, non tengo granché alle targhe, ma mi piacerebbe che nell’immaginario diffuso mi si riconoscesse che non sono sceso a compromessi con me stesso.  

 

 

 

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di Antonella Sabia

 

 

Noi un giro nelle scale mobili più lunghe d’Europa ce lo siamo fatto, e per poco non ce la facevamo “sotto”! Scherzi a parte, non abbiamo avuto la necessità di utilizzare i servizi pubblici, ma come testimoniamo le foto, e come più volte negli anni segnalato dai cittadini, lungo il percorso abbiamo incontrato quasi solo porte serrate e cartelli “Guasto”. Ad onor del vero, gli unici servizi aperti li abbiamo incontrati al “capolinea” di Santa Lucia, seppur uno solo "per genere" e anche abbastanza fatiscenti.

Si tratta di un problema che va avanti ormai da diverso tempo, ma non è l’unico disagio che si incontra percorrendo le varie tratte: tante le rampe ferme in discesa, e in alcuni tratti anche in salita, che diventano un vero e proprio problema per chi, un po’ in là con l’età, sceglie di muoversi con gli impianti meccanizzati. Che poi è quello che a gran voce hanno più volte chiesto gli amministratori, usare bus e scale mobili per muoversi in città e attenuare il traffico automobilistico. Tutto giusto e condivisibile, ma dovrebbero funzionare!

Abbiamo chiesto ai lavoratori della ditta che si occupa del TPL, informazioni relative ai servizi, ma come prevedibile, non ci hanno potuto aiutare, sottolineando che le chiusure non riguarderebbero il Covid, ma problemi di infiltrazioni, scarichi ecc. Abbiamo saputo inoltre che sono stati effettuati diversi sopralluoghi da parte di tecnici, ma la portata dei lavori non è di poca entità, e quindi tutto si è risolto con un nulla di fatto. Si parla da mesi di lavori di manutenzione lungo i 2 km di percorso, ma nel frattempo ci limitiamo a constatare ancora un servizio che “fa acqua da tutte le parti”, e a questo proposito, quando prendete le scale mobili, portate con voi anche un ombrello, i secchi non bastano per ripararvi!

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pavimentazione piazza Duomo

 

 

LA LETTERA - al direttore Walter De Stradis (Controsenso)

Abbiamo avuto notizia che al comune di Potenza hanno deciso di fare manutenzione ai marciapiedi (a Via Mazzini, nonostante gli annunci sullo scorso numero, gli operai non si sono ancora visti – ndr). Ma saranno sempre gli stessi? Qui in via Vescovado, da v. R Acerenza fino all’incrocio di v. Scafarelli i marciapiedi non esistono e l’infame pavimentazione per tutta piazza Duomo è degna dei peggiori tratturi. Noi ammalati gravi e quindi anche appiedati siamo relegati in casa tanto il sindaco e i suoi arrivano in comune in macchina. Noi ci “muoviamo” tra escrementi di cani e volatili evitando i trabocchetti della ignobile pavimentazione, in questi luoghi fermi a cinquanta e più anni or sono. Grazie di cuore sindaco assessori e consiglieri!

Lena Barrotta

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di Walter De Stradis

 

 

 

E’ assai probabile che molti, se non tutti, fra i turisti che si recano nello splendido borgo di Sasso di Castalda (Pz) per percorrere l’arcinoto Ponte alla Luna, ignorino che il distinto signore che prepara e serve loro il caffè nel bar in via Roma, a pochi passi dal Municipio, è il sindaco in persona.

Rocchino Nardo, cinquantaquattro anni, nel suo esercizio (ove di recente sono stati anche vinti 500mila euro al Gratta e Vinci!) a volte è ancora coadiuvato dalla madre novantenne, che quando vede il figlio “assediato” dalle richieste dei cittadini, tuona “Ma il sindaco prima non ce l’avevate?”

