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La Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, esprime apprezzamento per la scelta di Margherita Perretti alla presidenza della Commissione regionale delle parità e pari opportunità della Basilicata e augura buon lavoro alla neoeletta.

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Quale che sia l’opinione politica che uno può avere, è obiettivamente assai difficile ritrovarsi con “Tanino” in un posto di Potenza, senza che lui venga riconosciuto, fermato e/o salutato da qualcuno.

Tutti lo conoscono e lui li conosce tutti.

E’così, naturalmente, anche al ristorante.

Il professor Gaetano Fierro, potentino verace (figlio di un dipendente delle Poste e nato in una casa del centro storico, in Via Carlo Pisacane n.6) con l’inconfondibile e un po’ pigra “D”, tipica dell’inflessione locale («Incredibilmente, mi ha aiutato molto con l’Inglese, di cui sono stato docente!»), è stato il sindaco del capoluogo per ben tre volte.

La prima, sicuramente l’esperienza più intensa, si è consumata in corrispondenza del Terremoto dell’80: la sera del 23 Novembre lui era in un campagna a rilassarsi, ma quando il mondo cominciò a girare s’infilò in macchina e tornò di corsa nella sua città: «Da quella volta, non ricordo quanto tempo passò prima che potessi tornare a dormire la notte».

Ma, a quanto ci racconta, non furono solo le notti di lavoro la parte più dura di quel periodo, ma anche lo sguardo di sfida (al limite del dileggiamento) col quale qualche politico di lungo corso gli/si domandava quanto sarebbe durato –in quella situazione- un giovane sindaco come lui. «Ma gli ho fatto un mazzo così»: Fierro è eloquente, anche a gesti, nel fornire il senso del lavoro svolto e la misura dei risultati conseguenti.

Già professore d’Inglese nella Scuola Pubblica («Mi sono realizzato prima nel lavoro») e successivamente funzionario alla Regione Basilicata, oltre a quelle da sindaco Tanino ha avuto esperienze anche come assessore e consigliere regionale.

Oggi, il Professor Fierro, un uomo di studi e di pensiero («Sennò le lauree che le ho prese a fare?!») che si ritiene solo prestato alla Politica, è animatore del “Laboratorio Civico di Centro” e di dibattiti socio-culturali al suo “Circolo Angilla Vecchia”, nell’omonima via cittadina.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: In politica nulla nasce per caso. E’ il modo più compiuto per significare che ci vuole studio e impegno civile. Due aspetti che caratterizzano l’azione di chi vuole lasciare un’ impronta del proprio operato sociale. Questo modo di pensare mi ha permesso di trasferire nell’attività politica le esperienze fatte nello studio e nella vita associativa.

D: Che momento vive la nostra regione?

R: La Basilicata è in bilico, sta scomparendo nell’indifferenza generale. E’ la Cenerentola d’Italia nel campo dello spopolamento, povertà, disoccupazione, fuga dei giovani, trasporti, cultura e sanità.

D: La salute, in particolare, sembra essere uno degli argomenti più “caldi” del momento.

R: Sì. In regione, ad esempio, ci sono più obesi che disoccupati. Il numero dei diabetici e cardiopatici è in forte progressione. Lo stato sociale generale, con le diseguaglianze in atto, peggiora giorno dopo giorno. Non c’è governo regionale che tenga. Per onestà intellettuale va detto che la crisi, sociale ed economica, perdura da oltre un ventennio e dipende dal modo di governare “a vista” e senza un minimo di programmazione di medio e lungo respiro.

D: Come si rifette questo stato di cose sulla “sua” Potenza e sulla (ormai ex) Capitale della Cultura?

R: Anche le due Città, Potenza e Matera, vivono infatti il disagio generale, ma si ignorano e non svolgono un ruolo di coordinamento sovra-territoriale che a esse compete. Entrambe sono chiuse e non si aprono organicamente ai territori limitrofi. A tal proposito va detto che, mentre Matera come Capitale della Cultura ha ricevuto una boccata di ossigeno attraverso ingenti finanziamenti (di questo siamo felici), la Città di Potenza (che negli anni 70/80, in applicazione del principio di sussidiarietà, ha assorbito le istanze di occupazione dell’intera regione, crescendo demograficamente e amministrativamente), in questo momento storico in presenza della spoliazione amministrativa in atto (15 presidi di primo livello sono stati trasferiti fuori regione), sta perdendo colpi, amministrativamente e demograficamente, tornando ai livelli di vita degli anni 60/70. Affinché la Basilicata sopravviva, come accennavo, bisogna andare oltre gli Alburni.

