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di Walter De Stradis

 

Fresca di riconferma, Incoronata “Tina” Zacometti, è la Presidente (locuzione scelta da lei) dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Potenza.

Ha la voce bassa e roca, e i modi spigliati.

D: L’ordine dei veterinari, rispetto ad altri, è un po’ meno noto …

R: …e vengono dette anche molte cose improprie. I veterinari vengono visti solo come “i medici degli animali”, laddove invece ci occupiamo di un po’ di tutto, a partire dall’alimentazione (dell’uomo): latte, formaggi, sicurezza alimentare. E invece, come accennavo, nel “confronto” coi medici la gente ci sminuisce sempre. E purtroppo si è visto anche a livello nazionale. Come le dicevo, invece c’è un’ampia branca della veterinaria che si occupa esclusivamente di sicurezza alimentare, nella quale l’animale manco lo si vede. Ci si occupa di caseifici, salumifici…

D: C’è chi dice anche che imparando ad amare gli animali, si finisce con l’amare sempre meno le persone.

R: Beh, certe volte succede! (Ride) Purtroppo, a guardare anche ciò che succede oggi nel Mondo, il peggior animale è spesso l’Uomo. Un errore però che non bisognerebbe mai commettere è quello di “umanizzare” l’animale: trattare e tenere un cane come un “figlio”, mettendolo a tavola o altre cose del genere, è un discorso egoistico, che non fa bene all’animale stesso. Peggio ancora quando lo si tratta come un giocattolino, cioè come una cosa che quando non ti piace più, la butti in mezzo a una strada.

D: Che spessore ha in Basilicata il fenomeno dell’abbandono degli animali, i cani in particolare?

Fortunatamente non credo sia presente in larga misura. Però c’è. Un collega mi ha recentemente raccontato di aver trovato dei “pinscher”, caratteristici cani da appartamento, abbandonati nel bosco: si sono fatti accarezzare, cosa che di solito non avviene con i randagi. Erano quindi stati abbandonati da qualcuno.

D: Per un giovane che si vuole laureare e intraprendere questa professione ci sono sbocchi qui da noi?

R: Gli sbocchi, quelli buoni, sono nel sistema sanitario pubblico (a breve dovrebbe esserci un ricambio attraverso alcuni pensionamenti). Per quanto riguarda i piccoli animali ci sono strutture ben organizzate nel privato. Sulla zootecnia, seguita da liberi professionisti, abbiamo qualche difficoltà -oggi la veterinaria sembra concentrarsi più che altro sui piccoli animali- ma ci sono giovani colleghi che si stanno dando molto da fare.

D: Lei come presidente dei veterinari ha avuto la possibilità di incontrare Bardi o gli assessori?

R: Ho mandato delle email per la questione Covid (sicurezza e tamponi), e adesso scriverò a proposito delle vaccinazioni, perché noi siamo sanitari a tutti gli effetti, e soprattutto non ci siamo mai fermati.

D: Chi legge, in maniera semplicistica, potrebbe obiettare: “Vabè, voi avete a che fare con gli animali”.

R: Noi siamo soprattutto a contatto con I PROPRIETARI degli animali: chi lavora in ambulatorio vede tot cani e tot padroni, certe volte più i secondi dei primi. Se il padrone mi mantiene il cane, la vacca o la pecora durante una qualsiasi operazione, il discorso “distanziamento” diventa relativo. E infatti ci sono stati colleghi che hanno contratto il Covid -fortunatamente- con sintomi lievi, ma c’è stato anche un collega, il dottor Angelo Bochicchio (direttore UOC Area C del Dipartimento Igiene delle produzioni zootecniche all’Asp -ndr) , che purtroppo non ce l’ha fatta (la voce si incrina – ndr). Aveva contratto il virus sul lavoro, essendo andato a prendere parte alla commissione di un concorso...

D: Quindi dicevate di quella mail…

R: …sì, l’ho mandata alla Regione in quanto tale e alla Task Force. Tuttavia, forse per gli impegni e tutto il resto…

D: …non vi hanno risposto.