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Da ragazzino mi feci alcune domande e mi risposi che Dio non esiste. Attraversai così un lungo periodo di agnosticismo. Quando nacque mio figlio, a seguito di alcune serie complicanze, pregai la statua della Madonnina dell’ospedale. Dopo un quarto d’ora la situazione migliorò, e da allora vivo da cristiano, e nella mia vita c’è la speranza che l’esistenza non finisca con quella terrena.

d: Da quanti anni esiste il suo bar?

r: E’il bar di famiglia, esiste dal 1901. Aperto dal mio bisnonno, fu gestito dalla moglie per cinquant’anni: era una donna talmente di polso, che qui in paese la chiamavano “la masculedda”. Il bar si è spostato in questo locale nel 1964, e io lo gestisco da quando avevo 18 anni, avendo perso mio padre. Pensi che mia madre, quasi 90enne, ancora mi dà una mano la mattina, e fa il caffè molto meglio di me! Sono ormai 36 anni che lavoro nel mio bar, un’esperienza che ti consente di stare “per strada”, tra la gente, ed è il motivo per cui ho scelto di fare il sindaco. Io faccio il sindaco h24, ormai da tre anni e mezzo.

d: Anche quando è nel bar?

r: Soprattutto. L’abnegazione deve essere totale, alla Rocco Scotellaro. Se lei ha visto, nel mio ufficio su al Comune ho tolto la porta, proprio perché non ho orari e sono aperto a tutti e mi trovano dappertutto.

d: Tra l’altro il suo bar in via Roma è anche un punto di riferimento culturale: c’è l’edicola, si trovano libri, dischi di folk locale…

r: … e di politica sono appassionato sin da piccolo. A sedici anni divenni “comunista del Pc” (a differenza di quelli che rinnegano, come Veltroni), mentre oggi sono anti-comunista, tanto quanto anti-fascista. Tant’è che Sasso è il primo paese in Basilicata ad aver adottato una delibera che vieta la concessione di aree e spazi pubblici ad associazioni, partiti e gruppi che si dichiarano apertamente “fascisti”, in linea con quanto già si leggeva nella Costituzione Italiana (XII disposizione transitoria e finale, secondo la quale è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista – ndr). Un atteggiamento che anche il governo centrale avrebbe fatto bene ad adottare. Noi lo abbiamo fatto in tempi non sospetti. Dal canto mio, dal comunismo sono approdato alla sponda liberal-socialista: credo che la strada sia “la terza via”, ovvero il Lib-Lab proposto già negli anni Settanta. Tuttavia, come dice Popper, si deve essere tolleranti, ma con i tolleranti. Allo stesso modo, con gli intolleranti (come i fascisti), occorre essere intolleranti.

d: C’è qualcosa in Basilicata che la fa diventare, se non intollerante, particolarmente incazzato?

r: Il fatalismo dei lucani, che ci ha portato ad avere lo stesso tipo di governo per quarant’anni, subendo ogni volta chi si proponeva. Uno spirito che c’è ancora oggi, che sfocia nel qualunquismo (“in politica son tutti uguali”), e che mi fa andare in bestia. Noi qui abbiamo l’esempio di Mimmo Beneventano, che ha perso la vita battendosi per le sue idee, ad Ottaviano contro il clan Cutolo, e quindi abbiamo la prova che le persone “diverse” esistono.

d: Quelli dell’opposizione vengono a prendere il caffè nel suo bar?

r: Certo, c’è un rapporto cordiale, di dialogo, come non c’è mai stato in Consiglio negli ultimi quarant’anni.

d: Ovviamente lei, sindaco, e titolare di bar, il periodo “nero” del Covid (con chiusure e riaperture parziali) l’ha respirato con doppia intensità.