D: Ci siamo. Si spieghi.

R: Voglio dire che il discorso (Macro Regioni e Magna Grecia) non vuole essere un “espediente culturale”, bensì è una necessità esistenziale da considerare a breve.

D: Lei è infatti, da tempo, un propugnatore della “Grande Lucania”. Ma non rischiano di essere solo parole dall’aroma classicistico e basta?

R: La Grande Lucania esiste ! Non la si vede geograficamente, ma vive nel nostro modo di essere quotidiano, di nutrirci, di condividere l’aria, la luce, il mare, i monti, le stesse tradizioni ivi presenti. Allora, di cosa parliamo? Perché ci dividiamo istituzionalmente con il Cilento e Taranto, quando facciamo parte della stessa famiglia? Sembriamo come i coniugi separati in casa. 

D: …ma perché questo matrimonio “s’ha da fare”, secondo lei?

R: …riprendendo il discorso dell’obesità che affligge oltre il 50% della popolazione lucana, soprattutto i giovani, abbiamo a disposizione a livello culturale e scientifico la Scuola Cilentana della Dieta Mediterranea, invidiataci da tutto il mondo, ma trascurata dalle nostre Istituzioni, dalle famiglie, dalle scuole, dal mondo sportivo. A tal riguardo c’è la Legge Regionale 27/2008, passata nel dimenticatoio e non applicata dai Comuni. Sempre per parlare “del retto vivere” dei Lucani, esiste a Chiaromonte l’Istituto demo-antropologico “Edward C. Banfield”, sorto per studiare le popolazioni locali dal punto di vista sociale ed etico, culturale ed economico, volutamente sottovalutato dal mondo accademico e scientifico. Eppure potrebbe essere un riferimento di carattere internazionale. Peccato!

D: Ma lei una “dieta” per la politica regionale ce l’ha o no?

R: E infatti a questo punto nasce spontaneo chiedersi: “Cosa si può fare per invertire la rotta ed evitare il collasso della Basilicata definitivamente?”. Prima di ogni cosa necessita che le forze politiche prendano atto della gravità della situazione, ma per i pregiudizi esistenti la vedo dura; come seconda cosa, lancio l’idea provocatoria della costituzione di un “Governo di solidarietà regionale”, che unisca le migliori energie esistenti nella maggioranze e nella minoranza, al fine di definire pochi punti di un programma politico-amministrativo condiviso decennale, che rimetta al centro “Il Cittadino lucano, con le sue istanze”.

D: E dunque una “solidarietà” fondata su cosa?

R: Su un programma che punti al lavoro dei giovani, ai trasporti, alla sicurezza e alle disuguaglianze sociali, coinvolgendo in primis le due aree urbane, come pure le aree interne e di montagna da cui si fugge in continuazione.          Si tenga in conto che ogni anno si spegne la luce di un paese e che nel 2050 i lucani saranno poco più di 300.000,00 anime, di cui il 70% composto da persone anziane.

D: Solamente la Politica deve darsi una svegliata?    

R: Mi rendo conto che per realizzare questo progetto, non occorre solo la volontà dei partiti, ma quella della cultura e dell’associazionismo organizzato. L’Università, che già vive le proprie problematiche, faccia da traino per far sentire il proprio peso e la propria responsabilità.           Occorre, anche, che la società civile, spesso timida ed accomodante, si associ “a quest’alba nuova” che illumini la Chiesa, i Sindacati, le Associazioni di categoria, di luce propria e non riflessa, com’è accaduto nel’ultimo ventennio.

D: Insomma, occorre una “sveglia” bella grossa…

R: Se non si comprendono le difficoltà esistenti, non c’è speranza alcuna, per i pochi giovani rimasti e questi, purtroppo, non hanno colpe.