R: Non ci hanno risposto. Ne approfitto allora per sollecitare la possibile e futura vaccinazione dei colleghi! Loro vanno sul territorio e –come scrivevo nella mail- oltre a essere un possibile bersaglio del virus, possono essere loro stessi fonte di contagio per proprietari e allevatori. Finora sono stati inseriti nell’elenco del personale da vaccinare esclusivamente i veterinari dipendenti del SSN (hanno avuto il tampone e a breve, credo, saranno vaccinati, se non lo sono stati già)…

D: Quindi il suo appello è a favore dei veterinari che lavorano come privati.

R: Sì, i liberi professionisti. Che sono tanti.

D: Passiamo a tutt'altra questione. In Basilicata da anni c’è l’"invasione" dei cinghiali. C’è chi propone di creare un “indotto”, relativo alla macellazione e la commercializzazione di carne da cinghiale, come avviene nel Centro Italia.

R: Io non sono per la caccia, ma in effetti quella potrebbe essere un’opportunità, a fronte di un’invasione che può distruggere animali, persone (cinghiali sono stati visti a Potenza, a Sant’Antonio La Macchia) e raccolti. Inoltre, a quanto ci risulta dagli esami che facciamo in Associazione Allevatori, la macellazione del cinghiale già c’è.

D: E perché l’invasione non si riesce ad arginare?

R: Credo sia una questione politica. Non saprei dire se c’è incapacità o mancanza di volontà, so che il discorso caccia spesso va a cozzare con quello dell’anti-caccia… e poi bisognerebbe vedere chi dovrebbe gestire certe cose, perché ci vogliono i macelli adatti, così come quelli che catturano gli animali…Ci sono state delle associazioni di categoria che avevano messo in piedi un buon progetto, ma poi non è andato a buon fine.

D: C’è poi questa storia, quasi una fiaba d’altri tempi, della lupa “randagia” che ritorna a Potenza. Alcuni hanno puntato il dito contro una presunta “sporcizia” del capoluogo…

R: No, non è quello. La lupa probabilmente è “scesa” fin qui poiché, dopo essersi staccata dal branco, ha trovato una zona sua, che riteneva sicura. I lupi in genere non sono attratti dai cassonetti. Il problema è che il locale Ordine dei Veterinari non è stato contattato, come dovrebbe essere sempre quando si tratta di animali: ci sono colleghi specializzati in ambito animali selvatici, ma non sono stati minimamente tenuti in considerazione! Senza nulla togliere al collega di Salerno, ma pareva fosse l’unico che si intendesse di certe cose, e invece non è vero, perché le professionalità qui ce l’abbiamo. Io l’ho saputo dai giornali.

D: Ma è pericolosa questa lupa?

R: Se è da sola e incontra lei, se ne scappa. Ma è altrettanto chiaro che se in qualche modo si sente aggredita, reagisce. Essendo al di fuori del suo branco, si sente disorientata.

D: Forse la più bella immagine di fine anno è stata quel branco di cani in giro per Potenza, che poi si sono andati a “sedere” sul monumento al Leone cittadino, quasi come se sapessero…

R: (Ride) Sì, proprio su quel Leone che, poverino, è stato spostato diverse volte! Alcuni di quei cani molto probabilmente erano randagi sfuggiti alla cattura di routine, mentre altri, i più piccoli, quelli un pochino più “birbanti”, a mio avviso erano cani padronali abbandonati. E qui torniamo al discorso del cane preso come “giocattolo”.

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di Antonella Sabia

 

La pandemia da Covid 19, ancora in corso, ha messo a dura prova non solo il sistema sanitario, ma anche quello economico, un mondo che ha dovuto affrontare sfide complesse, in particolare se pensiamo al passaggio allo smart working. Abbiamo chiesto alla Consigliera di Parità, l’avv. Ivana Pipponzi qual è stato l’impatto sul lavoro femminile in Basilicata, e quanto sia stata modificata la vita delle donne, con l’adozione di queste nuove modalità di lavoro, che in alcuni casi hanno portato all’accentuazione del senso di isolamento e mancanza di tempo da dedicare a se stesse.

Chi è la Consigliera di parità? A mente del d.lgs 198/2006, è un organo istituzionale, di nomina ministeriale (Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero delle Pari Opportunità), deputata non solo alla promozione della parità di genere, ma soprattutto alla prevenzione e contrasto delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro, quale pubblico ufficiale.

