- Scritto da Redazione
- Sabato, 10 Aprile 2021 09:18
di Antonella Sabia
Risale alla metà degli anni ’50, l’inizio dei lavori di costruzione dell’edificio che per oltre 40 anni ha ospitato il cinema Ariston, per tanto tempo unico stabile realizzato per tale scopo.
Chiuso per diverso tempo in seguito al Terremoto dell’80 per verificare la tenuta della struttura post sisma, iniziò la sua fase di declino oltre 10 anni dopo, nel 1993, quando lo stabile venne chiuso per consentire la realizzazione del palcoscenico e servizi accessori.
La chiusura definitiva avvenne due anni dopo, quando vennero evidenziate delle carenze in termini di sicurezza.
Ancora oggi, lo stabile che si erge a due passi dal cuore della città, rimane un contenitore dismesso, fatiscente e indecoroso, ma l’edificio rientra nella proprietà di un privato cittadino: nel tempo, pur avendo vagliato diverse ipotesi progettuali, di fatto non si è mai arrivati ad una soluzione.
“All’epoca dell’acquisto da parte del privato, l’obiettivo doveva essere quello di poterlo demolire e ricostruire, conservando la destinazione d’uso secondo quelli che erano i dettami di una scheda dei PRUSST (Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio), una sorta di memoria storica dei volumi originali. Questo affonda le sue radici nella notte dei tempi, un processo che si è stoppato per delle vicissitudini amministrative e politiche e non ha visto più il suo completamento”, ci ha detto Antonio Vigilante, assessore comunale all’Urbanistica, Condono e Ricostruzione.
Con il passare degli anni, si è andati incontro ad una sorta di dinamica di anti-economicità nella realizzazione di una sala cinematografica, e una successiva idea fu quella di realizzare un parcheggio con annessi servizi, ma anche in quel caso tutto è rimasto nel campo delle ipotesi, complice inoltre la crisi economica nel 2008 che ha visto il procrastinare degli investimenti.
“Abbiamo avuto modo di interfacciarci con l’ingegnere incaricato dal privato. L’incontro è avvenuto durante la ‘pausa pandemica’ estiva, riservandoci di poter approfondire alla luce del Super Bonus del 110% di cui tanto si parlava per la riqualificazione, ma che in realtà ragiona su interventi per strutture con destinazione d’uso residenziale. Verosimilmente, nella disamina delle opportunità, abbiamo valutato la possibilità di una permuta, in questo caso bisognerebbe incaricare l’Agenzia del Territorio per la stima del valore immobiliare sia del bene da cedere sia di quello da acquisire, in modo tale da venire in possesso di questa struttura e renderla poi oggetto di finanziamenti europei. Dal nostro punto di vista sarebbe utile utilizzare tale edificio come Torre Parcheggio, che da via Mazzini consentirebbe di posteggiare e raggiungere il cuore del centro storico a due passi”, afferma Vigilante.
Negli anni, questo fantasma di cemento, uno dei simboli del declino lento del centro storico cittadino, ha fatto tanto parlare di sé anche in termini di sicurezza, e ha destato non poca preoccupazione la tenuta dello stabile, soggetto a crolli e con solai nel tempo completamente divelti. A questo proposito il Comune intende rassicurare i cittadini: ”L’ingegnere incaricato, dopo aver fatto delle verifiche, alla luce delle diverse soluzioni progettuali che la proprietà gli aveva affidato, ci ha rassicurato affermando che non ci fossero particolari criticità, supportato da documentazione approfondita. L’unica criticità innegabile è chiaramente legata all’elemento estetico sul quale stiamo cercando di lavorare e al contempo abbiamo avviato un’interlocuzione con la Regione per consentirci una sorta di valorizzazione del patrimonio pubblico di proprietà dell’ente (qualora, ovviamente, avvenisse la permuta), funzionale a semplificare inoltre il processo di modifica della destinazione d’uso di uno stabile”, ha concluso l’assessore Vigilante.
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- Sabato, 10 Aprile 2021 09:00
di Walter De Stradis
«Questo è il classico piccolo comune lucano oberato da vecchi debiti che si perdono nel tempo», ci spiega la prima cittadina di Ginestra, non appena ci vede arrivare. Quarantacinque anni, Fiorella Pompa è stata eletta nel giugno 2016 in forza a una lista civica (“Uniti per Ginestra”), quando lei –come tutti gli altri, nel mondo- non immaginava nemmeno che di lì a qualche anno sarebbe scoppiata una Pandemia mondiale. Considerati i piccoli numeri del paese (circa 730 abitanti, dati di Wikipedia), verrebbe facile supporre che il Covid non ha fatto emergere chissà quali problematiche. E sarebbe une errore, come vedremo.
D: Oggi (giovedì – ndr), la veniamo a trovare in un giorno un po’ difficile, per un piccolo comune come Ginestra.
