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di Antonella Sabia

 

E’ di questi giorni una nota, dei Consiglieri di Italia Viva, Luca Braia e Mario Polese - Scrivono che “I ritardi delle istruttorie rischiano di far saltare il sistema delle imprese, in Basilicata composto per oltre il 90% da micro e piccole imprese spesso sotto-capitalizzate con grande difficoltà di accesso al credito”. Braia e Polese hanno chiesto inoltre di far chiarezza sui comportamenti del sistema bancario, “I prestiti devono essere erogati in aggiunta agli affidamenti in carico alle imprese richiedenti e non sostitutivi o compensativi di situazioni pregresse, non collegate alla richiesta effettuata”, e di convocare un incontro con l’ABI, per sollecitare le banche ad accelerare le istruttorie pendenti, “pena il collasso del sistema economico regionale”.

Di queste problematiche, e di tutte le difficoltà del sistema economico italiano, messo in ginocchio dal COVID-19, ne abbiamo discusso con Francesco Somma, presidente designato di Confindustria Basilicata (il passaggio di consegne tra l'attuale presidente Pasquale Lorusso e il presidente designato Francesco Somma avverrà il prossimo 9 giugno).
D: Cosa pensa a riguardo?

R: Quanto accaduto in queste settimane è stato come tenere attaccate le nostre imprese a dei ventilatori senza somministrare ossigeno, con l’effetto di metterne a rischio la stessa capacità di sopravvivenza. Pericolo ancora più concreto per realtà produttive di piccole dimensioni, con pochi mezzi propri per far fronte a eventi traumatici come quello vissuto negli ultimi mesi. Purtroppo, i buoni intenti che avevano animato il Decreto Liquidità si sono scontrati con l’eccessiva rigidità del meccanismo.

Le responsabilità non possono essere addebitate a nessuno nello specifico - né soltanto al Governo né solo alle banche - ma vanno ricondotte, in maniera più complessiva, alla farraginosità delle procedure e alla sovrapposizione di norme preesistenti che hanno complicato le cose. I numeri delle ultime settimane ci dicono che per fortuna qualcosa si è sbloccato. I problemi non sono tutti risolti, le imprese continuano a essere in grande sofferenza. Ci auguriamo che nell’iter parlamentare di conversione in legge ci siano modifiche significative tali da consentire di superare tali limiti. In proposito registriamo molto positivamente rilevanti novità delle ultime ore che sembrerebbero andare nella direzione vivamente auspicata da Confindustria: l’estensione della durata del rimborso dei prestiti con garanzia al cento per cento da 6 a 10 anni e l’aumento dell’importo massimo finanziabile che passa dai 25 mila ai 30 mila euro. Inoltre, i prestiti fino agli 800 mila euro, potranno essere rimborsati in 30 anni. Un allungamento dei tempi che avevamo chiesto a gran voce per fronteggiare una crisi paragonabile per effetti a quella del secondo conflitto bellico mondiale.

D: Ad oggi, in Basilicata, quante richieste di prestiti garantiti sono pervenute da parte delle aziende?

Quante concluse (andate a buon fine) e quante respinte? Se possibile avere dati precisi su Potenza e Matera.

R: I dati disponibili, aggiornati al 20 maggio, sono quelli relativi alle richieste andate a buon fine: complessivamente hanno beneficiato dei finanziamenti a valere sul decreto Liquidità un totale di 2728 imprese: 1608 per la provincia di Potenza e 1120 per la provincia di Matera. La somma complessiva del finanziamento è stato di 93.000.000 euro di cui 49.528.022 nella provincia di Potenza e 43.237.938 euro nella provincia di Matera.

Per quanto riguarda i finanziamenti fino a € 25.000, ne hanno beneficiato di 2597 imprese. Di queste 1537 sono della provincia di Potenza, per un importo totale finanziato pari a € 30.651.812 e n. 1060 per la provincia di Matera per un totale finanziato pari a € 21.828.039. Il finanziamento medio è stato pari a € 20.000. I finanziamenti con importi oltre 25.000 e fino a 800.000 sono, ad oggi, 131, di cui 71 in provincia di Potenza e 60 in provincia di Matera.