D: Come è stato il 2020 lucano in materia di parità?

R: Senza dubbio il 2020 - anche lucano - è stato caratterizzato dall'emergenza sanitaria che ha comportato riverberi negativi anche in ambito socio-economico, come ho avuto modo di verificare stante la mia attività istituzionale che offre un osservatorio "privilegiato" sulle questioni di genere, specie del mondo del lavoro. Proprio a partire dal primo lockdown ho monitorato tutte le problematiche territoriali in termini di perdita di occupazione femminile. Nel 2020 ho rilasciato 39 pareri a pubbliche amministrazioni lucane in merito alla composizione delle commissioni esaminatrici su bandi pubblici, commissioni che, ai sensi di legge, devono essere rispettose delle quote di genere. Ho, altresì, rilasciato 18 pareri ai PAP (Piani di azione triennale) che le pubbliche amministrazioni sono obbligate ad adottare per favorire pari opportunità alle proprie dipendenti e ai propri dipendenti.

D: Quante lavoratrici si sono rivolte al suo Ufficio?

R: In questo difficile periodo di emergenza sanitaria, abbiamo osservato da un lato, come le donne lucane siano state protagoniste della tenuta del territorio (penso al personale medico e paramedico, alle lavoratrici delle filiere alimentari, etc.), dall'altro lato la perdita di moltissimi posti di lavoro, specie nel terziario e nei servizi, ambiti nei quali le donne lucane sono maggiormente occupate. Nell'ambito del contrasto alle discriminazioni di genere sul posto di lavoro, si sono rivolte al mio Ufficio 18 lavoratrici, quasi tutte dipendenti di pubbliche amministrazioni lucane, denunciando la mancata concessione di misure conciliative (ad es. mancata concessione della flessibilità oraria, del cambio turno, del part time etc.). Il 70% del casi è stato risolto positivamente a seguito di Conciliazione stragiudiziale.

D: Il suo Ufficio ha posto grande attenzione al nuovo modello di lavoro in Smart working.

R: Lo Smart Working, invero, dalla sua istituzione (2017) è stato da me fortemente caldeggiato e promosso presso le aziende pubbliche e private lucane convinta che, quale forma di lavoro "agile", flessibile e organizzabile, possa costituire un valido ed efficace aiuto alla conciliazione e una via alternativa al part time. Voglio ricordare il progetto pilota da me strutturato nel 2018 unitamente al CUG ARPAB che ha costituito un modello virtuoso adottato da tante Pubbliche Amministrazioni lucane.

D: Ci sono state segnalazioni sulla mancata concessione di “lavoro agile”?

R: Ci sono state moltissime lavoratrici che, nella prima fase del lockdown pur avendo richiesto l'applicazione del Lavoro Agile, lo stesso non era stato concesso (ovviamente si tratta di aziende private poiché per le pubbliche sussiste una obbligatorietà in tal senso); tanto mi ha indotto a diramare una nota circolare per sollecitarne e promuoverne l'applicazione. Da qui l'istituzione da parte del mio Ufficio del primo Osservatorio Regionale sullo Smart Working in ottica di genere, per monitorare il fenomeno e supportare le lavoratrici.

D: Lo smart working come ha stravolto il ruolo di donna-lavoratrice?

R: Un discorso più approfondito meritano le numerose lavoratrici impegnate nello "Smart working" (seppure in modalità semplificata), che per un verso ha costituito un'efficace misura di contenimento della propagazione del virus e un valido sostegno alla conciliazione vita/lavoro, dall'altro ha costituito l'ennesima tagliola segregativa per le lavoratrici spesso impegnate anche nella didattica a distanza dei propri figli. È necessario rilevare che spesso le lavoratrici sono poco ferrate quanto all'uso del digitale , a causa del gender digital divide che scontano le donne lucane. È importante sottolineare, peraltro, che spesso la casa non si è rivelata un luogo sicuro se pensiamo all'aumento dei casi di violenza domestica registrati (oltre 73% di chiamate in più al numero antiviolenza, 1522 rispetto allo stesso periodo del 2019).

D: Qual è l’auspicio per il nuovo anno?

