- Antonio Nicastro
- Sabato, 17 Marzo 2018 10:07
Oggi è in attesa di godersi la pensione da funzionario regionale ma possiamo senz’altro dire che si tratterà del classico “riposo del guerriero”, difficilmente Gianfranco Forese, questo il nome del “personaggio” di questa settimana, deporrà le armi. Egli è molto noto nell’ambiente dello sport per una intensa attività, dapprima come atleta e allenatore poi come arbitro di calcio e infine come dirigente federale.
Gianfranco, vogliamo riavvolgere il nastro e cominciare dall’inizio?
Come tutti i giovani della mia età ho cominciato a giocare a pallone nel Potenza ed ebbi come istruttori il prof. Casella, Michele Riviello e Masperi, dopo la trafila dei campionati giovanili passai all’Invicta, successivamente conclusi la “carriera” nella Frassati di Enzo Ponticelli.
Non solo calcio, vero?
Infatti, ho giocato anche a pallavolo in serie C, nella Juvenilia insieme, fra gli altri, ad Urgesi, Trambarulo, Lo Giudice, Basso. Ho poi allenato la Juvenilia femminile in serie B dove militavano le sorelle Gerardi, le sorelle Costabile e Marella Procaccio.
La notorietà però è arrivata nelle vesti di arbitro di calcio.
Nel 1970 feci domanda per diventare arbitro, la sede della FIGC era in via Rosica e presidente del Comitato Regionale era Agostino Telesca, iniziai la trafila a livello regionale, nell’anno sportivo 1978/79 passai ad arbitrare nei campionati interregionali e poi venni promosso ad arbitrare in serie C; nel 1979, in una cerimonia svoltasi a Tirrenia, venni premiato quale miglior arbitro della serie C, pochi mesi dopo un grave infortunio interruppe la carriera arbitrale che era proiettata verso le massime serie.
Ma il suo impegno nel mondo dello sport non è terminato con quell’infortunio…
E’ iniziata la mia carriera dirigenziale, dapprima come delegato per il settore femminile presso il Comitato Regionale della FIGC e poi, dal 2005, sono stato eletto consigliere del Comitato Regionale FIGC nella “squadra” del Presidente Pierino Rinaldi, sono ancora in carica, al terzo mandato consecutivo.
Il suo tempo libero lo impiega anche per cause più nobili.
Da qualche anno mi sono disegnato uno spazio nel mondo del volontariato. Ho fondato una cooperativa sociale ONLUS, Venere, di cui sono vice presidente, che all’inizio si è occupata di assistenza agli anziani con l’intento di inserire nell’organico alcuni disabili.
Oggi la cooperativa Venere è nota per la “gestione” del Parco Baden Powell.
Sì, nel 2009 partecipammo al bando indetto dall’Amministrazione della Provincia per l’affidamento del Parco Baden Powell.
E’ bene ricordare che fino ad allora il parco che è ubicato all’interno dell’ex Ospedale San Carlo, era poco frequentato e avvolto dall’abbandono e degrado.
Esattamente, dopo che abbiamo vinto il bando ci siamo dati da fare e il parco oggi è diventato un luogo molto frequentato soprattutto d’estate. Non è stato facile “bonificare” tutta l’area e abbiamo seri problemi con tante persone che non sono abituate a rispettare le regole.
A cosa si riferisce?
Alla gestione dell’area dedicata ai cani, per esempio: più di un proprietario non rispetta le regole che non consentono di frequentare il parco al di fuori dello spazio appositamente predisposto. Si creano contenziosi e malumori e non c’è la volontà di risolvere il problema, perché la Polizia Locale non ritiene di dover intervenire in un’area di proprietà della Provincia. A nulla sono serviti gli esposti presentati alle autorità preposte. La nostra volontà è di coinvolgere altre Associazioni per rendere fruibile al meglio gli spazi all’interno del parco, dall’anno scorso, per esempio, è stato destinato uno spazio, la voliera, gestito autonomamente proprio da un’Associazione. Cerchiamo in tutti i modi il coinvolgimento di altri soggetti, ma Potenza non è città inclusiva sotto questo aspetto.