D: Ma lei, un rammarico -una cosa che avrebbe voluto fare da sindaco di Potenza e che è rimasta nel cassetto- ce l’ha?

R: L’aeroporto.

D: Me lo aspettavo.

R: Si poteva fare, ma poi chi si è trovato al mio posto ha pensato bene di lasciar perdere.

D: La canzone che la rappresenta?

R: La sente? Casualmente è proprio qui in sottofondo: Leonard Cohen, “Hallelujah”.

D: Il libro?

R: Adoro la letteratura di viaggio, io stesso ne ho scritti cinque, di libri del genere. Perciò dico “Viaggio in Italia” di Goethe.

Il film?

R: Mi piacciono i western di Sergio Leone: “Per un Pugno di Dollari”.

D: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

R: «Uomo di Centro coerente e disponibile».

 

 

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Roma - Sono ventuno le eccellenze italiane certificate dal marchio “Sagra di qualità” 2018 di cui quattro lucane. Per la prima volta nella storia l’Unione Nazionale delle Pro Loco (Unpli) attribuisce un riconoscimento che qualifica, identifica e valorizza gli eventi organizzati dalle proprie associazioni; manifestazioni che, fra i requisiti imprescindibili, devono promuovere prodotti tipici storicamente legati al territorio.

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Sei materano? Non vali.

Sei forestiero? Vali.

Sei materano che vivi fuori? Ti sei rifatto. Vali.

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Se è vero che- tra due punti- la via più diritta è la retta, occorre riproporre al Paese la Costituzione con un’agenda ispirata alla stella polare!

E’ la conclusione necessaria dopo che -l’11 Luglio in terza lettura- è passata inosservata la riduzione del numero dei Parlamentari.

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di Antonio Nicastro

 

Insieme ad Alba Montagnolo (nella foto), vice presidente dell’Associazione Dopo di Noi, associazione presieduta da Vincenzo Carlone e aderente alla Consulta del Volontariato, abbiamo fatto una ricognizione nei parcheggi dell’Azienda Ospedaliera San Carlo, luogo frequentato da molti disabili o persone che per patologie varie sono costretti a recarvisi su una carrozzina.

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di Walter De Stradis

 

Rocco Franciosa, originario di Barile, impiegato nel trasporto pubblico a Potenza, ma attivo anche nel settore vitivinicolo, è un giovane sui trentacinque dallo sguardo attento, che riflette sempre un attimo, prima di rispondere. Dal 2016 è il presidente regionale dell’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia), e membro della Giunta Nazionale. 

 

Come giustifica la sua esistenza?

 

In questi giorni abbiamo celebrato Paolo Ruta, un tenente che è stato anche un dirigente dell’Istituto poligrafico dello Stato, a distanza di vent’anni dalla sua morte. La figlia, Annabella, ci ha raccontato che lui amava ripetere “occupiamoci prima degli altri e poi di noi stessi”.

 

 

Quando è iniziato il suo impegno nel volontariato e il rapporto con la Pro Loco?

 

È stato mio padre a trasmettermi questa passione, poiché è stato un sindacalista per tanti anni, oltre che amministratore comunale a Barile. Subito dopo il diploma, infatti, mi candidai a Barile, esperienza che mi consentì di svolgere per dieci anni il ruolo di consigliere comunale e, poco dopo, quello di assessore al bilancio. La Pro Loco iniziai subito a frequentarla attivamente e poi nell’Unpli, in occasione della prima assemblea regionale, fui eletto componente del collegio dei probiviri. Devo riconoscere al presidente che mi ha preceduto, D’Elicio, di essere stato, insieme a Bruno Mario Albano, il pilastro dell’Unpli: è grazie a loro se sono stato nominato segretario nel 2008 e responsabile regionale del Servizio civile, fino ad arrivare al 2016, data in cui sono stato eletto presidente regionale. Attualmente sono anche il vicepresidente Fidas Basilicata.

 

Se non erro, oggi (mercoledì, ndr) si terrà un incontro in Regione per discutere dei fondi da destinare agli eventi estivi.

