- Redazione
- Sabato, 18 Luglio 2020 08:52
di Antonella Sabia
Vecchie scuole e uffici vuoti, caserme e stazioni, capannoni industriali, ma anche negozi, cinema e abitazioni. Ogni città possiede una lista di edifici in disuso, spesso dimenticati, molti dei quali vengono messi in vendita, ma che rappresentano un patrimonio per la collettività e potrebbero essere riutilizzati come aggregatori di idee e progetti, luoghi di ritrovo per la comunità. Abbiamo contattato Luigi Cecere, geometra del Comune di Potenza, Ufficio Manutenzione immobili comunali, a cui abbiamo chiesto la situazione degli edifici cittadini vuoti e in disuso.
Palazzo Palermo (vicino la Trinità), la caserma dei vigili del fuoco di San Rocco, la Scuola Leoncavallo sono solo alcuni degli esempi, e a riguardo Cecere ci ha detto che “sono gli amministratori che stabiliscono che tipo di intervento bisogna fare e quale destinazione bisogna dare al plesso abbandonato o in disuso. Dal momento in cui si stabilisce questo, entra nel merito il mio lavoro, quindi la manutenzione, per il successivo passaggio alla fase esecutiva”. Gli immobili del Comune di cui fruiamo ogni giorno, ci spiega, a partire dal Palazzo di Città dove sta il Sindaco, sono aperti, ma dietro c’è tutto un lavoro che nessuno immagina. C’è infatti della documentazione che periodicamente scade, e bisogna rinnovarla, oppure bisogna adeguarsi ad ogni eventuale nuova normativa.
D: Ci sono state delle richieste per questi edifici, immobili che sono stati venduti a privati?
R: Sembrerà strano, ma a un certo punto sembrava che nessuno volesse acquistare i nostri immobili. Delle aste sono andate deserte. Ci sono state anche consultazioni verbali che non si sono concretizzate in acquisti.
D: Quanto costano al Comune questi immobili in disuso?
R: Zero, perché le utenze sono tutte staccate, viene effettuata qualche tipo di manutenzione nel caso di pericolo imminente all’esterno, che potrebbe arrecare danno per la privata e pubblica incolumità.
D: Ci sono attualmente lavori in corso su questi immobili?
R: A breve sarà demolito un corpo di fabbrica vicino alla fontana della Trinità, dove oggi c’è l’impalcatura. A fianco c’è un altro fabbricato che verrà messo in sicurezza perché a febbraio, delle folate di vento scoperchiarono la lamiera grecata, messa lì in seguito alle riparazioni post terremoto dell’80, quarant’anni fa. Sono state fatte altre piccole lavorazioni, ma rientrano nella manutenzione giornaliera.
D: Questi edifici in vendita non si è mai pensato di utilizzarli a beneficio della comunità?
R: Ultimamente è stata chiusa la sezione anagrafe di via Milano, che era in un prefabbricato della Provincia. Abbiamo ritenuto opportuno riprenderci un nostro plesso che era nel pacchetto di vendita, proprio per dare un servizio alla comunità. Si trova in piazza Europa, via Lazio, era chiuso da 10 anni.
D: Pensa che la mancata vendita sia dovuta ai prezzi o ci sono altri motivi?
R: Non lo so, ma so per certo che il prezzo stimato è quello del valore di mercato. Anche se siamo un ente pubblico, ci atteniamo a quelli che sono i prezzi del mercato degli immobili, non possiamo svenderli.
D: In questa fase di ripartenza, per la riapertura delle scuole si parla della necessità di spazi più ampi, molti di questi edifici non potrebbero essere riutilizzati per ospitare nuove aule?
R: È un discorso ancora in itinere a livello nazionale, figurarsi a livello locale, perché non ci sono ancora direttive in merito. Per quanto riguarda il post Covid, mi sto occupando degli adeguamenti per la fruizione degli immobili comunali, tipo l’Anagrafe, e tutti gli sportelli che devono essere adattati per il ritiro di carte. Sono piccole lavorazioni per far si che gli immobili possono essere usati in sicurezza dai cittadini.
D: Il Comune ha nelle sue casse la possibilità di ristrutturare gli edifici?
R: Per i piccoli lavori di cui parlavo sopra è chiaro che ci sono i soldi, altrimenti non sarebbero cominciati i lavori. Nel caso della caserma dei vigili del fuoco (San Rocco) piuttosto che del palazzo Palermo, se non si conosce la loro destinazione e l’utilizzo che effettivamente l’amministrazione ne vuole fare, non si può neanche preventivare il costo.