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«Sono tre anni che utilizzo la bicicletta a Potenza, a mio rischio e pericolo, tant’è che lo scorso febbraio, di domenica, sono stato investito da un furgone della frutta. Tuttora ho una costola incrinata e dunque posso dire che il ciclo-pedone qui non è minimamente tutelato».

E’ facile vederlo in Città inerpicarsi per salite e discese, a bordo della sua bicicletta e soprattutto bardato nella tenuta tecnica del “ciclista urbano”, caratterizzata anche da casco e piastra pettorale. Il già candidato sindaco, attualmente consigliere comunale per i Cinque Stelle, Marco Falconeri (nella foto), è infatti un noto propugnatore (e non è certo il solo) della ciclo-pedonalità potentina.

A lui abbiamo chiesto se la Potenza “del Giro d’Italia”, in tutti gli altri giorni, sia davvero o meno un Capolouogo “a misura di bicicletta” (e soprattutto dei suoi utilizzatori).

«Il passaggio del Giro d’Italia –afferma- è la cartina al tornasole di un governo cittadino che si fa bello con l’importante evento sportivo, ma che nulla ha fatto e fa per favorire la ciclo-pedonalità urbana. L’annunciata pista ciclabile Potenza-Pantano di Pignola, per esser chiari, è legata a una scelta di carattere turistico e di svago, che nulla ha che fare con la ciclo-pedonalità urbana, che invece punta –come in tutte le città europee- a deflazionare il traffico e a favorire una mobilità sostenibile».

Potenza dunque maglia nera della ciclo-pedonalità?

«Senz’altro. Io credo che il nostro sia l’unico capoluogo di regione privo di una pista ciclabile urbana, dentro la città, di un qualche tipo di segnaletica dedicata ai ciclo-pedoni, o anche di una semplice rastrelliera per poter parcheggiare le biciclette, sedi istituzionali comprese: io stesso sono costretto ad attaccare la mia alla ringhiera del palazzo delle commissioni, tramite un misero lucchetto. Come tutti gli utenti, non ho dunque la possibilità di parcheggiare in sicurezza la mia bici, non dico nei punti nevralgici della città, ma nemmeno nei pressi delle sedi istituzionali (che com’è noto, rappresentano il “benvenuto” per il cittadino).

La situazione è dunque paradossale per il consigliere comunale.

«Si fa il Giro d’Italia –ed è un bene- ma ciò avviene in una Città che invece fa delle politiche contrarie alla ciclo-pedonalità. E, ripeto, è una mentalità soprattutto di questa giunta che, nonostante le reiterate richieste del sottoscritto (che da consigliere comunale rappresenta comunque una parte della città), nulla ha fatto per implementare quantomeno gli strumenti di base, atti a consentire al ciclo-pedone di sentirsi perlomeno “accettato” e riconosciuto come utente della strada».

Finito il Giro d’Italia, dunque, ci ritroveremo punto e a capo con la totale assenza di politiche ciclo-pedonali?

«Già, ma un’altra cosa grave è che nel regolamento di sosta a pagamento della città questa giunta vorrebbe inserire il permesso per una terza auto a famiglia. Una cosa che io già tentato di contestare tramite un emendamento e che va a certificare ciò che già L’Istat ci dice, ovvero che Potenza è una delle città col più alto tasso di motorizzazione d’Italia, con una range che va dai 72 ai 77 veicoli per residente».  

Lunedì, tuttavia, Guarente presenterà il percorso di partecipazione per la definizione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, proprio a margine del Giro.

«Come da mie interrogazioni -conclude Falconieri- Guarente sa bene che di Piano ce n'è già uno, il PUM, approvato nel 2008. In gran parte mai messo in atto. Con le parole e le promesse stiamo dunque a zero, qui in città abbiamo bisogno di fatti. E finora non ne abbiamo visti. Dove sono, infatti, il car sharing e il bike sharing elettrico? Non serve a nulla annunciare sempre nuove linee programmatiche, se poi non vengono messe in pratica, nel concreto. Da sottolineare inoltre l'ipocrisia dei tanti politici che in città non hanno mai usato la bicicletta e che oggi si dichiarano tutti ciclisti».».