fruttaVERDURA

A Potenza prosperano i punti vendita di prodotti alimentari lungo le strade della città: la stragrande maggioranza di essi riguarda frutta e verdura, basta muoversi lungo le principali vie cittadine per incontrare numerosi automezzi adibiti alla vendita che espongono senza precauzioni i prodotti.

Ci ha contattato un cittadino chiedendoci di rappresentare la sua preoccupazione per la possibile contaminazione di agenti atmosferici inquinanti che possono causare eventualmente problemi per la salute. Potenza è una delle città a più alta densità di auto per numero di abitanti, molti degli automezzi circolanti sono vecchi, per cui i gas di scarico sono particolarmente inquinanti: le polveri si diffondono lungo le strade e se ai bordi di queste strade ci sono punti vendita di prodotti ortofrutticoli giocoforza la merce in vendita verrà contaminata. Circa 4 anni fa la Corte di Cassazione emise una sentenza, contestata da alcune organizzazioni di produttori, che però va tenuta in debita considerazione. Il dispositivo della sentenza n° 6108 del 2014 pronunciata dalla terza sezione recita: “La messa in commercio di frutta all’aperto ed esposta agli agenti inquinanti costituisce una violazione dell’obbligo di assicurare l’idonea conservazione delle sostanze alimentari e rispettare l’osservanza di disposizioni specifiche integrative del precetto”. La sentenza è stata pronunciata contro il fruttivendolo in quanto egli deteneva per la vendita “tre cassette di verdura esposte all’aperto e, pertanto, a contatto con agenti atmosferici e gas di scarico dei veicoli in transito”. Situazione che si riscontra quotidianamente sulle trafficatissime strade potentine, due su tutte via del Gallitello e viale del Basento: molti venditori sono abusivi “storici” in quanto sprovvisti di autorizzazione a occupare il suolo pubblico, situazione nota alle forze dell’ordine che con una certa frequenza comminano multe per l’occupazione abusiva del suolo pubblico, ma che non ha mai risolto il problema. La legge richiamata dal supremo Collegio è quella sul trattamento degli alimenti (la n° 283 del 1962) il cui art. 5, lett. b), punisce, con l’arresto o con l’ammenda, l’impiego nella produzione, la vendita, la detenzione per la vendita, la somministrazione, o comunque la distribuzione per il consumo, di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione per cui, a parte la circostanza della vendita abusiva che non si riesce a debellare, sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale, modificando il proprio regolamento in materia di igiene pubblica, destini altri spazi dedicati in zone dove il traffico veicolare è inibito, così da evitare denunce penali a carico di commercianti che si rendono protagonisti del reato di cui sopra ed evitare agli incauti acquirenti eventuali problemi di salute. Esiste altresì una legge dello Stato, per essere più precisi il Decreto legislativo n° 306 del 2002, in vigore dal 2003, che impone a chi vende prodotti ortofrutticoli freschi, sfusi o confezionati, di esporre una etichetta in cui siano riportate in maniera chiara e leggibile alcune indicazioni, fra cui la località di provenienza dei prodotti, la varietà e la categoria, deve essere altresì indicato l’eventuale uso di additivi utilizzati per il trattamento della superficie. Come facilmente verificabile quasi nessuno dei tanti venditori ambulanti, autorizzati o abusivi che siano, espone un cartello con queste indicazioni riferite alla merce venduta in mezzo alla strada. Chi comprerebbe prodotti alimentari sapendo che provengono da località note per il diffuso inquinamento? Dall’area della cosiddetta “terra dei fuochi”, per esempio? E pure se esiste un cartello indicante queste notizie chi ci garantisce che si sono fatti i dovuti controlli per accertarne la veridicità? Si fanno i controlli? A chi tocca farli? La materia è di competenza delle Aziende Sanitarie locali e ci è stato riferito che, pur con personale insufficiente a coprire tutte le esigenze del territorio di competenza, i controlli agli ambulanti che vendono prodotti alimentari lungo le strade vengono eseguiti: sono state altresì elevate numerose sanzioni e diversi sequestri che hanno comportato la distruzione della merce sequestrata. A Potenza il fenomeno è più sentito per la presenza di numerosi commercianti abusivi che nonostante vengono ripetutamente sanzionati continuano, imperterriti, a vendere la loro merce.