r: Da sindaco, la cosa più difficile era doversi rapportare con i Dpcm che Conte annunciava la sera per la mattina. Allora io correvo in Comune, che sta qui a fianco, magari anche in pigiama (in strada non c’era nessuno), per stampare tutto, leggermelo e chiamare il comandante della polizia locale –o addirittura in Prefettura- e chiedere delucidazioni per il giorno dopo. Ricordo che una di quelle mattine c’era un funerale, e io dovetti correre per strada e fermare tutti: ma siccome ho la fama di essere un tipo spiritoso, pensavano che stessi scherzando!!! Tenete conto che un piccolo comune come il mio il segretario ce l’ha una volta a settimana, e non ha un ufficio legislativo…e tu senti di avere tutta su di te la responsabilità della salute pubblica. Inoltre, mi lasci aggiungere che benché io sia uno dei maggiori beneficiari economici, come operatore commerciale, del Ponte Tibetano (ho due bar e un negozio di alimentari proprio sulla strada), a giugno scorso, in piena riapertura, chiesi a Bardi di valutare la zona rossa (a fronte di un’impennata di contagi), scatenando anche un putiferio.

d: «Senti di avere tutta su di te la responsabilità della salute pubblica»: i rapporti col sistema sanitario regionale come sono stati?

r: Rispetto al Covid abbiamo sempre avuto una interlocuzione buona con ALCUNI funzionari dell’Asp e della Regione, e meno buona con altri. Pensi che quando chiesi di valutare –e sottolineo valutare- la zona rossa, un funzionario della Regione mi disse che ero passibile di una denuncia per procurato allarme!

d: E con Bardi?

r: Lo lamentano un po’ tutti i sindaci: non c’è un gran dialogo. Ci sono stati anche degli incontri, ma poi le cose buttate sul tavolo rimangono lì, come dire, non “mangiate”.

d: Alcuni sindaci lamentavano anche la “velocità” di certi incontri.

r: Beh, ricordo che qualche volta Bardi è andato via perche diceva che aveva da fare, e noi siamo rimasti a parlare a una sedia vuota (sperando che almeno qualcun altro ci ascoltasse), ma sicuramente oggi il sindaco non ottiene ciò che gli spetterebbe, cioè l’ascolto. Col “poi vediamo” non si va molto lontano, certi incontri –se un sindaco li chiede- vanno fatti al momento.

d: A ciò si aggiunge la situazione di impasse creatasi in giunta, anche a seguito delle dimissioni (solo annunciate) di Cupparo, e in attesa del rimpasto. Emergerebbe la difficoltà, come segnalava la settimana scorsa il neo sindaco di Pisticci, di non sapere “con chi” parlare delle questioni.

r: Beh, come dicevo, c’è una situazione fin dall’insediamento di questo governo regionale, c’è qualche assessore più pronto (come lo stesso Cupparo, devo dire, che ci incontra spesso ed è sempre presente anche in ambito P.O. Val D’agri), ma ci sono altri che non abbiamo nemmeno mai visto.

d: Qual è l’esigenza primaria del suo paese in questo momento?

r: C’è da fare una premessa. Il macro-attrattore rappresentato dal Ponte alla Luna (che io ho ereditato) ha indubbiamente dato una svolta economica al paese, ma non c’è solo il PIL, come diceva Bob Kennedy. Al centro della nostra attenzione c’è l’essere umano: io ho investito 80mila euro, ovvero l’8% del nostro bilancio corrente, in un progetto innovativo circa l’assistenza domiciliare agli anziani, e in un altro attinente alle problematiche di tipo psicologico che dopo il Covid ci hanno investito in modo massiccio. Cosa chiedo io, dunque? La possibilità di fare assunzioni: nonostante tutti i nostri sforzi per sopperire a pensionamenti etc., ci serve ancora un dipendente stabile all’ufficio tecnico. Il problema è che a concorso bandito, il Governo ha cambiato le regole!!! E per giunta, in vista del Pnrr, nel nostro ambito di zona (14 comuni) arriveranno DUE ingegneri, cioè un giorno ciascuno per ogni paese. Così non andiamo da nessuna parte.