D: Quali difficoltà hanno riscontrato gli imprenditori? (Lungaggini burocratiche e troppi documenti da presentare).

R: Diciamo che i profili di complessità intervenuti sono di diversa natura. Soprattutto nelle prime settimane, molti imprenditori hanno lamentato la carenza di informazioni agli sportelli rispetto alla domanda per i finanziamenti fino a € 25.000. Una mole di documentazione è stata richiesta per la domanda da presentare al Fondo di Garanzia: un’impresa mastodontica che avrebbe scoraggiato chiunque. C’è stato poi anche un problema di piattaforme informatiche non compatibili tra banche e Fondo di Garanzia.

Confindustria, nel corso delle audizioni parlamentari, ha presentato alcune proposte per superare tali criticità. Tra queste, l’adozione di meccanismi di autocertificazione, con conseguente assunzione di responsabilità anche penale, per quanto riguarda sia i requisiti di accesso alle garanzie, che la destinazione delle risorse ottenute per le finalità previste dal Decreto.

D: Molte banche hanno respinto il finanziamento, sulla base di situazioni economiche-finanziarie del richiedente. Nel decreto non era prevista la valutazione del merito di credito. Cosa è accaduto? Andava semplificato l’iter per la richiesta e l’accesso?

R: Come le accennavo in precedenza non si tratta di addossare tutte le responsabilità esclusivamente agli istituti di credito. Le norme che regolano la responsabilità civile e penale delle banche in caso di fallimento hanno prevalso, nella prima fase, nonostante le garanzie dello Stato. Sono seguiti precisi appelli da parte di autorevoli esponenti di Governo e delle opposizioni alle banche a derogare alle rituali verifiche, in coerenza con il carattere d’emergenza del provvedimento, che hanno contribuito a sbloccare la situazione, anche grazie all’attivazione di una specifica Task force sulla liquidità per il sistema bancario per fluidificare i prestiti alle imprese.

D: In generale qual è il suo giudizio sulle misure governative messe in atto fino a questo momento?

R: Io credo che il Governo abbia fatto quanto era nelle proprie possibilità per fronteggiare l’emergenza determinata da una tempesta inattesa e per tanti versi sconosciuta. Una valutazione complessiva più pertinente potrà essere fatta solo tra qualche settimana quando saremo in grado di capire meglio l’effettivo impatto dell’insieme degli interventi messi in campo.

Il nuovo Dl Rilancio contiene sicuramente importanti novità, a partire da quelle che vanno nella direzione di assicurare liquidità alle imprese. Mi riferisco soprattutto al taglio Irap, se troverà conferma la cancellazione del saldo 2019 e del primo acconto 2020, da assicurare ora con una più complessiva riforma fiscale, e al fondo destinato al pagamento alle imprese dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni. Tra le novità più significative, va segnalato l’ecobonus al 110 per cento: una misura molto importante per l’edilizia che andrebbe ulteriormente rafforzata, insieme al sisma bonus, allungandone l’efficacia anche per il tutto il 2022. Ancora, apprezziamo che il Decreto riconosca e valorizzi l’importanza del settore innovazione e delle start up. Il quadro andrebbe poi completato con il dimezzamento dell’aliquota Iva sulle compravendite delle abitazioni. Attendiamo ora ulteriori miglioramenti che tengano presente anche le proposte delle forze di opposizione in una logica di unità d’intenti che mai come adesso deve prevalere nel Paese.

Va aggiunto che, a nostro avviso, l’intervento del Governo, rimarrà incompleto, fino a quando non si agirà in maniera massiccia sul rilancio della domanda. Per farlo è necessario e non più rinviabile un vasto piano di opere pubbliche. Lo abbiamo sostenuto già prima del Covid19 e ora ne siamo ancora più convinti, in considerazione della lentissima ripresa dei consumi prevedibile per i prossimi mesi. Di pari passo dovrà viaggiare un corposo piano di semplificazioni in grado di smantellare quel castello kafkiano delle burocrazie che soffoca la nostra economia.

