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di Walter De Stradis

Si presenta al ristorante rilassato e sorridente. Per sua natura, dice, non ama fare polemiche coi giornali, né tantomeno querelarli (fossero tutti come lui): il cinquantatreenne Donato Ramunno, originario di Melfi, afferma di essere molto sereno e sicuro del lavoro svolto finora, da luglio 2022, in un ruolo comunque “scottante” (nella terra del petrolio), come quello di direttore generale dell’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata.

d - Come giustifica la sua esistenza?

r - Credo che ognuno di noi abbia uno scopo nella vita. Io ho avuto la fortuna di aver avuto dei genitori che mi hanno permesso di studiare, non senza qualche sacrificio, poiché provengo da una famiglia normale. Mio padre era un dipendente del Consorzio agrario di Basilicata e mi ha dato la possibilità di laurearmi, dopodiché ho esercitato per tanti anni la libera professione di geologo. Credo dunque che il senso che ho voluto dare alla mia vita si sostanzia in un attivismo, dapprima pubblico, e adesso con questo prestigioso ruolo di direttore generale di Arpa, avendone i requisiti.

d - Lei ha anticipato un po’ la mia domanda. Ogni qual volta si profila all’orizzonte una nomina come questa, per sua natura, politica…

r - ANCHE politica.

d - …anche politica. Tuttavia ne derivano sempre tutta una serie di polemiche del tipo: “avrà le competenze e i titoli per ricoprirla?”. Anche nel suo caso non sono mancate.

r - Per ricoprire il ruolo di direttore generale di Arpa bisogna avere dei requisiti specifici, dei titoli che hanno attinenza con l’ambiente e un’esperienza certificata maturata proprio in ambito ambientale.

d - E lei ce l’ha?

r - Eh, beh, credo che un geologo, laureato in Scienze Naturali…

d - E quindi in ambito petrolio, per esempio…

r - Io mi sono laureato presso l’Università degli studi della Basilicata, pertanto la mia palestra formativa è stata proprio la Val d’Agri, conducendo lì numerosi studi geofisici e geologico-strutturali. All’epoca le compagnie petrolifere conducevano, parallelamente alle nostre ricerche, i loro studi di prospezione. Conosco in maniera abbastanza approfondita la Val D’Agri, la storia dell’industria petrolifera della nostra Regione e tutte le problematiche connesse alle attività estrattive.

d - Da giovane studente a direttore dell’Ente che si occupa del monitoraggio della Val D’Agri, quanto è preoccupato per la situazione ambientale? O non è preoccupato per niente?

r - Non si tratta di questo. Si tratta di svolgere il proprio ruolo con grande attenzione e rigore. Noi come Arpa siamo deputati al controllo di tutte le matrici ambientali: aria, acqua, suolo e sottosuolo, oltre a effettuare i controlli sulle emissioni elettromagnetiche e sul rumore, e a essere il centro di riferimento regionale per il controllo sulle emissioni legate alla radioattività e all’amianto. Svolgiamo questo compito, e parlo al plurale, perché con me lavorano eccellenti professionisti dotati di un grande rigore prima di tutto morale, poi professionale. Le matrici ambientali e l’ecosistema della Val D’Agri, ad esempio, devono essere controllati con scrupolo. Ed è quello che noi facciamo quotidianamente.

d - Rigiro la domanda. I cittadini si interrogano se le estrazioni possano avere degli effetti sulla loro salute. Si sono spesi fiumi di inchiostro in tal senso. Cosa dire, dunque, al residente preoccupato?

r - In Val D’Agri conduciamo un controllo meticoloso dell’ecosistema. Riavvolgo anch’io il nastro: la preoccupazione dei cittadini è legata al fatto che non tutti sono informati a trecentosessanta gradi. Sul territorio ci sono diverse centraline di aria che restituiscono i dati in tempo reale.

d - E cosa ci dicono?

r - Ci consegnano una qualità della medesima aria che respiriamo, che non desta e non dovrebbe destare alcuna preoccupazione.

d - “Non dovrebbe”?

r - Al momento non c’è stata alcuna problematica legata alle emissioni. Certo, si sono verificati in passato dei picchi di emissione legati a particolari circostanze, ma in generale in questi due anni da direttore generale di Arpa, la qualità dell’aria in Val D’Agri e nel resto della regione è eccellente. Così come per ciò che concerne la matrice acqua; noi effettuiamo dei controlli su tutti i corpi idrici. Nel Pertusillo, ad esempio, l’Arpa effettua prelievi in diversi punti del lago con cadenza mensile. La legge ci dice che dovremmo effettuare otto controlli l’anno, mentre noi restituiamo e certifichiamo la qualità del lago ogni mese. In merito alle colorazioni anomale registrate nel tempo -che delle preoccupazioni le destano nelle popolazioni locali- chiarisco che le stesse devono attribuirsi alla proliferazione di un’alga, che poi si sviluppa in una fioritura anomala che conferisce all’acqua una tonalità più scura, quasi rossastra.

d - Il sindaco di Spinoso ha detto che il Pertusillo è un po’ il “fegato” di tutta la zona...