d: E se potesse prendere Bardi sottobraccio cosa gli direbbe?

r: Di incontrarsi con i sindaci almeno una volta al mese, di parlare con la gente, di andare per paesi. Lui può fare anche il rimpasto in giunta, ma l’atteggiamento lo deve cambiare lui, deve dare un segnale di presenza: basta con Napoli.

d: Ma se il Generale viene nel suo bar cosa gli offre?

r: Non un caffè, perché implica la necessità di un risveglio, e non mi permetterei. Gli offrirei un ottimo bicchiere d’acqua di Sasso: la nostra è una lunga battaglia, per l’acqua nostra che ci viene espropriata (siamo macro-fornitori dell’Acquedotto e abbiamo diritto a due centesimi per ogni metro cubo prelevato) per quattro lire che spesso manco ci vogliono dare. Quest’anno sono 130mila euro di royalties, ma ogni volta ci tocca fare una lotta perché la Regione li metta in bilancio, nonostante una legge lo preveda da quindici anni! Con Pittella ci siamo riusciti, adesso aspettiamo l’assestamento di bilancio, stiamo facendo pressing.

d: Il suo comune presto ospiterà il Festival di Potenza...

r: Per noi è un onore, una grande possibilità...

d:...e dunque qual è la canzone che la rappresenta?

r: “Ancora” di Edoardo De Crescenzo.

d: Il libro?

r: Adoro Sciascia, e mi sento di citare una sua biografia, “Il Maestro di Regalpetra”, di Matteo Collura.

d: Il film?

r: “La Stangata”, è legato a bei ricordi di gioventù.

d: Mettiamo che fra cent’anni scoprano una targa a suo nome al Comune: cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

r: “Sindaco h24”.

 

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Presentato il rapporto 2020 sulla convalida delle dimissioni di lavoratrici madri – L’intervista alla Consigliera di Parità

Le donne lucane lasciano il lavoro per “la mancanza di sistemi di welfare” che consentano di conciliare il lavoro con la maternità. Ha un peso maggiore sulla scelta di licenziarsi la mancanza di strumenti di flessibilità e conciliazione dei tempi della famiglia con quelli del lavoro nell’organizzazione aziendale, dichiarata da 92 lavoratrici su 147. Incide, invece, per 47 donne su 147 l’assenza di adeguati strumenti di welfare sociale. E’ il principale dato emerso dalla presentazione alla stampa della “Relazione annuale per il 2020 delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e lavoratori padri in Basilicata”. Il rapporto è steso annualmente dall’Ufficio della consigliera regionale di parità insieme all'Ispettorato territoriale del Lavoro di Potenza e Matera. Nel 2020 sono stati 155 i provvedimenti di convalida emessi dall’Ispettorato del lavoro, in netto calo rispetto al dato dell’anno precedente di 212 convalide. L’impossibilità di conciliare i tempi di vita con i tempi del lavoro è stata avvertita in maniera consistente dalle lavoratrici impiegate nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (99 donne) o in altre attività di servizi (31). Sete uomini su otto hanno lasciato il precedente lavoro per passare ad altra azienda, solo 1 per ricongiungersi con la famiglia. Altro dato emerso il netto calo delle convalide nella provincia di Matera rispetto allo scorso anno: 39 casi a fronte dei 97 del 2019.
“Il Rapporto – dichiara la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi - è un documento redatto ogni anno unitamente all'Ispettorato territoriale del Lavoro di Potenza e Matera. Annualmente viene redatto dall'Ispettorato nazionale del Lavoro, e successivamente da quello territoriale. Attraverso questa Relazione vengono riportati i dati delle dimissioni, disaggregati per provincia, sesso, numero di figli e causale. La motivazione prevalente fornita dalle lavoratrici madri è data dalla "impossibilità di conciliare tempi di vita e lavoro"; anche se il dato complessivo registra una flessione del 40%, frutto del blocco dei licenziamenti e della nuova modalità lavorativa dello smart/home working c.d. emergenziale (misure che hanno consentito alle lavoratrici di restare a casa e non essere perciò costrette a scegliere tra lavoro e cura della famiglia). Dalla lettura di questo documento, di grande valore istituzionale/politico, emergono le problematiche connesse al divario femminile nel lavoro ed alla tutela della genitorialità ed è strategico per programmare interventi significativi per le politiche attive sul lavoro femminile e sul welfare. Il Rapporto è il frutto di un'azione sinergica tra il mio Ufficio e l'Ispettorato territoriale del Lavoro di Potenza e Matera volta alla prevenzione ed al contrasto delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro; azione implementata grazie anche al "Centro di Ascolto delle vittime di discriminazione di genere", istituito nel maggio del 2017”.
Hanno preso la parola oltre la Consigliera Pipponzi, il direttore regionale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro Potenza e Matera, Michele Lorusso e il dirigente generale del Dipartimento Politiche di Sviluppo, Canio Alfieri Sabia. In videoconferenza sono intervenuti la Consigliera nazionale di Parità, Francesca Bagni Cipriani, e il direttore centrale tutela, sicurezza e vigilanza del lavoro, Orazio Parisi.

