- Redazione
- Sabato, 10 Ottobre 2020 09:10
Cari Contro-Lettori,
«la bocca sollevò dal fiero pasto», diceva il Sommo Poeta, che ben sapeva che –per quanto possa risultare indigesta la masticazione del cuoio capelluto di un vecchio alto prelato- poter addentare il cranio del potente (nel caso specifico appunto un arcivescovo) che ti aveva beffato da terga, non ha prezzo.
Ed è altrettanto curioso notare che nel termine “rimpasto”, piuttosto in voga negli ultimi giorni in Viale Verrastro a Potenza, vivacchi sempre –maliziosamente- anche la parola “pasto”.
Viepiù è indiscutibile che in quella fossa di “leoni” chiamata “politica”, specie qui in Basilicata, mozzicare le capocce (a tradimento o meno) sia lo sport più praticato.
A tal proposito si è sempre sibilato che i campioni olimpionici indiscutibili di cotale “pasto & rimpasto” fossero quelli del centrosinistra che per decenni avevano governato questa terra dimenticata da Dio, ma i morsi alla Chrisopher Lee che su ali di pipistrello stanno volando allegramente fra giunta e maggioranza di centrodestra (con alcuni Uffici annessi), beh, come dire, “rin-VERDIscono” i fasti dei bei tempi di una volta.
E così, fra polemiche sul riordino degli uffici regionali, nomina al Parco del Vulture e soprattutto figure escrementizie alle ultime elezioni comunali, alla Regione Basilicata c’è chi cammina con le mutande di ferro («Tu non sai cosa significa avere una corda al collo –spiega il bandito Eli Wallach al cacciatore di taglie Clint Eastwood ne “Il Buono, Il Brutto, il Cattivo”- quando comincia a stringere, beh, senti già il diavolo che ti morde le chiappe». Ed ecco spiegato l’arcano).
Al momento di andare in stampa, i nomi degli assessori che rischierebbero il … posto, sembrano essere principalmente tre: il Leone della Sanità, politicamente apparso più che altro come un micione spelacchiato che sbadigliando di riforme sanitarie avrebbe fatto venire a noia il centrodestra ai Materani, decretando il trionfo pentastellato (leggere intervista a pranzo al neo sindaco Bennardi); il Rosa dell’Ambiente, che sarebbe riuscito nel capolavoro, con invidiabile genialità tattica, di puntare sul cavallo rosso ad Avigliano, favorendo (ovviamente) la vittoria di quell’altro competitor che a lui sarebbe stato più “naturale”; e infine la Merra dei Trasporti, la quale, beh, a fronte di un risultato disastroso nel discorso ragazzi-scuola-autobous-Covid, non trova di meglio che sperticarsi a mettere le mani avanti, a “condividere” le responsabilità, e a invitare gli alunni stessi alla denuncia. Quasi come se un assessorato non ci fosse, ironizzano i maligni.
Embè, al momento di andare in stampa le cose potrebbero cambiare (ci sono riunioni, in giro), ma certo è che, rimpasto o meno, sempre pasto sarà
E buon appetito a tutti.
Walter De Stradis