- Redazione
- Sabato, 15 Febbraio 2020 08:52
Cari Contro-Lettori,
pare che qualcuno lì a Hollywood stia pensando di realizzare un nuovo film da girare qui in Basilicata. Ma, questa volta, la nostra terra non offrirà soltanto le location, ma anche l’argomento del lungometraggio.
Il film, in base alle anticipazioni, è di fantascienza distopica (cioè quella pessimistica). Sui social, addirittura, come spesso accade nel caso di annunciati kolossal americani, è anche iniziata a trapelare qualche pagina della sceneggiatura. Il film si apre in una piccola città semi-desertificata, come nel più classico dei polpettoni post-apocalittici. Le strade sono ingombre di auto arrugginite, di carcasse di animali e di piante selvatiche e non, cresciute senza controllo; le vetrine dei negozi sono annerite, i palazzi e le case sono vuoti e diroccati, il vento fischia solitario attraverso le finestre rotte e sfondate e in giro non c’è anima viva, se si esclude qualche scheletrico cane randagio, qualche lupo spelacchiato e un bel po’ di cinghiali che pascolano indisturbati, ma con gli occhi allucinati. Nel cielo svolazzano corvi e rapaci che girano in tondo, in perenne attesa di chissà cosa. Una voce fuori campo (quella di George Clooney nell’originale, ma nella versione italiana sarà sicuramente quella di Francesco Pannofino) ci dice che l’anno è il 2050 e che la città in questione è Potenza, capoluogo di regione di quella che –una volta- era la Basilicata, in Italia. Ma non è stata una bomba nucleare, un virus letale, un attacco di zombi o un’invasione aliena a farne sparire gli abitanti. Semplicemente, spiega Clooney, se ne sono andati tutti. La macchina da presa a questo punto si focalizza su un palazzo meno malmesso degli altri, sale fino all’ultimo piano, e attraverso una finestra ci mostra delle persone, in giacca e cravatta, sedute a un tavolo, mentre meditano e discutono con delle carte davanti. Sono gli unici esseri umani riamasti in tutta la regione. Uno porta dei grigi baffetti da sparviero e sfoggia una compostezza da militare; un altro è alto, leggermente gobbuto, con i capelli ingellati, pettinati all’indietro e il pizzetto bianco; un altro ancora –più giovane- ha delle poderose orecchie a sventola, le labbra carnose, l’espressione perennemente assonnata e la barbetta castana incolta. Si stanno ancora chiedendo, loro che sono i figli dei governanti di un tempo (o forse, immortali, sono proprio loro, ci suggerisce Clooney), come sia potuto succedere tutto ciò che li circonda. Siamo in attesa di leggere –sempre se trapeleranno- le altre pagine della sceneggiatura. Che quelli di Hollywood abbiano trovato una qualche soluzione al nostro spopolamento?
(Ah, per i duri di comprendonio –e ce ne sono- chiariamo che questa è una fake news di natura satirica).