Immagini di Rocco Esposito

 

https://youtu.be/jFr_S3M3OOY

 

 

 

de_stradis_e_albano.jpgdi Walter De Stradis

 

 

 

Fresco cinquantanovenne, il medico di base Domenico Albano ha festeggiato la vittoria a un più che mai “rovente” ballottaggio (contro quel Di Trani di cui era stato vicesindaco) proprio nel giorno del suo compleanno. Era a capo di una coalizione con quattro liste di centrosinista. Pd compreso.

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Sono riuscito a fare ciò che mi ero prefisso come lavoro, come professione: sono un medico felice di riuscire a donare qualcosa agli altri, sia ai pazienti sia alla comunità. Io sono un civico arruolato undici anni fa nella politica, anche se all’inizio non mi interessava molto: mi piaceva molto di più lo sport, anzi sono stato il vice-presidente della Polisportiva Pisticci in serie D, fino a quando non sono stato coinvolto in questo progetto entrando attivamente in campo.

d: Mi vengono in mente tanti esempi di suoi colleghi che, prima di diventare sindaci, si sono occupati di sport. È il caso di Maglione a Melfi, che è stato il presidente dell’omonima squadra di calcio, oppure di Cupparo con il Francavilla. Secondo lei è un caso o esiste un collegamento?

r: Un collegamento vero e proprio secondo me non esiste, è piuttosto la voglia di fare qualcosa di concreto per la comunità e l’intera cittadinanza (anche se è pure vero che mio padre è stato consigliere comunale tra le fila della Dc per 25 anni, ed è anche da lì che ho ricevuto, seppur inconsciamente, questa voglia di essere utile).

d: Se dovessimo usare un gergo calcistico, si direbbe che lei ha vinto ai supplementari, quasi ai calci di rigore.

r: Direi di sì, è stata una lotta piuttosto sostenuta, al ballottaggio, dunque sofferta.

d:...E qual è stato il “golden goal” che l’ha fatta vincere?

r: Secondo me non si è trattato di un solo episodio specifico, anche perché la gente mi conosce e sa da dove vengo e ciò che faccio. Siamo riusciti, inoltre, a mettere insieme una bella squadra fatta di esperienza e anche di nuovi volti che si affacciano per la prima volta all’attività amministrativa o politica, con programmi degni di nota.

d: In campagna elettorale ha detto “il Pd ha fatto pace con questo territorio”. Cosa intendeva?