D: È possibile fare una stima del “danno economico” prodotto dall’emergenza Coronavirus?

R: Come sa, le più autorevoli fonti di informazioni economico-finanziare concordano nel ritenere che si tratterà del più grande shock per l’economia mondiale dal secondo Dopoguerra in poi. L’Italia nelle previsioni è tra i Paesi dell’Eurozona destinati a soffrire maggiormente. Secondo un recentissimo studio di Bankitalia il nostro Pil rischia di oscillare, nel 2020, tra -9% e -13%. La crisi morde tutti i settori e a tutte le latitudini, con comparti particolarmente colpiti, come l’automotive e il turismo. La reale portata del danno non dipenderà solo dall’impatto immediato dalla contrazione delle attività della Fase 1 che ci siamo lasciati alle spalle, ma anche dalla velocità di ripresa dell’Italia, notoriamente più lenta rispetto al resto d’Europa, già prima del Covid19. E’ dunque questo il momento di agire, con un nuovo modello di sviluppo improntato a sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Un modello che a nostro avviso deve inevitabilmente passare da un ampio programma di semplificazioni per combattere le incrostazioni burocratiche.

D: In settimana è giunta anche l’importante notizia relativa all’apertura dell’Europa rispetto al Recovery Fund. Cosa ne pensa?

R: Sebbene deciso in solitaria da Merkel e Macron, il superamento del “tabù” del debito comune europeo è una novità di straordinaria rilevanza e un’ottima notizia per l’Italia: il saldo netto tra quanto verserà e quanto riceverà a fondo perduto sarà di circa 40 miliardi di euro. L’ambizione ora è che il fondo possa incrementarsi di molto in un mix tra trasferimenti e prestiti con l’obiettivo primario di accelerare la transizione ambientale e digitale dei Paesi europei. L’Unione europea si compirà realmente solo quando saprà dotarsi di un’unica politica fiscale, economica, industriale e militare.

D: E alla Regione cosa chiedete?

R: Riteniamo urgente e non più rinviabile un piano di sviluppo regionale che rappresenti la visione di Basilicata per il futuro. Un piano che non può prescindere da nuove infrastrutture logistiche e di trasporto e da investimenti industriali, ambientalmente sostenibili e quantitativamente importanti, senza i quali la Basilicata non potrà farcela. Turismo, agricoltura, cultura sono i nostri giacimenti più preziosi ma da soli non possono bastare.

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di Antonella Sabia

 

In città si sta provando a tornare alla normalità -con negozi, bar e ristoranti aperti- fatta però di mascherine, guanti, gel alcolici e distanza sociale. Ripartire non sarà semplice, e a confermarlo ci sono tanti imprenditori che denunciano cassa integrazione non percepita e pratiche bancarie per i prestiti garantiti lunghe e piene di incartamenti. Ne parliamo con Dino Manicone, imprenditore nel settore abbigliamento, con diversi negozi in città.

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di Walter De Stradis

 

Simpatici baffoni alla Stalin (dietro la mascherina), motto “potentino” sempre pronto all'uso, il settantenne Rocco Ligrani è un presidente regionale di Federconsumatori sarcastico e assai ben focalizzato.

L’intervista ha avuto luogo mercoledì mattina, presso i locali in via del Gallitello.

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“Un compleanno speciale quello dello Statuto dei Lavoratori e (si auspica presto) anche delle Lavoratrici. Dagli anni ‘70 ad oggi lo Statuto, adeguandosi ai tempi, alle riforme ed alle interpretazioni normative del Giudice delle Leggi, ha subito modifiche sostanziali: la presenza delle donne nei luoghi di lavoro che richiede nuovi diritti, la nascita di una maggiore consapevolezza di paternità da parte degli uomini, il ciclo di vita e di vita lavorativa che si è allungato per tutte e tutti, il dualismo tra lavoratori autonomi e subordinati che va ripensato, la nascita di nuove categorie di lavoratori, la diffusione delle nuove tecnologie (dal telelavoro allo smart working), lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Alle lavoratrici, però, continuava (e continua) ad essere imposto un modello di lavoro maschile, fordista, fondato sul capofamiglia maschio e costruito sulla divisione dei ruoli secondo il genere. Proprio su questi pilastri culturali sono stati scansionati tempi, modi ed orari di lavoro ed individuati i criteri di valutazione della prestazione, della produttività e dei conseguenti meccanismi di carriera”.

