- Antonella Sabia
- Sabato, 27 Gennaio 2018 10:41
Di padri e figli, e di pallone. Di calcio, che muove il mondo, unisce i popoli e cementa le relazioni. Della “prima volta” in uno stadio.
Tanti i temi di cui si è discusso sabato scorso, durante la presentazione del libro di Fulvio Paglialunga, noto giornalista sportivo, intervistato da Sergio Ragone, con cui hanno dialogato anche Francesco Cutro e Gianluca Caporaso. Un libro che nasce dalla passione per il Taranto, la passione per i colori rossoblù che l’autore, portando per la prima volta suo fi glio allo Iacovone, ha cercato di tramandargli. Una fede calcistica per la squadra della propria città, come un’eredità da lasciare ad un figlio con la passione per la Juve, in serie A.
Un rapporto padre-figlio che si solidifica, un livello di condivisione che si alza nel momento in cui si entra attraverso i cancelli in uno stadio, si assiste ad una gara dagli spalti. Fino ad arrivare nelle pagine del libro, dove si passa dagli spalti ai prati verdi, ma la storia è sempre la stessa, i padri e i fi gli ed un unico comune denominatore: il pallone.
Così Paglialunga racconta le storie del “calcio che conta”: tra questi Cesare e Paolo Maldini, i Mazzola, Sandro e suo padre Valentino, deceduto nella terribile tragedia di Superga. Ci sono gli Schmeichel di professione portieri, e oltreoceano ci sono anche i Pelè e i Maradona, di cui si è discusso con i connazionali Leandro Guaita e Carlos França, oggi calciatori del Potenza. Accompagnati dal presidente Caiata, i due atleti hanno lasciato la loro personale testimonianza da amanti di questo sport fantastico che è il calcio, ma soprattutto in qualità di padri. Insomma, volti più o meno noti, che racchiudono sentimenti comuni: rabbia e tristezza per una gara andata male, o al contrario felicità e commozione. Fulvio Paglialunga ha raccontato tante storie, partendo dalla sua, partendo da Claudio e della sua prima volta allo stadio con papà.