r: Noi siamo sempre stati oggetto di divisioni interne e parte dei cittadini ne ha sempre attribuito la colpa al Pd regionale o provinciale. Quest’anno con la nuova segreteria c’è stato un cambio di passo, una svolta, il desiderio di mettersi in gioco, ciò ha consentito di rinsaldare i legami con il territorio mediante l’ascolto e la condivisione con le civiche.

d: Secondo lei, dunque, è tempo che il Pd “faccia pace” anche a livello regionale?

r: Sicuramente sì, considerando che le scelte passate non hanno certo premiato. Dopo tanti anni di Governo di centro-sinistra si è passati bruscamente alla destra, dunque forse è il caso di fare autocritica e ripartire tutti insieme.

d: Quali segnali, dunque, deve dare il congresso ormai alle porte?

r: Apertura e vicinanza ai cittadini. Dovranno mettere alla base di tutto la comunità e il territorio, prima delle ambizioni personali dei singoli.

d: La sua vittoria e quella di Pittella a Lauria sono state salutate come un segnale di ripresa per il centro-sinistra. Secondo lei è realmente così o si tratta di un fatto estemporaneo, dovuto ai singoli casi?

r: A mio modo di vedere le cose, da un lato i cittadini hanno individuato una persona specifica nella quale riporre fiducia, dall’altro anche il centrosinistra riesce ad andare avanti e può dire la sua. I cittadini hanno dato fiducia, adesso è il tempo di risposte concrete.

d: I cittadini secondo lei si erano sentiti traditi dal centro-sinistra?

r: La volontà popolare di fatto dice questo. Se si sbaglia, una cittadinanza attenta priva gli amministratori della fiducia e, in concreto, è quel che è accaduto. Ripeto, è il momento giusto per ripartire, per fare a livello regionale ciò che si è fatto a livello comunale.

d: In cosa la gente si è sentita di punire il Pd e perché?

r: I motivi sono di carattere generale a fronte di una voglia di cambiamento manifestata, sebbene in presenza, certo, di note vicende ancora in corso che possono anche aver influito su certe scelte.

d: Lei è un medico: di quale patologia soffre attualmente la Basilicata?

r: La nostra Regione ha tutto: mare, energia, acqua, paesaggi incantevoli... eppure sono tante le sue mancanze, specialmente dal punto di vista infrastrutturale e dell’attività industriale, vedi il caso della Val Basento.

d:...tutto questo però non dipende dall’ultima Giunta, lei parla di problemi storici.

r: Assolutamente sì, di aspetti mai risolti e con ciò mi ricollego a quanto dicevo prima. La gente ha dato fiducia per molti anni e, non risolvendo nulla, pur avendo a disposizione ottime risorse, si è finiti col creare un impasse di questo tipo. Con tutte le risorse che abbiamo, potremmo essere una Regione autogestita.

d: E quelli di adesso come si stanno comportando?

r: La settimana scorsa ho avuto modo di incontrare il presidente Bardi, l’ho invitato a visitare Pisticci di persona, anche per fargli vedere i problemi reali del territorio. Questa Giunta la vedo un po’ troppo statica sui problemi, è come se non riuscisse a decollare. Tutta la fiducia che i cittadini lucani hanno posto in loro, finora non è stata certo ben ripagata. Io mi sono recato da Bardi con lo scopo di esplicitargli delle problematiche importanti, come quella dell’ospedale di Tinchi per il quale sono state spese delle somme importanti per la sua ristrutturazione. Ebbene ora tocca riempirlo di contenuti e non certo di uffici. Apriamo i poliambulatori con le tante eccellenze, con i day-surgery, con gli ambulatori oncologici, visto che purtroppo i casi continuano a crescere, insomma è tutto il Metapontino che lo chiede.

d: Lei parla di tumori, mi pare che i casi in questa zona siano elevati al punto che un parroco di queste zone fece un intervento pubblico nel quale abbinava tale patologia all’inquinamento...