R: Sì, c’è un po’ di amarezza per alcune persone anziane che sono in quarantena e sono sole. Ad alcuni di loro, per la verità, è stata già somministrata la seconda dose di vaccino –in quanto ultraottantenni- e perciò sono fiduciosa che andrà tutto bene. Prego per loro. Li ho chiamati e stanno tutti bene, ma l’ansia per queste persone, sole e fragili, rimane sempre.
D: Ginestra finora non ha registrato decessi a causa del Covid, ma quali sono le questioni che vi preoccupano maggiormente?
R: Ginestra finora si è difesa egregiamente, perché non ci sono stati molti casi (e quando ci sono stati, siamo riusciti a intervenire), e le persone seguite hanno ottemperato con serietà alle prescrizioni. La mia preoccupazione maggiore risiede nel fatto che la maggior parte della popolazione è anziana; tuttavia gli ultraottantenni, come dicevo, hanno completato l’iter del vaccino, e in quanto ad anticorpi si può dire che sono tranquilli.
D: Con le vaccinazioni sta andando dunque tutto liscio?
R: Per la prenotazione delle persone fragili e per gli ultrasettantenni (in una seconda fase) è attiva questa piattaforma online, ma non tutti riescono ad accedervi (e infatti qualcuno lo stiamo aiutando noi), ma in questa sede vorrei fare una proposta al direttore generale dell’Asp.
D: Prego.
R: A Ginestra di ultrasettantenni ce ne sono solo sessanta, e anche questi non hanno figli e sono soli. Pertanto vorrei chiedere un punto vaccinale qui in paese: in un paio d’ore riusciremmo a fare tutto.
D: Attualmente le vaccinazioni non avvengono qui?
R: No. Gli ultraottantenni sono stati vaccinati qui, ma gli ultrasettantenni saranno spostati e smistati sia su Venosa sia su Melfi, ove si trovano i punti vaccinali.
D: E dunque crede sia difficoltoso per i suoi concittadini…
R: …sì, e temo che non tutti si vaccinerebbero, per questo ci terrei a farlo qui. Spero che l’Asp accolga il mio appello.
D: In questo anno di pandemia, da sindaco e da semplice lucana, qual è stato il suo momento più difficile?
R: Eh, la fase più dura è stata la seconda. Un anno fa, nel corso della prima ondata, qui a Ginestra non c’erano contagi, il che ci rendeva tutto sommato tranquilli, pur dovendo rispettare le regole. Dopo l’estate, invece, quando sono arrivati i primi contagi, è stato davvero difficile, dovendo “bloccare” i contatti, e anche a novembre, a ridosso di Natale, quando abbiamo avuto il picco di infezioni.
D: E com’è cambiato il suo lavoro di sindaco, da allora?
R: In un paese piccolo può sembrare che tutto è semplice e normale, ma così non è. E’ ancora più complicato, invece. Si può dire che adesso io viva stabilmente nella Casa Comunale. Una volta riscontrati i contagi, si è dovuto lavorare tanto. Ci sono stati momenti di difficoltà, con persone in situazioni economiche preoccupanti, famiglie con problemi seri, e quindi siamo dovuti intervenire anche con i sostegni alimentari. Quando i cantieri sono stati aperti, abbiamo anche cercato di andare avanti con i lavori di riqualificazione. Credo che abbiamo saputo amministrare quei momenti nel modo migliore possibile.
D: Secondo lei la Regione Basilicata come sta gestendo l’emergenza sanitaria? Quali i vostri rapporti con l’Ente? Intervistando alcuni suoi colleghi primi cittadini, non di rado è emersa qualche criticità nell’interfacciarsi con le figure apicali della Regione.
Confermo. L’unico punto di riferimento che abbiamo è l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Tlaliani – ndr), che non smetterò mai di ringraziare, perché ci fa da interlocutore con la Regione Basilicata. E’ un momento che nessuno si aspettava, nessuno sapeva come agire, e penso che anche il governo regionale si sia trovato spiazzato. Non resta che rimboccarci le maniche e lavorare “in tempo di guerra”.
D: Però confermava la difficoltà a interloquire con la Regione.
R: Sì, perché non riusciamo a trovare un canale di comunicazione. Anche se chiamiamo…mi dispiace, ma… Cioè, ci sono consiglieri regionali che ci rispondono e che sono davvero persone perbene, per carità, ma non si riesce ad avere in tempo reale le Ordinanze. Ci arrivano tramite giornali. Ne viene a conoscenza prima la stampa e poi noi. Ma alla fine noi siamo qua a lavorare, e ci mettiamo l’anima.
D: Si riferisce alle ordinanze del Governatore?
R: Sì, a tutto. Ci arrivano in un secondo momento, dopo che le abbiamo acquisite dalla stampa.
D: E se lei potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?