Chi viene a mancare in questo discorso?
Le istituzioni, Comune e Provincia. Non si riesce ad agire all’unisono, palleggiandosi responsabilità e titolarità a intervenire; all’interno dell’area del parco insiste l’edificio della scuola Domenico Savio che è di gestione comunale, mentre il resto è di competenza della Provincia, quindi è bene che ognuno, per quanto di propria competenza, faccia la propria parte, ciò vale soprattutto per quel che concerne la pulizia delle aree.
Il Parco Baden Powell si trova all’interno del quartiere più “vivo” della città, come si inserisce nel contesto cittadino?
Siamo disponibili a interagire con tutti, la parrocchia e il Comitato di Quartiere in primis, mettiamo a disposizione gratuitamente le strutture del parco e della cooperativa per qualsivoglia iniziativa che possa rivitalizzare il rione, senza chiedere alcuna contropartita, come abbiamo sempre fatto fi no ad oggi. Dispiace che un progetto a favore dei disabili non sia andato a buon fine, avevamo candidato il progetto “diversamente parco”, ma purtroppo, pur avendo passato il vaglio della Fondazione con il sud,non è stato finanziato per mancanza di fondi. A dimostrazione dell’interesse verso i disabili, all’interno del parco opera l’Associazione Kalos, di cui mi onoro essere il presidente, che fra le altre attività organizza il centro estivo a cui partecipano anche ragazzi disabili a titolo assolutamente gratuito, ai famigliari chiediamo solamente una piccola quota per l’assicurazione.
Cosa si può fare per risollevare le sorti della città che vive un lento ma inesorabile declino?
Da potentino verace vorrei contribuire, con molta semplicità, a fare qualcosa per i giovani, essi non sanno cosa fare e non sanno dove andare, quelli che sono rimasti sono tutti sparpagliati. Il problema serio è che i giovani che non vogliono emigrare non ricevono aiuti concreti per la creazione di posti di lavoro; piccole aziende, ma anche cooperative possono essere una valida occasione per dare lavoro ai giovani, e invece si ha l’impressione che siano proprio le istituzioni a mettere i bastoni fra le ruote a chi vorrebbe darsi da fare per creare lavoro. Nel nostro piccolo noi della cooperativa Venere abbiamo cercato di fare qualcosa che avrebbe consentito di dare lavoro a qualche giovane, ma ci tagliano le gambe.
Da sportivo e da cittadino come giudica il fenomeno Potenza Calcio? Attorno alla squadra di pallone si è creato un entusiasmo che ha travalicato la passione sportiva
Giudico molto positivamente il clima che s’è creato attorno alla società di calcio cittadina e in tale prospettiva che, come cooperativa Venere, abbiamo stretto una fattiva collaborazione con il Centro Sportivo Italiano di Potenza, Ente di Promozione Sportiva molto attivo in città, che di fatto è parte integrante della cooperativa per le tante attività svolte nelle strutture del Baden Powell. E’ altresì mia intenzione coinvolgere persone creative, quali sono per esempio Peppe Centola del trio “La ricotta” e lo scenografo Vincenzo Pacilio, in modo da dare un valore aggiunto alle attività e iniziative di vario genere che oltre a creare momenti ludici possono creare nuove opportunità di lavoro.
In vista dell’estate, stagione in cui la fruibilità del Parco Baden Powell è massima, cosa bolle in pentola?
Tanto per cominciare, per meglio gestire l’aspetto della sicurezza, stiamo per attivare, a nostre spese, l’impianto di videosorveglianza.
A me risulta che l’impianto per la videosorveglianza era già esistente, in quanto messo in opera dall’Amministrazione Provinciale.
Mai entrato in funzione. Abbiamo altresì chiesto alla Provincia di poter installare, a spese nostre, alle spalle del bar, una pensilina che in caso di maltempo servirebbe a preservare le mamme in attesa che i figli escano da scuola.
Fino all’anno scorso c’era un laghetto posizionato nei pressi dell’area cani, che fi ne ha fatto?
E’ stato eliminato.