R: L'emergenza Covid-19 ha accelerato, come mai accaduto finora, una rivoluzione, un cambiamento strutturale che va incoraggiato e seguito, ma anche monitorato con attenzione, per definire regole mirate per i lavoratori e le lavoratrici, le aziende e il sistema economico e sociale. Per questo ritengo che sia oltremodo necessario ripartire dalle donne che in questi mesi hanno dimostrato resilienza, capacità e competenze di grandissimo rilievo; peraltro, tutta la nuova programmazione europea e gli stessi finanziamenti della Next Generattion EU puntano su green e digitale, ambiti nei quali sempre più donne si stanno formando e troveranno occupazione nel prossimo futuro. Ripartiamo dalle donne perché è giusto, equo, fa bene ed è utile.

 

 

 

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di Antonella Sabia

 

Il 27 dicembre passerà alla storia come il V-day, giornata simbolo della lotta contro il Covid, in cui sono stati somministrati i primi vaccini, contemporaneamente nelle regioni italiane, e in alcuni paesi europei. Anche in Basilicata sono arrivate le prime dosi, e sono stati infermieri, medici e oss del San Carlo a sottoporsi alla vaccinazione. Primo tra tutti, il tarantino Felice Arcamone, triagista del Pronto Soccorso di Potenza, e una missione: dedicarsi al prossimo con abnegazione, formazione continua e aggiornamento. Amare il proprio lavoro, del resto, è il miglior modo per affrontarlo ogni giorno.

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di Antonella Sabia

 

POTENZA - A Bucaletto sorge il CSED Rotary, Centro Socio Educativo Diurno per diversamente abili, in una struttura comunale, donata diversi anni fa dalla fondazione Rotary, e gestito dalla Cooperativa “La Mimosa”. Abbiamo incontrato il presidente Francesco Ritrovato, insieme alla psicologa e coordinatrice del Centro, Antonella Marzario.

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di Walter De Stradis

 

Tommaso Coviello, di professione avvocato, 47 anni, stempiato, ma dal viso giovane, è il capogruppo della Lega in consiglio regionale.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: La mia è una storia di militanza col centrodestra lucano. Sono stato consigliere comunale d’opposizione ad Avigliano per dieci anni, oggi vivo felicemente questa esperienza di rappresentanza dei Lucani all’interno del consiglio regionale, e spero di lasciare una traccia del mio operato.

D: Lo chiedo a tutti i politici lucani della Lega che mi capitano a tiro: mi convinca che si è candidato col partito di Salvini (che fino a qualche tempo fa non era certo dolce con i Meridionali) per il puro interesse dei suoi corregionali e non per un suo mero calcolo politico.

R: Nel mio caso il calcolo politico non c’è mai stato, avendo sempre fatto scelte controtendenza: sono sempre stato una persona di centrodestra quando la Regione era in mano alla sinistra. Per quanto riguarda la Lega, mi ha colpito la vicinanza alla gente, che era ciò che mancava nella politica nazionale e lucana. Il risultato elettorale è dipeso proprio da questo, laddove fino a quel momento si era registrato uno scollamento del centrosinistra con la gente lucana. Oltretutto, mi piace sottolineare che quando Bossi, nell’ultimo consiglio federale, fece certe dichiarazioni sui Meridionali, io presi subito le distanze, senza alcuna esitazione. Mi preme l’interesse dei Lucani e anche sul Recovery Fund ho sposato l’indicazione del nostro presidente Bardi, che dice che sull’allocazione delle risorse…

D: …c’è stato uno scippo ai danni del Sud.

R: Assolutamente sì. La cosa va ripensata, se è vero com’è vero che in sede europea noi l’abbiamo spuntata su dei finanziamenti importanti anche in ragione dell’evidente divario economico Nord-Sud, che va assolutamente colmato.

D: …sicuro che Salvini sarebbe d’accordo con lei…?

R: Io credo che Salvini abbia mostrato maturità politica, chiarendo che tutti i territori hanno uguale dignità. Non credo abbia fatto qualche dichiarazione in senso contrario.

D: Quando l’ha conosciuto cosa l’ha colpita principalmente?

R: La praticità dell’uomo e la capacità d’ascolto. Cosa non comunissima in politica. Al di là di quello che può trasparire dai social, lui è uno che ascolta molto e si cala nelle istanze, ragion per cui ha ottenuti certi risultati al Sud. Ho conosciuto anche Berlusconi, ma quello parla sempre lui...