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di Walter De Stradis

 

Contadino-senatore dalle scarpe grosse e il cervello fino: si definisce così, praticamente, Saverio De Bonis, eletto in Senato coi Cinque Stelle, ma poi “transitato” –come vedremo- nel Gruppo Misto. Il cinquantacinquenne parlamentare irsinese è membro della IX Commissione permanente "Agricoltura e produzione agroalimentare". Lo abbiamo intervistato via web, martedì scorso.

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di Walter De Stradis

Quarantacinque anni (ma col viso da eterno giovanotto), Portatore del Santo, ex capo ultrà, giornalista pubblicista, ex consigliere comunale d’opposizione (con il dichiarato sogno di diventare, prima o poi, sindaco della sua Potenza), Alessandro Galella (Fratelli d’Italia) è l’assessore all’ambiente, all’energia e al turismo del Comune capoluogo di regione. Lavorativamente parlando, tecnicamente è il responsabile comunicazione dell’Egrib (Ente di governo per i rifiuti e le risorse idriche di Basilicata), ma da diverso tempo è “comandato” presso la segreteria di Gianni Rosa (anch’egli di Fratelli d’Italia), che attualmente è l’ assessore “omologo” (o viceversa) alla Regione Basilicata. Nel corso dell’intervista, realizzata al Dipartimento Ambiente della Regione, è infatti impegnato in una riunione nella stanza a fianco.

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di Antonella Sabia

La nostalgia ci assale, anche perché siamo a maggio, mese di San Gerardo, quando la città ogni anno sembrava rinascere, la gente riempiva le vie del Centro, c’era grande attesa per la Storica Parata dei Turchi. A causa di questa emergenza, quest’anno, bisognerà rinunciare ai festeggiamenti, e a risentirne saranno soprattutto i locali (bar, pub, ristoranti), oggi ancora in attesa di poter finalmente rialzare del tutto le saracinesche (il primo giugno stando all’ultimo DPCM). Sono pochissimi i bar del centro storico cittadino che hanno scelto di ripartire solo con l’asporto, tra questi l’Antica Caffetteria di Piazza Matteotti, a pochi metri dal “Palazzo”, ovvero il Comune di Potenza. Di questi timidissimi segnali di ripresa ne abbiamo parlato con il titolare, Gabriele Summa

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Al via un ciclo di approfondimenti tematici in cui si potranno incontrare virtualmente esperti che forniranno il proprio contributo in coerenza con il Manifesto “Un Patto per le Donne”. Lo rende noto la Consigliera di Parità, Ivana Pipponzi.

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Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio comunale, l’ACTA ha disposto le seguenti misure a cui sarà obbligatorio attenersi nell’utilizzo del Centro di raccolta sito in via del Gallitello n. 2 e delle sei Ecostation ubicate in città da Mercoledì 6 Maggio 2020.

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La presidente della commissione regionale pari opportunità, Margherita Perretti e la consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi, così come i rispettivi organismi di coordinamento nazionale, pur ringraziando la Protezione civile per la gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, intendono porre l’accento sulle recenti affermazioni del dr. Borrelli circa l’assenza di donne dal Comitato tecnico-scientifico che affianca il governo : “I membri del Comitato tecnico-scientifico vengono individuati in base alla carica, come il Capo della Protezione Civile o il Presidente dell’I.s.s.. Se queste cariche fossero state ricoperte da donne, avremmo avuto nel Comitato tecnico-scientifico una componente femminile adeguatamente rappresentata”.

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