 

 

Devo dire che viviamo il contesto attuale con preoccupazione, tuttavia siamo sicuri che la sensibilità del governatore Bardi su questo tema sia altissima. Abbiamo sollecitato, attraverso l’Anci Basilicata, un rifinanziamento del lavoro fatto in questi anni in merito al patrimonio culturale e alle “schede intangibili”, dunque non solo “sagre e feste”, ma anche interventi di valorizzazione, custodia e promozione del patrimonio immenso del quale la Basilicata può fare vanto. Molte volte si tende a osservare con superficialità ciò che è accaduto in questi anni, poiché spesso si demoliscono le varie attività etichettandole come una forma di “spreco di denaro pubblico”. Ebbene, io credo che ciò sia un errore gravissimo. Sicuramente ogni lavoro è perfettibile, ma certo non merita di essere demolito.

 

In occasione della riunione annuale delle Pro Loco è emersa la richiesta al governatore Bardi di destinare più risorse per la gestione delle sedi e degli eventi. Ciò accadeva ad aprile scorso.

Questo tema attiene al bilancio che la Regione approva annualmente e sul quale, grazie alla legge 7 del 2008 e al ruolo stesso delle Pro Loco e dell’Unpli, la Regione solitamente destina dei fondi. Lo scorso anno sono stati conferiti trecentomila euro –pochi, per tutto quel che è stato fatto- e quest’anno centomila euro. Il bilancio è stato approvato dalla legislatura uscente, pertanto abbiamo chiesto al governatore in carica di prestare molta attenzione alla questione.

 

…Perché, centomila euro sono troppo pochi.

 

Direi di sì! Specialmente se si entra nel merito di tutte le nostre attività. Per ora abbiamo presentato una richiesta formale di incontro al governatore Bardi e siamo in attesa di essere ricevuti. Invece il patrimonio culturale da preservare, gli eventi e le “schede intangibili”, sono di attenzione da parte dei comuni che, tramite l’Apt, sono beneficiari dei fondi, poi le Pro Loco e le altre associazioni diventano gli esecutori.

 

Cosa si intende per “schede intangibili”?

 

Come Unpli, l’Unione nazionale delle Pro Loco d’Italia, abbiamo ricevuto il riconoscimento Unesco in qualità di ente accreditato per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. La Regione Basilicata ha messo in campo un’azione di valorizzazione e recupero dello stesso patrimonio intangibile inteso come tradizioni, manifestazioni storiche ed eventi religiosi legati all’identità di un territorio. Su tali temi dobbiamo continuare ad accrescere la consapevolezza che per noi queste sono davvero delle risorse da collegare ad un più ampio ragionamento di natura turistica.

 

Già, a proposito di turismo…

 

… gli esempi che ci hanno resi celebri agli occhi di chi ancora non conosceva questa regione sono i culti arborei e i carnevali storici lucani, tanto è vero che su questi due elementi di natura storica abbiamo messo in campo due reti: quella dei carnevali lucani e delle maschere antropologiche e quella dei culti arborei lucani. Le Pro Loco, i Comuni, le Regioni, L’Apt e i Parchi cercano, dunque, di portare avanti un’azione sinergica di promozione, custodia e valorizzazione del patrimonio. Immaginare che tutto ciò possa diventare eventi turistici è fondamentale.

Perché nel 2019 –con tutto quello che abbiamo- ancora diciamo “POSSONO diventare eventi turistici”?

 

Dobbiamo immaginare per il futuro ciò che finora non c’è stato. Mi spiego: noi siamo fermi all’azione messa in campo a suo tempo da Perri e al lavoro fatto dalla dottoressa Minardi riguardo alla gestione del patrimonio culturale. In realtà tempo fa è stato avviato un tavolo tecnico per discutere di un piano strategico per il turismo e, come abbiamo avuto modo già di dire in quella occasione, è realmente necessario sedersi intorno a un tavolo per iniziare a programmare, a condividere e a darsi dei ruoli.

 

Sì, ma con tutte queste risorse a disposizione, materiali e immateriali, perché –a distanza di decenni- si aspetta ancora di sedersi attorno ai tavoli? Laddove un turismo di successo dovrebbe essere un fatto acquisito?