R: Molte sarebbero le cose da dire in questo momento. Ma oltre alla Pandemia, gli parlerei del caso Stellantis che interessa Ginestra, così come tutti i comuni della Basilicata. Se le voci di ridimensionamento diventassero realtà, sarebbero guai per tutti. Nel mio comune c’è almeno un centinaio di persone che lavora a San Nicola di Melfi.
D: Senza contare la questione collegamenti e l’annosa faccenda dell’Oraziana.
R: Beh, devo dire che –oggi come oggi- non ci sono grossi problemi di accessibilità, a parte piccoli smottamenti. Ginestra è diventato un paese centrale: in sei minuti siamo a Venosa, in dieci a Rionero. Con Melfi siamo ben collegati. E’ logico che investire nelle infrastrutture significa sempre concorrere allo sviluppo dei paesi, e speriamo che anche in futuro questi investimenti ci saranno.
D: Il Covid ha fermato e/o rallentato un po’ tutto, ma non appena sarà possibile, su cosa il suo Comune investirà per ripartire dal punto di vista turistico e culturale?
R: Sul turismo scolastico legato alla natura. Eravamo già partiti prima del Cvoid, ma poi abbiamo dovuto annullare alcuni appuntamenti già presi con le scolaresche. Noi abbiamo un giardino etno-botanico, l’unico nell’area, e su di esso è stato effettuato uno studio da parte delle Università di Londra e di Miami, attraverso il quale è stata riscontrata la presenza di erbe officiali anticancerogene. Abbiamo investito molto su questo orto e abbiamo iniziato a fare dei laboratori con gli alunni, attinenti alla trasformazione delle erbe officiali in profumi e saponi. I ragazzi si sono entusiasmati, ma poi è arrivata la Pandemia… tuttavia noi siamo pronti per ripartire e speriamo di farlo quanto prima.
D: Questo è anche il paese d’origine di Raffaele Ciriello, fotoreporter che ha dato la vita per il suo lavoro (restò ucciso a Ramallah, in Palestina)…
R: Gli abbiamo dedicato la piazza principale del paese e sicuramente in futuro penseremo ad altre iniziative in sua memoria: abbiamo già realizzato delle mostre fotografiche… e se la famiglia ci concederà il materiale, potremmo pensare di trasformarle in una mostra permanente.
D: Sul versante della musica popolare, mi risulta che in paese ci sia ancora una nonnina di 95 anni (Fiorina Pentagine – ndr) ultima depositaria della tradizione dei canti arbereshe…
R: Sì, ma non è la sola. C’è un gruppo di anziani che ha anche inciso un cd (“nder zhure: Canti Tradizionali Arbereshe di Ginestra” - ndr). Purtroppo, come sa, la parlata arbereshe avviene solo fra le persone anziane, ma noi stiamo facendo di tutto per preservarla e insieme ad altri comuni stiamo mettendo in campo dei progetti di recupero. Sperando che ci arrivino le risorse.
D: Il film che la rappresenta?
R: “Questo è il mio paese” con Michele Placido, che è stato anche nostro gradito ospite al “Borgo dei Sapori Arbereshe” (manifestazione annuale, attualmente interrotta per la pandemia).
D: La canzone?
R: Mi piace molto Fabrizio De Andrè.
D: Mettiamo che fra cent’anni scoprano una targa a suo nome qui al Comune, in quanto prima donna a divenire sindaca di Ginestra: cosa le piacerebbe ci fosse scritto?
R: In effetti, c’è una piccola parola che mi rappresenta: “libera”.
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- Sabato, 03 Aprile 2021 08:57
di Walter De Stradis
Clikka sulla foto e guarda il video andato in onda su LUCANIA TV
Pastore (ancora per qualche tempo) del gregge del suo paese natio, ma anche studioso, saggista, antropologo ed etnomusicologo: nei settantacinque anni splendidamente portati di don Giuseppe Filardi, c’è tutto questo e anche di più. Figura rispettata e conosciuta tanto nell’ambiente ecclesiastico quanto in quello accademico (è autore di diversi, preziosi volumi di carattere storico e religioso), Don Peppino è universalmente conosciuto come colui che –col sostegno delle istituzioni, di giovani appassionati delle tradizioni, nonché di studiosi di livello internazionale- ha consolidato il Maggio accetturese (quello del celeberrimo rito arboreo) come un evento socio-religioso-antropologico di caratura mondiale. Lo abbiamo incontrato nel suo piccolo studio di Accettura (Mt), in cui conserva ancora il mobilio di quando era giovane parroco di Capomaggiore (Pz), comune che recentemente gli ha tributato la cittadinanza onoraria.
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- Lunedì, 29 Marzo 2021 19:48
La Consigliera di Parità della Regione Basilicata, Ivana Pipponzi, sta procedendo alla rilevazione sulle quote di genere nei Comuni lucani.