D: Tornando al Recovery Fund, c’è stato dibattito in consiglio regionale: la sua conclusione e quella di altri della maggioranza è stata: “rinviamoci a quando sapremo meglio come, quando e soprattutto QUANTO toccherà alla Basilicata”. Ma la Regione può fare delle proposte…

R: La Regione la ha GIA’ fatte.

D: Sì, ma quali sono?

R: Sono contenute in delle schede inviate, sulla base delle linee guida evidenziate dal Ministero. La Basilicata ha fatto una proposta che io definirei “strutturale”, perché va a completarsi con quelli che sono i fondi strutturali europei e con tutto ciò che la Regione ha in mano per poter programmare. E’ tutto contenuto nelle schede.

D: Cosa c’è scritto in queste schede.

R: Andare nello specifico diventa complicato, ma diciamo che per ogni tipologia possibile la Regione ha già evidenziato e ipotizzato una serie di interventi. Tenga conto però che il totale degli interventi ipotizzati ammonta a 13 miliardi di euro: io mi auguro che possano arrivare tutti, ma…

D: …difficilmente…

R: …sì, diventa complicato. Quindi ora tocca fare i “conti della serva”, ma quando avremo la certezza che alla Regione Basilicata saranno assegnati tre, quattro, cinque miliardi di euro, si deciderà sulla base delle priorità, che saranno evidenziate anche in un discorso di coinvolgimento delle minoranze (come richiestoci da una parte dell’opposizione).

D: Ma se lei avesse adesso, subito, questi soldini, su cosa metterebbe mano?

R: Sulle infrastrutture. Per farci uscire dall’isolamento: non abbiamo strutture viarie degne di tal nome. Attraversiamo la Potenza-Sicignano né più né meno come quarant’anni fa! Se un aeroporto diventa complicato, si può senz’altro pensare all’alta velocità. Abbiamo perso il “treno” importante dell’alta velocità Napoli-Bari, che –come sappiamo- ci sfiorerà soltanto. Io non so chi abbia concepito un tale progetto scellerato...

D: Ma che momento vive la maggioranza regionale? Ogni tanto si legge o si sente parlare di “rimpasto” in giunta (a parte le note fibrillazioni nella Lega)…un mesetto fa un suo collega (Baldassarre, di Idea), si diceva favorevole. C’è aria di rimpasto o no?

R: Questo è un momento delicato, in cui stiamo gestendo una fase di Pandemia. E svestendo i panni di consigliere, le dico che è stata gestita bene, sia dal punto di vista sanitario (checché ne dica parte dell’opposizione), sia dal punto di vista economico. Altre regioni hanno annunciato provvedimenti che poi si sono rimangiati. Noi li abbiamo annunciati, li abbiamo fatti e abbiamo pagato i cittadini. Il tutto nel mezzo di una carenza di risorse, un’eredità pesante del centrosinistra: più di 100 milioni di euro di “buco”, che tuttavia non siamo stati in grado di evidenziare, perché abbiamo approvato un bilancio in piena Pandemia. E’ pur vero che, da cittadini, ascoltando la gente e leggendo i giornali, si apprende che un po’ di difficoltà ci sono in merito a una identità di vedute della maggioranza. Ma questo dipende dal fatto che siamo una classe dirigente nuova, che necessita di un periodo fisiologico di ambientamento.

D: Ma il rimpasto lo farebbe o no?

R: Non compete a me dirlo. Io posso soltanto supportare i nostri assessori, Merra e Fanelli, e lasciare la scelta a chi di competenza.

D: Le faccio la mia solita domanda un po’ retorica, confidando che la risposta non lo sia: a Bardi non tiriamo le orecchie proprio su nulla?

R: Ma no. Il Presidente ha tutta la mia stima, professionale e politica, semplicemente sconta un po’ le difficoltà di chi non ha mai fatto politica attiva e viene da tutt’altro ambiente. Ha poi forse vissuto poco la Basilicata, specialmente alla fine della carriera, per ragioni professionali, ma ripongo la massima fiducia nel suo operato.

D: Ma ciononostante i cittadini spesso lamentano una certa distanza dal Palazzo, e Bardi appare poco presente e poco calato nella realtà “quotidiana” dei lucani.