 

Credo che manchi una forte consapevolezza che il turismo possa diventare davvero un’opportunità di lavoro. È inutile nascondersi, anche il problema dello spopolamento produce una mancanza di risorse umane e professionali. Con Matera 2019 stiamo riscoprendo cosa vuol dire diventare una regione conosciuta nel mondo, ma il DOPO MATERA rappresenta la vera e propria sfida, perché è utile agganciare alla Città dei Sassi anche la conoscenza del resto della Basilicata e dei suoi borghi. I punti di eccellenza ci sono (Maratea, le Dolomiti Lucane, il parco del Pollino, la costa Jonica), e grandi sforzi sono stati fati, ma immaginare una programmazione sinergica sul turismo è fondamentale e bisogna investire sulle risorse umane. C’è la necessità di costituire una rete capillare che veda come protagoniste le Pro Loco: aprire un’agenzia di viaggio in un piccolo borgo sarebbe una follia. Legare un’attività di volontariato come quelle delle Pro Loco ad una di natura economica come quella delle agenzie di viaggio sarebbe invece importante. Già anni fa avevamo immaginato una rete di info point connessa al traino di Matera 2019, tuttavia questo progetto si è arenato. Oggi, tuttavia, credo sia opportuno riprenderlo.

 

In occasione di Matera 2019 sono scaturite diverse polemiche, specialmente da parte da alcuni intellettuali materani che ritengono di essere stati snobbati a favore di professionisti venuti da fuori regione e, soprattutto, il fatto che la città finora sia diventata una sorta di eventificio, oltre che luogo di piccoli negozi di souvenir. Lei cosa ne pensa?

 

Orgogliosamente dobbiamo prendere gli aspetti positivi di ciò che oggi Matera rappresenta. Per tutti i comuni lucani la Fondazione ha messo a disposizione delle somme importanti per realizzare le varie manifestazioni di “Capitali per un giorno”. Devo dire, in realtà, che siamo arrivati tutti impreparati, anche perché la sfida della capacità attrattiva di Matera era inimmaginabile. Un anno ci serve per vivere al meglio il programma culturale messo in campo per gli eventi, oltre che per le dovute analisi.

 

 

Nel 2020 Matera, però, non sarà più Capitale europea e il treno sarà passato.

 

Non bisogna commettere l’errore di “sommare” i tanti problemi che ci sono in Basilicata (petrolio, eolico, sanità, infrastrutture etc.) e iniziare invece a ragionare per settori: turismo, cultura, enogastronomia...

 

 

Lei cioè dice: puntiamo su quello che abbiamo.

 

Le soluzioni si ottengono solo con una valida programmazione e con un uso ottimale delle risorse. Una maggiore attenzione da parte delle istituzioni per poter dare il giusto valore a questa grande risorsa rappresentata dalle Pro Loco può comportare per Bardi “un esercito buono” di volontari che offrono il loro contributo importante nel settore turistico.

 

…La parola “esercito” le è uscita spontanea, visto che siamo in presenza di un generale.

 

 

(ride) No, in realtà già nel 2016 abbiamo coniato il nostro leitmotiv che è “un esercito buono di volontari, quali custodi di storia e tradizioni, oltre che promotori di turismo e territorio”. In questi anni, tuttavia, abbiamo avuto spesso l’impressione che la mole di eventi non si fosse adeguatamente percepita come un lavoro a servizio del turismo e della regione.

 

Si riferisce alle polemiche sulle sagre? Ogni anno, come sa, si ripetono: a proposito di quegli eventi che non paiono avere attinenza con il territorio, sul turismo “usa e getta”, sui soldi dati “a pioggia” etc.