Al fine di svolgere funzioni promozionali e di garanzia contro situazioni di squilibrio di genere nel mondo della politica lucana, la Consigliera ha inviato a tutti i Comuni lucani una nota con cui si chiede di compilare un questionario indicando il sesso del/della Sindaco/a, quello del/della Presidente del Consiglio comunale ed il numero delle donne nei Consigli comunali e nelle Giunte.
- Scritto da Redazione
- Sabato, 27 Marzo 2021 09:07
di Antonella Sabia
Rieletto lo scorso 13 marzo, Leopoldo Desiderio sarà il Presidente del CONI Basilicata anche per il quadriennio 2021/2024. Prima della pandemia il CONI Basilicata si era mosso a 360° mettendo in campo diversi progetti, tra i più interessanti “Un calcio al passato”, con cui si è entrati nelle carceri (tra i primi in italia) a portare ogni giorno uno sport diverso per 4 mesi..con lui abbiamo affrontato qualche aspetto del difficile momento che lo sport sta vivendo.
«Nelle scorse settimane, Malagò, Presidente del CONI, ha concordato con il Commissario straordinario all'Emergenza Covid. il lucano Figliuolo, di mettere a disposizione la sua rete territoriale al servizio dei cittadini. Inoltre, si è parlato della possibilità di vaccinare gli atleti: abbiamo già fatto le prime riunioni con la Federazione Medico Sportiva che ci supporterà nella parte medico scientifica. Tutte le attività sportive stanno pagando il peso di questa pandemia, gli unici che un po’ si sono salvati sicuramente sono gli atleti e le società coinvolte in attività professionistiche. Tutto quello che invece riguarda le serie minori e i campionati giovanili purtroppo hanno subito uno stop, eppure sappiamo che i vivai sono l’anima delle società sportive e successivamente potranno dare i loro frutti, ridare una linfa a tutte quelle associazioni che si occupano di attività sportiva».
D: Cosa servirà al momento della ripartenza a questa società?
R: Sotto la cenere c’è sempre il fuoco, l'Araba Fenice è sorta dalle ceneri e credo che noi avremo la forza e il coraggio di riaprire e ricominciare come prima, qualche cosa sicuramente si perderà ma bisognerà andare avanti. Siamo degli sportivi e sappiamo rialzarci sempre dalle sconfitte.
D: La politica cosa ha fatto e cosa avrebbe dovuto fare?
R: Forse poteva fare qualche cosa in più, ma non bisogna mai buttare benzina sul fuoco, perché secondo me hanno avuto problemi ben più gravi da dover fronteggiare. Credo che successivamente, risolti alcuni di questi, torneremo a risorgere. Avevamo scritto anche noi una settimana fa una lettera in Regione, non appena abbiamo compreso che c’era qualcosa nell’aria che riguardasse i sostegni alle società. Ho chiesto di poterci incontrare e di poter programmare attività di comune accordo e poter garantire qualche sostegno economico a queste società. So che sono tempi duri, ma aspetto fiducioso.
D: Potenza Città Europea dello Sport: un'occasione persa?
R: Spero che a maggio potremmo fare qualche riunione per poter programmare anche questa cosa. A lungo ne abbiamo parlato al Comune e la risposta è stata positiva al 100%.
Sostegni agli operatori dello sport: la risposte della Politica
Tra i settori economici più colpiti dalla pandemia, va annoverato certamente quello sportivo. Economici, sì, perché la stragrande maggioranza delle società sportive diventano a tutti gli effetti delle aziende, alle prese con bilanci, spese e introiti, a seconda delle categorie di appartenenza. E se i campionati professionistici hanno avuto il via libera lo scorso autunno per provare a rimettersi in gioco, a pagare le maggiori conseguenze sono state tutte le società dilettantistiche che, dopo un anno di stop, sono allo stremo, senza sostegno e senza possibilità di programmazione. È proprio degli ultimissimi giorni, lo stop definitivo della FIGC al campionato di Eccellenza maschile lucano. E dopo la lettera indirizzata al presidente Bradi, in cui viene lanciato un grido di allarme da alcuni presidente dei massimi campionati sportivi in Basilicata (Potenza Calcio, CMB Matera, Volley Rinascita Lagonegro, Basilicata Nuoto e Olimpia Basket Matera), si è aperto un acceso dibattito politico sull'importanza di mettere in campo uno forzo per un settore che va trattato al pari degli altri e non abbandonato a se stesso.
“Lo sport è importante non solo per i suoi aspetti agonistici, ma anche perché è uno straordinario mezzo di emancipazione e promozione sociale di un territorio. Vanno difese le nostre eccellenze agonistiche per non disperdere un patrimonio di storia della Basilicata che negli anni ha dato lustro alla nostra terra anche fuori dai confini lucani diventando in alcuni casi un motivo di vanto per la Basilicata che sa vincere”, è stato il commento del vicepresidente del Consiglio regionale Polese.
