mammapotenza.jpg

 

 

Cari Contro-Lettori,

in questi giorni di celebrazioni del Genio pasoliniano, sia concesso anche a noi di citare il visionario poeta/regista, la cui capacità di guardare contemporaneamente al passato e al futuro è diventata leggendaria.

La “Mamma Potenza” del titolo è incarnata da questa vecchia foto (tratta dalla pagina Facebook “Potenza com’era”, ma di cui ignoriamo l’autore) che immaginiamo non sarebbe dispiaciuta al PPP dei primi film ambientati nelle borgate di Roma (tra cui il celeberrimo, per l’appunto, “Mamma Roma”, personaggio/città interpretato dalla più grande attrice della Storia, Anna Magnani).

Qui c’è una donna (probabilmente una madre) di mezza età, una busta della spesa, le caviglie e i polsi gonfi, il cemento opprimente e quasi minaccioso dei palazzoni, una lunga rampa che si profila all’orizzonte. Tutt’altro che una scalinata verso il Paradiso.

In Basilicata, afferma in una recente relazione la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, solo il 36,7% delle donne ha un impiego (rispetto al 48% scarso riferibile all’intero Paese), un dato aggravato dalla pandemia che ha colpito fortemente l’occupazione femminile maggiormente interessata da contratti precari. Sono ancora stringenti, aggiunge, i casi di discriminazioni di genere sul posto di lavoro che vedono il divario di genere quale loro causa efficiente.

Senza contare disoccupazione giovanile e spopolamento in generale.

Mentre il Governatore “del cambiamento” (che ha manifestato atroci e inaudite difficoltà a “cambiare” la sua Giunta, figuriamoci il destino di tutto un Popolo), armeggiava col pallottoliere, con quelli della sua stessa coalizione che se lo palleggiavano (senza contare i cittadini rotti di…scatole), uno storico e attento commercialista del Capoluogo (ne leggete a pagina 5), lo impallinava, prendendo le mosse dalle incongruenze da lui stesso rilevate in un bando regionale dal consueto titolo roboante (“Avviso pubblico giovani competenze lucane in azienda per il rilancio del tessuto produttivo regionale”).

Al di là degli aspetti più propriamente tecnici dell’Avviso stesso (al momento di andare in stampa si è in attesa delle risposte/chiarimenti dalla Regione in merito), il buon commercialista rilanciava alcuni inquietanti interrogativi, più in… Generale: «A prescindere dalla illegittimità di cui sopra, ho necessità di capire, come l’Ente Regione ritiene poter trattenere i giovani laureati che continuamente emigrano dalla nostra Regione pur in presenza della Università in Basilicata? Cosa la politica riesce a fare per evitare tale fenomeno se i giovani dai 25 ai 35 anni hanno abbandonato questa Regione per assenza assoluta di prospettiva lavorativa?».

Ma alla fin fine, abituato a fare i conti, il Commercialista qualche risposta se la dava da solo: «In realtà, dall’ultimo bilancio demografico dell’ISTAT, la Regione Basilicata ha avuto lo spopolamento di quasi 3000 giovani. Il fenomeno, così come è stato in precedenza e così come è stato regolamentato oggi è senza scampo: tale modus operandi è privo d’utilità sul piano degli interessi della collettività ed evidenzia la mancanza d’interesse e/o di conoscenza delle esigenze di sviluppo economico a favore del territorio. Comunque, non è corretto da parte dell’Ente Regione togliere la speranza e l’entusiasmo a tanti giovani volenterosi della nostra Regione, che desiderano crearsi un avvenire stabile e sicuro per realizzare i loro sogni».

E scusate se è poco.

Walter De Stradis