r - È il recettore del fiume Agri e di tante altre piccole linee di impluvio che arricchiscono il lago di elementi nutritivi di cui si cibano queste stesse alghe, che poi proliferano. Le acque del Pertusillo non le beviamo certo così come si trovano nell’invaso, ma subiscono dei processi di potabilizzazione sia da parte dell’Acquedotto lucano sia da parte di quello pugliese.

d - I cittadini, dunque, possono stare tranquilli?

r - Io non sono un “tuttappostista”, ma dico che la situazione è oggetto di continuo e sistematico monitoraggio. Durante la fioritura algale anomala effettuiamo ulteriori controlli, onde dovessero svilupparsi delle alghe tossiche che per ora, tuttavia, non ci sono mai state. Però incrociamo le dita, bisogna tenere la situazione sotto controllo.

d - È giusto fare un tavolo –come richiesto- con sindaci, cittadini della zona e rappresentanti della Regione Basilicata?

r - Io non mi sono mai sottratto all’incontro con sindaci, cittadini o associazioni. Qualora volessero avere un incontro con me, sono disponibile a farlo. L’Arpa è una casa di cristallo e i suoi dati sono pubblici. Sul portale istituzionale www.arpab.it, che tra l’altro è stato rinnovato di recente, in home page ci sono dei puntini cliccabili (che rappresentano le varie centraline) dedicati al monitoraggio, che restituiscono al cittadino in tempo reale i dati dell’acqua e, soprattutto, dell’aria, grazie appunto alle centraline installate su tutto il territorio.

d - Alla luce delle polemiche pregresse, secondo lei c’è stato una sorta di allarmismo su acqua e petrolio?

r - Non parlerei di allarmismo, semplicemente credo che in passato non ci sia stata una comunicazione adeguata, cosa che io sto provando a fare nel mio piccolo grazie alle testate giornalistiche locali e ai social network, rispetto ai dati e ai campionamenti che vengono effettuati durante tutto l’anno.

d - Cos’è secondo lei che il Lucano non ha ben compreso?

r -...Che le risorse ambientali rappresentano una ricchezza per tutti noi e che, in quanto tali, devono essere sfruttate con rispetto. L’ambiente stesso, ad esempio i nostri boschi, è una ricchezza inestimabile che dobbiamo cercare di preservare, conservare e tramandare alle nostre generazioni. Bisogna fondare dei pilastri sulle tematiche ambientali per dar vita poi ad una economia virtuosa. Ma chi vuole venire in Basilicata a fare impresa, deve venirci…

d - …non da turista.

r - Esatto, nel rispetto del nostro ambiente. E noi lo accoglieremo a braccia aperte.

d - L’organismo Arpa è in salute? I laboratori sono accreditati? Il personale è sufficiente?

r - Ho trovato un ente che aveva bisogno di elementi essenziali, come un regolamento organizzativo; abbiamo poi redatto un piano di fabbisogno del personale (che non veniva fatto da anni) e che adesso viene aggiornato annualmente. Soprattutto abbiamo implementato la nostra platea di personale, dapprima prorogando i contratti ai precari, poi stabilizzandoli definitivamente con contratti a tempo indeterminato. Parliamo di circa quaranta unità: eccellenti professionisti come chimici e geologi che si sono formati nella nostra agenzia. Abbiamo inoltre concluso da poco una procedura concorsuale, ferma da tempo, per funzionari di categoria C, che per ora abbiamo contrattualizzato per diciotto mesi, ma spero che anche per loro –specie in vista dell’insediamento della nuova giunta regionale- si possa tracciare il medesimo percorso del quale le ho parlato poc’anzi. Però è un discorso, questo, ancora da pianificare: non sono abituato a fare debiti con la bocca. Devo dire, tuttavia, che Arpa Basilicata avrebbe bisogno di ulteriori risorse umane, poiché effettuiamo controlli su un territorio molto vasto.

d - Di quante risorse avrebbe bisogno?

r - Direi duecentocinquanta unità per raggiungere l’optimum, ma sarei felicissimo anche con duecento.

d - I laboratori?

r - Siamo dislocati su quattro sedi: Potenza, Matera, Metaponto e Viggiano. A Potenza e Matera abbiamo i laboratori di chimica, microbiologia, biotecnologia, chimica isotopica ed è lì, insieme a Metaponto, che è il nostro centro di ricerca, che c’è il nostro core business. Metaponto è stata assorbita in Arpa da oltre dieci anni. Per il momento i nostri laboratori hanno una certificazione di qualità e stiamo per ultimare il percorso di accreditamento, ma si tratta anche in questo caso di un iter particolarmente articolato, poiché si sono resi necessari dei lavori di ristrutturazione dei medesimi laboratori, ultimati da qualche mese nella sede di Potenza. Dopo di che possiamo procedere.

d - Il film che la rappresenta?

r - “Le ali della libertà”.

d - Il libro?

r - “Paula” di Isabel Allende.

d - La canzone?

r - “Notte di note, note di notte” di Claudio Baglioni.

d - Se tra cent’anni dovessero scoprire una targa a suo nome, cosa vorrebbe ci fosse scritto?

r - Spero di aver fatto il mio dovere, mettendoci tutto me stesso.