“Se il monito, da un anno, è che ‘nessuno sarebbe stato lasciato indietro’, è oggi opportuno considerare la condizione delle società sportive, valutando la predisposizione di alcuni strumenti di sostegno rivolti a questa categoria, non meno importante di altre per il tessuto economico regionale e, in molti casi, unica fonte di sostentamento per numerose famiglie”. E’ quanto sostengono, in una nota, i componenti del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia della Regione Basilicata.
E dal presidente Bardi e dall'assessore Cupparo arriva una risposta con dati e contributi erogati, con il bando “Sport promoturismo Basilicata” e l'avviso per erogare “Misure di sostegno a favore di operatori del settore dello sport”. “La giunta regionale, inoltre, ha proceduto ad agosto 2020 ad approvare il Programma regionale triennale 2020/2022 per lo sviluppo dello sport - dicono Bardi e Cupparo - proprio in una fase nella quale erano sospese le gare e le competizioni ludico-amatoriali con le attività connesse, praticate a livello dilettantistico di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento. Un segnale di attenzione verso il mondo sportivo, con la certezza che saremo pronti con la programmazione non appena le attività sportive potranno riprendere a regime”. E nella stesa serata di mercoledì 24 marzo, è arrivato il sì dalla Quarta Commissione, per la prima annualità del suddetto piano per lo sviluppo dello sport. Il finanziamento complessivo ammonta a circa 670mila euro.
“Specie in questa fase che registra ancora la sospensione di numerose attività sportive ed amatoriali a causa della pandemia la Regione – ha sottolineato l’assessore Cupparo – non rinuncia alla sua azione e riconosce, infatti, la naturale vocazione dello sport a promuovere i concetti di inclusione, partecipazione, rispetto delle regole, solidarietà e democrazia, facendo espresso riferimento alla pratica delle attività sportive dei diversamente abili, quale mezzo privilegiato di sviluppo individuale e di rieducazione”.
(Ant. Sab.)
- Scritto da Redazione
- Sabato, 27 Marzo 2021 09:03
di Walter De Stradis
Ha una voce squillante, ma gentile, Marianna Iovanni, giovane sindaca pentastellata di Venosa, la bellissima città di Orazio. Accentuati dalla mascherina, l’espressività di alcuni sguardi -che hanno sottolineato diversi passaggi della conversazione- è stata una componente significativa di questa intervista, che potrete maggiormente apprezzare nella versione video in onda su Lucania Tv, a partire da sabato sera alle 20.
- Scritto da Redazione
- Sabato, 20 Marzo 2021 09:06
di Antonella Sabia
Continua l'odissea della DAD per circa 7 milioni di studenti italiani nelle zone rosse. Anche in Basilicata, che dal 16 marzo è tornata in zona arancione, gli studenti continueranno a seguire le lezioni a distanza, su provvedimento del Governatore Bardi.
Martedì scorso abbiamo contattato, Claudia Datena, Dirigente Ufficio Scolastico Regionale, per fare il punto ad un anno dall'inizio della pandemia.
D: Che periodo storico sta vivendo la scuola oggi?
R: Un momento di grandi cambiamenti e di continui adattamenti, la scuola ha affrontato quest’ultimo anno con grande capacità di resilienza, adeguandosi ai momenti dell’epidemia e alle indicazioni che sono state date dal Ministero e dalle autorità locali. A mio avviso si tratta di un momento di grande sofferenza, legato soprattutto alla necessità di svolgere le attività quasi esclusivamente a distanza.
D: Come influirà sulla crescita culturale e personale dei ragazzi?
R: Di sicuro ci dobbiamo aspettare degli effetti, molti dei quali sono già visibili. Se ne è parlato da più parti, la didattica a distanza è stato uno strumento prezioso per assicurare continuità alla scuola e all’azione formativa di bambini e ragazzi, ma dopo un anno mi sento di dire che la scuola non può vivere solo di DAD, soprattutto per gli alunni in età infantile. Questa è una modalità che sacrifica l’elemento della socialità che è fondamentale non solo per la crescita personale, ma anche ai fini dell’apprendimento, questo elemento protratto nel tempo sarà penalizzante per i nostri ragazzi.
D: Ha avuto modo di riscontrare un cambiamento del livello di apprendimento tra didattica a distanza e in presenza?
R: Sicuramente ci sono delle differenze, l’anno scolastico precedente ci ha visto affrontare il problema senza preparazione e inevitabilmente ci possono essere stati dei ritardi, delle lacune nello svolgimento dei programmi. Quest’anno la scuola è arrivata più preparata perché abbiamo avuto anche il tempo di programmare meglio, gli istituti si sono dotati di un piano per la didattica digitale integrata e hanno avuto la capacità di riorganizzarsi. Ci aspettiamo per quest’anno scolastico una situazione più completa nello svolgimento dei percorsi formativi, ma solo alla fine si potrà verificare quali sono stati i risultati di questo percorso.
