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Cari Contro-Lettori,

in Inghilterra, Usa e in tutti gli altri paesi di lingua anglofona, “Dad” significa “Papà”, il sostantivo maschile più dolce al mondo. In Italia, da qualche tempo sta a indicare la “Didattica a distanza”, che in Basilicata si protrarrà –in attesa di ulteriori decisioni di Bardi e della Giunta, che ci stanno “lavorando”- fino all’otto dicembre. I bambini lucani avranno quindi più tempo per scrivere la famosa letterina da inviare a Babbo Natale (o al loro Papà, a seconda del cinismo del piccolo). Agli adulti lucani, invece, non basterebbe il famoso rotolo da “mille piani di morbidezza” per compilare la lista di richieste da inoltrare a Babbo/Nonno Bardi o al folletto Conte (sempre a seconda del cinismo di ciascuno).

Sta di fatto, che qui, fra chi (fortuna sua) trova il tempo e la forza per criticare il volto (!!!) del pupazzo natalizio in centro storico, chi suggerisce (neanche troppo velatamente) ai genitori dei propri studenti di fare acquisti sulle piattaforme online per aiutare la scuola (con buona pace dei negozianti locali che si fanno il … mazzo tanto), chi (in Regione) sopprime la Commissione permanente per l’Impiego (dimenticandosi di mandare almeno un whatsapp ai sindacati), le cose stanno messe malamente. Ce lo conferma la Caritas Diocesana di Potenza-Muro Lucano- Marsico Nuovo, a proposito della povertà dilagante: sono 1159 le famiglie prese in carico (745 sono state accolte dai centri d’ascolto della città di Potenza, 414 da quelli degli altri comuni del territorio diocesano), nel periodo che va da luglio a ottobre. La fascia più colpita è quella in cui rientrano le piccole imprese quali bar, ristoranti, ma vi sono anche i fotografi, i fiorai, i rivenditori di bomboniere. A questi, si sono aggiunti i nuclei con soggetti che fruiscono della cassa integrazione; fino a prima dell’emergenza queste persone/famiglie non si erano mai rivolte alla rete delle Caritas (270 in tutto, vale a dire + 23,29%!!!) e ciò induce ad affermare che il volto delle povertà (altro che “volto di Babbo Natale”!) è in continua evoluzione. Con il protrarsi dell’emergenza sanitaria, avvisano dalla Caritas, questi dati cresceranno, e per questo sarebbe ora di interventi che «abbiano un riverbero sostanziale sul tessuto socio-economico». Tradotto: non basta dare risposte immediate di tipo assistenziale (leggi a pagina 4), ma sarebbe necessario strutturare percorsi emancipativi e ri-programmare le azioni di sviluppo.

E buona letterina a tutti.

Walter De Stradis

(La foto centrale è tratta dalla pagina Facebook della Caritas)