 

Come Unpli nazionale, in merito alle sagre abbiamo messo in campo azioni strategiche. Una è legata a un accordo con il Mibac per le “sagre di qualità”, con un regolamento che si basa sulla valorizzazione dei prodotti tipici riconosciuti. Il regolamento è partito lo scorso anno. In Basilicata ci sono quattro sagre storiche riconosciute che si sono sottoposte ad attenta valutazione da parte della commissione, rispettando i dettami del regolamento. Si tratta della sagra di Barile dell’Aglianico del Vulture e del tumact me tulez, nostro piatto tipico; della sagra della Varola di Melfi; di quella del fagiolo di Sarconi e di quella dei fichi secchi di Miglionico. Questo è, dunque, lo spaccato positivo di ciò che abbiamo realizzato tutti finora. Contestualmente, abbiamo dato mandato alla Cgia di Mestre per calcolare il contributo pubblico conferito alle Pro Loco delle varie regioni per l’organizzazione degli eventi, valutandone anche le ricadute economiche e sociali sul territorio.

 

 

Quindi una ricognizione andava fatta.

 

Ma le pro loco hanno SEMPRE lavorato nell’ottica della valorizzazione dei prodotti, dei territori e anche dei monumenti. Se l’Apt ha ricevuto, nel corso degli anni, dei premi per la capacità di promozione del territorio è anche grazie alle Pro Loco, il cui lavoro è spesso sottovalutato.

 

Perché?

 

Siamo apartitici e apolitici: anche se ogni tanto- caso raro- emerge fuori qualche scontro politico fra pro loco e amministrazione. Ma si tratta di una collaborazione imprescindibile. Bisognerebbe rendersi conto degli enormi sforzi che si fanno nelle pro loco. Si tratta di una straordinaria attività di volontariato.

 

Lei da presidente non percepisce nessun emolumento?

 

Assolutamente no, salvo un rimborso spese per la benzina e per il telefono. Posso assicurare che il più delle volte tutti i presidenti e i volontari ci rimettono, specialmente in termini di tempo.

È difficile fare il presidente dell’Unione di tutte le Pro Loco dei paesi, fra i vari campanilismi? Le tocca far da “paciere” ogni tanto?

 

(sorride) La presenza dell’Unpli, che dipende dell’Apt, consente di svolgere un ruolo aggregante per tutte le cento e otto Pro Loco. In realtà noi abbiamo lo stesso statuto e condividiamo le medesime preoccupazioni, i momenti di festa e realizziamo, una volta l’anno, una giornata regionale con la partecipazione di altre regioni. Abbiamo coniato, inoltre, il premio Unpli Basilicata che consegniamo a personaggi illustri della Regione.

 

Se potesse prendere Bardi sotto braccio, cosa gli direbbe?

 

Gli consegnerei innanzitutto la tessera onoraria della Pro Loco di Filiano e gli direi di dare il giusto risalto a un mondo di volontari, come quello delle Pro Loco, capace di produrre effetti validi sul sistema turismo.

 

Il libro che la rappresenta?

 

“La Lucania” di Angelo Bozzi.

 

Il film?

 

Il recente “Lucania”, di Gigi Roccati.

 

La canzone?

 

“Lukania” dei Krikka Reggae.

 

L’Unpli ha una sede?

 

Al momento siamo ospitati dal Comune, nella sede operativa della Pro Loco di Barile. Siamo in attesa che ci diano la sede –come da atti fondativi- presso gli uffici regionali.

 

Tra cent’anni, sperando che vi abbiano dato la sede, cosa vorrebbe vi fosse scritto, su una targa dedicata a lei ?

 

«Innamorato della sua terra e della vita».

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di Luigi Fanelli*

 

A distanza di tempo dall’ultimo articolo sulla gestione e stato di salute delle piante arboree nelle aree ripariali e i danni subiti dopo le ultime nevicate, ritorno a curiosare e a riflettere sulle condizioni in cui vertono gli alberi del fiume Basento e come si sta procedendo nella loro gestione.

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Sul n. 25 di Controsenso, il Prof Giuliano, Garante regionale per l’infanzia, ed il Presidente Cicala illustrano l’attività dell’Osservatorio per l’Infanzia.

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di Walter De Stradis

 

Profilo aquilino, ciuffo bianco e occhi chiari e vispi, il giornalista politico di La7 Franco Rina (lucano di Nova Siri) è il direttore e ideatore di “Cinemadamare”, un festival itinerante, il più grande raduno di giovani filmaker del mondo,

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