D: Ritiene che la scuola sia stato uno dei maggiori catalizzatori del contagio?
R: Di questo se ne è discusso tanto, per tutte le misure di sicurezza che sono state adottate all’interno delle scuole, ritengo che non possa essere considerata un fattore di trasmissione. Il problema è tutto quello che poi si svolge all’esterno, che è interconnesso alla scuola, quindi spostamenti e trasporti, in particolare nella scuola secondaria di secondo grado, ove abbiamo un’incidenza piuttosto elevata di alunni viaggiatori, che hanno subito ritardi e problemi nell’adeguamento dei trasporti rispetto alle esigenze di distanziamento. C’è poi la questione degli assembramenti all’esterno degli istituti, o in prossimità delle fermate, quindi si tratta di un discorso diverso. Posso affermare con certezza che sono stati osservati scrupolosamente tutti i piani di sicurezza all’interno degli istituti, e questo non ha certo favorito la diffusione dei contagi.
D: Riguardo gli studenti più fragili, come si sono organizzate le scuole?
R: Le scuole hanno valutato autonomamente ogni singola situazione. I vari provvedimenti normativi sia del governo centrale che delle regioni hanno fatto salva, anche quando fosse istituita la DAD, la possibilità per questi studenti fragili (disabili o studenti con bisogni educativi speciali) di poter continuare la didattica in presenza, per assicurare una dimensione inclusiva del percorso educativo.
D: Per il futuro, è stata immaginata per esempio l'istituzione di una figura per il supporto psicologico all’interno degli istituti scolastici?
R: In realtà non si parla di “futuro”, in quanto a livello nazionale il Ministero dell’Istruzione ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, e lo stesso abbiamo fatto noi a livello regionale con l’Ordine degli Psicologi della Basilicata. Nelle singole scuole, sempre in maniera autonoma, sono stati attivati percorsi di supporto con dei professionisti, tra l’altro, le scuole hanno ricevuto anche dei contributi finanziari proprio per la sottoscrizione di queste convenzioni. Il supporto chiaramente è previsto non solo per gli alunni, in questo periodo, situazioni di disagio possono essere vissute anche dal personale scolastico.
- Scritto da Redazione
- Sabato, 20 Marzo 2021 08:52
di Walter De Stradis
Baffetti e pizzo bianchi, filiformi, occhio vispo, il 64enne professor Ignazio Marcello Mancini è il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata. E lo sarà fino al 2026, quando –spera lui e speriamo anche noi- l’istituendo Corso di Studi in Medicina sarà una solida realtà.
Lo abbiamo incontrato nel suo ufficio a Potenza (dalle vistose poltroncine rosse), rispettando i protocolli, alla presenza anche della professoressa Patrizia Falabella, Prorettrice alla Didattica.
- Scritto da Redazione
- Sabato, 13 Marzo 2021 08:57
di Antonella Sabia
Quanto ha influito la pandemia sulla vita dei pazienti affetti da diabete di tipo 1? Ecco il punto di vista del Dr Citro, responsabile dell’UOSD Diabetologia-Endocrinologia dell’ASP, di Angela Possidente, presidente Associazione di Genitori e di Giovani Diabetici della Basilicata, e Nadia Errichetti, mamma di una bambina diabetica di 10 anni e mezzo (quinta elementare).
- Scritto da Redazione
- Sabato, 13 Marzo 2021 08:40
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di Walter De Stradis
«Basilicata, terra di cinema! Non c’è solo Matera, splendida Capitale Europea della cultura per il 2019, tra le città location cinematografiche spicca anche Potenza. Soprattutto negli ultimi anni il Capoluogo si è prestato come set di numerose pellicole italiane girate e interpretate da registi e artisti noti. “La sorpresa”, del regista Ivan Polidoro, prodotto dalla Movie Factory di Roma, è uno dei più recenti film le cui scene sono state girante anche a Potenza.
Nel 2014 per le strade della città si sono aggirati attori come Carlo Buccirosso e Fabio Volo, interpreti del film “La grande seduzione” diretto da Massimo Gaudioso, che ha scelto come location lucane anche Castelmezzano e Pietrapertosa due splendidi comuni che ricadono nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
Sempre a Potenza sono state girate anche alcune scene dei film “Quando il sole sorgerà” (2012) di Andrea Manicone e interpretato da Lorenzo Flaherty, e “Il ragioniere della mafia” (2013) tratto dal romanzo omonimo di Donald Vergari, del regista Federico Rizzo e sempre con Lorenzo Flaherty».
Queste parole sono leggibili sul sito dell’Apt Basilicata e rendono evidente che, laddove sui film girati (in tutto o in parte) a Matera già nel 2007 esisteva un libro (Luciano Veglia, “Matera una città per il Cinema” – Edizioni Giannatelli) di oltre 250 pagine (che oggi sarebbero almeno il doppio), a proposito del capoluogo di regione, beh, finora ci dovevano bastare quelle poche righe istituzionali.
