- Redazione
- Sabato, 20 Maggio 2023 08:30
Cari Contro-Lettori,
nei vicoli del centro storico di Potenza stanno accadendo delle piccole cose magiche. Non chiamiamoli miracoli, per carità, perché quelli spettano, di diritto, a San Gerardo; e/o perché qualche politicante locale, di quelli che, in separata sede, vanno tirando le orecchie a chi si espone sul nostro giornale, magari si arroga anche questa prerogativa tutta mistica.
No, semplicemente, dei piccoli uomini (solo per statura), stanno facendo accadere delle cose, piccole (ma solo per metratura), laddove da tempo non succede nulla (episodi di malamovida a parte, ovviamente).
Ed è così che Vincenzo Lauria e i sodali delle compagnie dialettali “Lu Uarniedd” e “La Risata”, si sono rimboccati le maniche, e con la forza delle loro braccia hanno voluto scacciare le nuvole, non solo meteorologiche, che si addensano sui tetti della parte vecchia, il cuore, della città. E hanno dato ri-dato vita a un “sottano” (messo a disposizione da un privato cittadino), allestendo una piccola macchina del tempo, che istantaneamente può riportare il visitatore a 80 anni fa, aprendo una finestra sulla Potenza di una volta, quando (come ci ha raccontato un membro della compagnia), ci si “assettava” fuori dall’uscio, si parlava e ci si dava (soprattutto) una mano. E questo accade in vico Santa Sofia: gli animatori dell’iniziativa sperano che il Comune, che finora si è fatto vedere per i saluti istituzionali, dia loro una concreta mano affinché questa piccola casa dei sogni (che ha già suscitato l’interesse di diversi turisti), non debba chiudere tra qualche settimana, come, ahimè, previsto.
A pochissimi metri di distanza, in vicolo Atella, solo qualche settimana prima il piccolo poeta Fanì aveva -di tasca sua e in un locale di sua proprietà- aperto un bagno pubblico, per offrire a tutti (turisti compresi) un’opportunità, semplice, basilare, ma che in centro storico, guarda un po’, è quasi del tutto assente. Spiace segnalare che qualche cittadino aduso alla lamentazione preventiva e continuata, abbia anche ironizzato (“ma chi glielo dà, il permesso?”) sulla provocazione (abbinata però a una soluzione concreta) del Cavalier Fanì.
Ma sta di fatto che da questi vicoli ci giunge, come un piccolo venticello benefico, una lezione di umiltà e di iniziativa personale, che si spera possa ingrandirsi, per aiutare a scacciare le nuvole del maltempo, del malcostume, della malamovida …e anche, perché no, della malapolitica.
Walter De Stradis