R: Dalla mia posizione privilegiata di consigliere regionale posso dire che non è così. Il Presidente lo trovi negli uffici regionali il sabato e la domenica…

D: Mi auguro non solo in quei giorni.

R: No, no, intendevo ANCHE il sabato e la domenica. E quando è fuori è per impegni istituzionali (che adesso con la Pandemia si sono moltiplicati). E’ chiaro che poi il Covid ha fatto sì che diminuissero anche le occasioni di incontro “fisico”…

D: Certo, questo vale per tutti. Però contemporaneamente si è anche letto di questi stipendi un po’ “alti” dei suoi collaboratori più stretti, nonché della loro provenienza “non lucana”…magari il cittadino si aspettava qualche segnale diverso? Che dice?

R: Noi Lucani abbiamo un brutto vizio. In una terra così piccola, ci conosciamo tutti, e ottenere il numero di telefono del consigliere regionale o dell’assessore è questione di un nanosecondo; da un lato è una cosa bella, perché ti avvicina alla gente, dall’altro è una cosa brutta perché diventa tutto chiacchiericcio di piazza. Posso dirle che si è stati costretti a chiamare professionalità di fuori …perché in Basilicata come fai fai, sbagli. Se chiamavi uno che aveva già esperienza in quel tipo di incarichi, magari ti dicevano che non hai cambiato nulla. Guardi, ci sono delle regole per poter cambiare i manager, e affinché qualcuno di comprovata esperienza possa lavorare in Basilicata. Faccio un esempio: i manager della sanità guadagnano meno rispetto a tutti gli omologhi di altre regioni, quindi hanno difficoltà a “scendere” qui in Basilicata. Come accennavo, inoltre, quelli che ci sono magari avevano avuto esperienza col centrosinistra e allora…

D: …ma non penso che tutte le professionalità in Basilicata avessero questo “peccato originale”!

R: No, ma come dicevo, essendo la nostra una realtà troppo piccola, scontiamo questa difficoltà.

D: A proposito di Sanità, Bardi ha saputo giocarsela bene la questione San Carlo, riconfermando Spera (prima commissario e poi direttore generale)? Anche pensando a tutte le polemiche (con annesse spaccature interne vostre) sulla gestione Barresi…

R: Io le rappresento la mia personalissima opinione. Pino Spera da commissario ha dimostrato una grande efficacia, fondamentale per far ripartire il San Carlo; cosa che, devo dire, non ho visto nell’epoca Barresi. Ce lo raccontavano i pazienti, gli operatori sanitari, la “carne viva” di chi ci lavora quotidianamente. Spera per me è la persona migliore per il ruolo di direttore generale di una struttura che è centrale per tutta la sanità lucana.

D: Tornando al Recovery Fund, Saviano in tv ha detto che non vede uno Stato adeguatamente attrezzato nel monitorare gli interessi e le ingerenze della malavita, che starebbe acquisendo diversi alberghi e ristoranti in crisi. Recentemente il nostro procuratore antimafia, ad esempio, ha detto che il Metapontino è una zona ad altissimo tasso criminale. Bisognerà che anche da parte vostra ci sia controllo.

R: Il controllo è fondamentale, ma ci sono anche gli organi preposti a farlo.

D: Sì, ma un primo “filtro” politico ci deve essere.

R: Assolutamente sì. Ma la nostra non è una situazione assolutamente assimilabile alle regioni contermini, Campania, Puglia e Calabria. Abbiamo il vantaggio di esser piccoli e la criminalità organizzata non ha ancora messo gli occhi su di noi. Poi lei mi parla di Saviano, che sinceramente non mi è molto simpatico, e che ogni tanto deve giustificare la sua esistenza con qualche rappresentazione un po’ troppo “cruenta” delle cose…

D: …quindi non è come dice lui?

R: In Basilicata no. Un fondo di verità importante c’è sicuramente in Campania.

D: Un momento di questa Pandemia, magari anche intimo, che le è rimasto più impresso? Cosa si porterà dietro per sempre?