r: Purtroppo, ed è inutile negarlo, i casi sono diversi e penso in particolare alla Val Basento e a Pisticci scalo. Quando ero vice-sindaco mi occupai di inquinamento elettromagnetico rendendo Pisticci l’unico borgo della Basilicata munito di un piano delle antenne, individuando anche una zona nella quale poterle allocare. Ho chiesto e chiederò al dottoressa Pulvirenti dell’Asm di dare seguito a quanto già stabilito anni fa, vale a dire al monitoraggio della popolazione di Pisticci scalo per valutare il grado di incidenza dell’inquinamento sulla loro salute. C’è un protocollo, ma è rimasto lì.

d: E Bardi che impressione le ha fatto? Le è sembrato reattivo rispetto alle sue segnalazioni?

r: La disponibilità l’ha data, i problemi li conosceva pure, però voleva allo stesso tempo parlarne con l’assessore di riferimento.

d: Eh. "Quale" assessore...

r: … infatti ho capito, quando l’ho incontrato, che ci sarà un rimpasto e che, pertanto, dovevamo ri-aggiornarci a Giunta definita.

d: Da cittadino, è sufficiente secondo lei un rimpasto di assessori?

r: Dipende certamente dalle persone che nominerà. Ieri abbiamo avuto via web un incontro con gli altri sindaci e con i sindacati per quanto riguarda lo sviluppo industriale della Val Basento, anzi c’è un tavolo permanente che per la prima volta vede insieme Enti locali e sindacati con lo scopo di portare avanti delle istanze, ma è da aprile che cercano di parlare con l’assessore competente, gli incontri sono a cadenza semestrale. Non si può andare avanti così, c’è qualcosa che non va. Capirà che qui bisogna correre e non marciare, come dico spesso ai MIEI assessori...

d: Pare che qualche assessore regionale sapendo che non sarà riconfermato sia già sparito.

r: Questo non lo so, ma è certo che i nuovi dovranno darsi da fare in velocità.

d: Dunque il messaggio, neanche tanto tra le righe è: “Fateci sapere subito con chi dobbiamo parlare”.

r: Esattamente: fateci sapere con chi. I problemi sono tanti e vanno affrontati. L’occasione del Pnnr è unica: non possiamo perdere questo treno proprio adesso!!!

d: Qual è, la prima pratica da sbrigare, quella in cima alle altre sulla sua scrivania?

r: Ce ne sono due o tre in realtà. Una è l’Ospedale, ma di questo abbiamo già parlato a sufficienza, poi c’è il luogo che ci ospita durante questo pranzo, rione Dirupo, per il quale è stato rimosso il vincolo di trasferimento, ma ancora dobbiamo riuscire a farlo rivivere. Le nostre caratteristiche casette bianche devono diventare il giusto volano per il turismo, e conto di candidare il rione a patrimonio dell’Unesco. Abbiamo poi, anche delle necessità su Marconia che, in presenza di eventi atmosferici sfavorevoli, è soggetta ad allagamenti. In breve tempo dobbiamo cercare di risolvere anche questa problematica stringente. In ultimo, è necessario restituire il giusto valore al nostro splendido litorale.

d: Ultimamente si è parlato molto dei compensi dei sindaci. Non per farle i conti in tasca, ma il suo a quanto ammonterebbe?

r: In realtà non mi sono ancora informato, nemmeno per curiosità.

d:...Però a fine mese dovrebbe saperlo, no?

r: (Risate) Direi di sì!

d: Il film che la rappresenta?

r: Mi piace molto “Mediterraneo” di Salvatores, mi ricorda il mio paese, con quelle casette bianche.

d: La canzone?

r: “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, perché il cielo voglio sempre vederlo così.

d: Il libro?

r: “Lettera a un bambino mai nato”, della Fallaci.

d: Se tra cent’anni dovessero scoprire una targa a suo nome, cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

r: Che sono riuscito nel mio intento circa il patrimonio dell’Unesco.

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