- Redazione
- Sabato, 23 Novembre 2024 07:33
Cari Contro-Lettori,
solitamente, nei giorni attorno al 23 novembre di ogni anno, stampa e tv locali (il nostro giornale compreso) si soffermano sulle consuete riflessioni scaturenti dall’anniversario del Terremoto del 1980.
Cosa è successo, cosa si è fatto, cosa non si è fatto e cosa si poteva fare. Quest’anno, l’ora “Zero” della Camastra con tutta probabilità risucchierà i soliti fiumi di parole a proposito del Sisma e del Post-Sisma, viepiù che il nostro fiume Basento è stato chiamato a ricoprire il ruolo di una sorta di “manna” dal cielo (negli intenti degli amministratori).
Ma tant’è: dalla luna nel pozzo, al fiume nel rubinetto, il passo è breve.
La questione è però politica.
I lucani a secco di acqua e di speranze stanno assistendo a uno scarica-barile (o tinozza, damigiana, tanica) senza precedenti; colpe, inefficienze, inadempienze, ritardi e inettitudini assortite vengono rimbalzate e ricacciate all’indietro nel tempo, manco fossero le particelle superluminari, molto care alla fantascienza e conosciute come tachioni. Ma dalle nostre parti, parlare di “luminari”, specie in questo momento, sa di presa per i fondelli, piuttosto e anzichenò.
Il mare nel cassetto e le mille bolle blu, da sogni diventano incubi, la siccità che ormai caratterizza le nostre estati (e non solo) è un riflesso dell’aridità d’intenti di una politica stagnante, impantanata nell’autoconservazione e preservazione di posti, postazioni posticini e posteggi. E in mezzo scorre il fiume.
Ma già si può immaginare il futuro. Prima o poi pioverà e la situazione tornerà, in attesa della prossima estate, alla normalità: vuoi vedere che certi “super-luminari” si intesteranno l’averci “salvato” dalla morte per arsura? Ma guardando un pochettino ancora più avanti, la domanda è: siamo proprio sicuri che a giugno prossimo non si ripresenterà la stessa situazione?
Questa Regione ha troppa sete di risposte.
Walter De Stradis