A dare una brusca sterzata a questo “trend” che finora aveva visto Potenza solo marginalmente lambita da produzioni cinematograficamente importanti, ci stanno pensando il regista romano Simone Aleandri e i suoi famosi attori (Alessandro Haber, Ambra Angiolini): in città da qualche giorno, vi rimarranno per un’altra quarantina di “notti”, necessarie al completamento delle riprese del film “La Notte più Lunga dell’Anno” (appunto).
Qual è dunque la vera novità? Che si tratta del primo film di un certo peso (se la memoria non ci tira un brutto scherzo) scritto su, pensato per e ambientato nel capoluogo lucano.
Abbiamo incontrato il quarantenne regista nella terrazza del Grande Albergo, ove soggiorna.
D: Come giustifica la sua esistenza?
R: Domanda difficile. C’è questa tensione di raccontare storie, che mi accompagna da diversi anni. Vi ho dato seguito attraverso il racconto del reale, coi documentari, e oggi mediante questo film di finzione che realizziamo qui a Potenza.
D: Il titolo apparso sui giornali è “La notte più lunga dell’anno”. E’ un titolo di lavorazione o è già definitivo?
R: E’ definitivo, fin dal primo momento. Il film racconta la notte del solstizio d’inverno -quella a cavallo fra il 21 e il 22 dicembre- in cui si intrecciano e si incontrano storie di personaggi che faranno i conti con la parte più intima di loro stessi.
D: Il soggetto è dello scrittore Andrea Di Consoli, autore e opinionista di origini lucane.
R: Il soggetto sì, la sceneggiatura è scritta da lui, da me e da Cristina Borsatti.
D: Si è letto che gli interpreti saranno nomi importanti (Ambra Angiolini, Alessandro Haber, Massimo Popolizio), ma mi interessa capire se questa storia, oltre che girata, sarà anche “ambientata” a Potenza. Come sa, diversi sono stati i film girati in Basilicata, ma poi ambientati in paesi e posti del tutto immaginari, luoghi di un “ipotetico Sud”.
R: Il film è stato pensato e scritto su Potenza. Con Andrea Di Consoli avevo già collaborato diversi anni fa per un documentario intitolato “Mater Matera” e quello per me fu il “battesimo” in Basilicata. Grazie ad Andrea ho imparato a conoscere questo territorio. Fu in quell’occasione che a lui venne l’idea di scrivere un soggetto su Potenza, e quindi questa non è una location pensata in un secondo momento per ambientarvi un film: il film è nato proprio pensando a questa città.
D: Se la memoria non m’inganna questo sarà il primo film fatto a Potenza e “su” Potenza. Venendo qui ha avvertito su di sé questa “responsabilità”?
R: Beh, sì. E devo dire che la cosa mi dà una motivazione in più. Potenza, cinematograficamente, è territorio vergine, ma ho sempre pensato che avesse un grande potenziale, almeno per quanto riguarda il tipo di storia che stiamo ambientando qui. Potenza è una città che si nasconde, piena di sovrapposizioni, è una manciata di luci buttate nel buio; dovendo noi raccontare la notte e la provincia del Sud, trovo che abbia delle caratteristiche urbanistiche molto interessanti, che è difficile trovare altrove in Italia: questi edifici pesanti, grigi, che poi si “amplificano” nella notte... infatti gireremo alle Scale Mobili, al Ponte Musmeci, al “Serpentone” e in alcune zone del Centro.
D: La descrizione che ha fatto della città lascia presumere che abbiamo a che fare con un film drammatico e non con una commedia.
R: Sì, l’impianto è sicuramente drammatico.
D: Trova che Potenza sia una città un po’ “noir”?
R: Beh, l’ambientazione notturna del film rimanda un po’ al noir, ma il taglio non sarà quello.
D: Lei ha già fatto un primo incontro con i potentini quando c’è stata la selezione delle comparse. Si è sentito un po’ un “Uomo delle Stelle”, al momento di arrivare in una città nella quale il cinema non c’era quasi mai stato?
R: Ho avuto sensazioni molto positive. Ho avvertito un grande senso di ospitalità ed entusiasmo da parte della gente. Come diceva lei, è la prima volta che viene raccontata la città e ci sono molte aspettative. Un po’ mi dispiace non poter frequentare di più la popolazione a causa della Pandemia: giriamo di notte e tutto il giorno stiamo in albergo, e dobbiamo per ovvie ragioni vivere in un ambiente protetto. Spero di rifarmi una prossima volta.
D: Che tipo di aspettative avevano i Potentini che si sono presentati al provino?
R: Avevano molta curiosità. Questa inedita situazione per la città ha amplificato il desiderio di esserci ed è mia intenzione coinvolgere molto la gente del posto.