R: Ho vissuto il mio primo Lockdown completamente solo, perché –ahimè- sono separato, e ho preferito non stare a contatto, per preservarli, con mia mamma e i miei ragazzi. Pertanto, l’ho trascorso interamente all’interno del Dipartimento Salute, lì dove potevo rendermi utile, in un momento in cui non c’era nessuno. Ricorderò sempre quelle strade vuote e quello scenario raccapricciante.

D: Lei è avvocato: ha percepito il famoso bonus di 600 euro?

R: Assolutamente no, percependo comunque un’indennità che –a differenza di altri- non è legata alle sorti della Pandemia…

D: Quanto percepisce da Consigliere regionale?

R: Al netto circa seimila euro e dispari, comprensivi dei rimborsi forfettari.

D: Non crede possa essere un po’ troppo?

R: Credo sia il giusto, perché professionalmente ci rimetti e rischi molto: da avvocato io ho un reddito più elevato.

D: A microfoni spenti mi diceva che ha giocato a calcio fino a qualche anno fa. In politica qual è il "fallo da dietro" più grosso che ha subito?

R: In politica non c’è mai riconoscenza. L’ho imparato a mie spese. E quindi oggi alzo i gomiti, come fanno i centravanti, per difendermi.

D: Il film che la rappresenta?

R: “Il Gladiatore”, anche se magari è un po’ scontato.

D: Il Libro?

R: Mi piacciono le biografie eccellenti: ho letto molto su Kennedy.

D: La canzone?

R: “Mano a mano” di Rino Gaetano.

D: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

R: Che sono stato un servitore dei Lucani.

 

 

 

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di Walter De Stradis

 

Molte cose, in Basilicata, inevitabilmente passano da lei, tanto che alcuni, nell’ambiente, la chiamano “Lady Cultura” o addirittura la “Zarina” dell’ufficio regionale preposto, ma a lei questi epiteti, ci dice –qualora facciano riferimento al suo rigore, precisione e trasparenza- non danno fastidio, anzi.

«Anche perché io il teatro russo lo amo».

Patrizia Minardi, 50 anni, materana, da oltre sei anni è la dirigente dell’ “Ufficio Sistemi Culturali” della Regione Basilicata.

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di Antonella Sabia

L'8 dicembre ha preso il via il Piano “Italia Cashless” messo a punto dal Governo per incentivare l’uso di carte di credito, debito e app di pagamento, favorendo la digitalizzazione e la trasparenza. Si parte con l'Extra Cashback di Natale: basterà effettuare 10 acquisti fino al 31 dicembre per ottenere il 10% di rimborso fino a 150 euro, in negozi, bar, ristoranti, supermercati, artigiani e professionisti, senza importo minimo di spesa. Per partecipare, bisogna scaricare l'app IO, effettuare l'accesso tramite SPID e immettere i dati della propria carta. E la privacy? Ne abbiamo parlato con Sergio Veroli, presidente del Customers’ Forum, un'associazione indipendente di cui fanno parte le più importanti Associazioni di Consumatori, numerose Imprese Industriali e di servizi. “Da noi si incontrano associazioni e aziende per raggiungere diversi obiettivi: la difesa dei consumatori ex ante, la sostenibilità, la responsabilità sociale e la conciliazione”.

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di Walter De Stradis

 

Racconta di aver fondato con alcuni altri una “Corrente dei romantici” all’interno del Pc, e poi nel Pds, nei Ds e infine nel Pd.

Sessantatrè anni, già assessore regionale e Presidente della Provincia di Potenza, da sette anni è sindaco del suo paese, Lavello.

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di Antonella Sabia

 

Donare il sangue è una scelta di responsabilità, un atto di civiltà. Utile, talvolta indispensabile per salvare vite. Tra dubbi e paure, in questi mesi di pandemia, l'attività dell'AVIS non si è mai fermata, anzi è stata occasione per tessere una fitta rete di connessioni. Ce lo ha raccontato Anthony Clementi, presidente AVIS Potenza.

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di Antonella Sabia

 

Sono trascorsi 40 anni dal disastroso terremoto del 23 novembre, eppure a Bucaletto sembra che il tempo si sia fermato. Sulla Cittadella sorta post sisma nella periferia di Potenza, per troppo tempo simbolo di abbandono e degrado, anche i media nazionali hanno più volte acceso i riflettori. Ne abbiamo parlato con Rocco Quaratino, presidente dell'Associazione “Città bella”.

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