D: C’è una cosa di Potenza che non le piace?
R: Mmm. Ci devo pensare. Abbiamo iniziato le riprese da quattro giorni e magari questa cosa verrà fuori più tardi. Al momento, e lo dico sinceramente, non saprei cosa rispondere.
D: Il film, ovviamente, ha ottenuto il supporto della Lucana Film Commission...
R: Sì ed è prodotto dalla Clipper Media di Sandro Bartolozzi, in collaborazione con Rai Cinema.
D: Ieri (lunedì scorso – ndr) ha incontrato gli amministratori. Era la prima volta?
R: No, avevo già avuto modo di incontrare il sindaco e ieri, insieme a Massimo Popolizio, siamo stati ricevuti al Comune...
D: Lei è di Roma, e dicevamo che ha già lavorato in Basilicata. Quando si fa un film sul Sud è facile scadere nell’oleografia, nel mito di un Mezzogiorno che non c’è più, nelle immagini stereotipate. E questa cosa è successa anche con diverse produzioni realizzate in questa regione... qual è la ricetta per non cadere nel tranello?
R: Mah, io ho già raccontato molto il Sud con i miei documentari e credo che questo nuovo film si allontani drasticamente dallo stereotipo e dall’oleografia. E’ un’intenzione che era già presente a livello di scrittura del soggetto, da parte di Andrea Di Consoli. Se nell’immaginario collettivo spesso il Sud rimanda a un posto solare e caldo, noi stiamo ambientando questo film di notte e al buio... basterebbe già questo...
D: Glielo chiedevo perché anche in tv, e di recente, si ascoltano questi accenti forzatamente marcati...
R: Il nostro non è un film dialettale, da sottotitoli, ma c’è l’intenzione di raccontare questo posto, questa provincia “di frontiera”: così la concepiamo. Credo che in qualche modo Potenza, in virtù dell’impianto urbanistico di cui le parlavo, abbia la capacità di raccogliere e di condensare diverse realtà provinciali del Sud, non solo dell’Italia, ma anche del Mondo. Ci sono questi paesaggi molto aperti... una sorta di “Texas italiano”.
D: Ma ai tempi del Covid come si lavora sul set? Immagino siate tutti sottoposti a tampone e che dobbiate comunque rispettare le distanze...
R: E’ molto difficile. Sì, siamo sotto stretto controllo, ci facciamo il tampone ogni tre giorni e dobbiamo rispettare delle distanze. Sul set lavoriamo con le mascherine e gli ambienti vengono continuamente sterilizzati, prima e dopo le riprese. E questo, ovviamente, porta via molto tempo e grava anche sui costi di produzione. Fare un film al tempo del Covid è assai più complicato.
D: Anche perché immagino si lavori nell’incertezza, non sapendo quando e se le sale riapriranno. Lei stesso magari si domanda se il film uscirà effettivamente al cinema...
Ce lo auguriamo tutti. Il film è stato pensato per il grande schermo e speriamo di lasciarci alle spalle quanto prima questo brutto momento.
D: Ci sono state anche delle polemiche sulla chiusura di cinema e teatri. Diversi operatori sostengono che non era lì che si creavano i focolai e che, oltretutto, sono stati anche costretti a chiudere dopo aver adottato le misure per la prevenzione e aver fatto i lavori per la messa in sicurezza.
R: Condivido. A Roma molti cinema avevano adottato queste pratiche per poter ospitare in sicurezza gli spettatori e sinceramente mi auguravo che si potesse andare avanti in questo modo. Ho partecipato all’ultima edizione del Festival di Venezia, quando si era già in Pandemia, e la kermesse è riuscita molto bene, si sono applicate delle precauzioni (misurazione delle temperatura, prenotazione etc.). Penso che sia una prassi da poter utilizzare anche nelle sale cittadine.
D: Il Ministro della Salute è di Potenza. Cosa gli direbbe se potesse prenderlo sottobraccio?
R: Mi auguro che usciremo da questa situazione con rinnovato spirito... avverto che da parte della gente c’è molta voglia della sala, del teatro... sono momenti di aggregazione che mancano e forse andrebbe fatta qualcosa di più.
D: Il film, il libro e la canzone che la rappresentano?
R: Ce ne sono moltissimi che fanno parte del mio bagaglio. Lei poi mi fa queste domande...! (risate) Beh, visto che abbiamo iniziato le riprese il 4 marzo, potrei dirle Lucio Dalla, un autore a cui sono molto legato e che sto ascoltando in questo periodo. Lui come De Andrè... Anche sui film sono molto bulimico. Sono cresciuto con i film del neorealismo italiano, ho seguito la Novelle Vague francese, seguo il cinema americano e la nuova generazione, molto promettente, di registi italiani: Alice Rohrwacher, Jonas Carpignano, i fratelli D’Innocenzo...