Postiglione

Che sia affezionato al suo rione lo si capisce dal nome che ha voluto dare alla sua attività: “Bar Pasticceria Santa Maria”. Una forte connotazione territoriale quella del proprietario Vito Postiglione che ci ha raccontato 30 anni di grandi cambiamenti.

Quando nasce questa attività?
Dal 1990, sono 29 anni. Quando ho prelevato il locale era solamente bar, poi è diventato anche pasticceria, perché è quella la mia qualifica da 43 anni.


Prima di venire qui cosa ha fatto?
Ho imparato il mestiere, dai 15 ai 30 anni, prima di aprire un locale tutto mio. Anche se non si finisce mai d’imparare.


Lo gestisce insieme a sua moglie?
Si e abbiamo una dipendente che ci aiuta nel laboratorio.


Parliamo di 30 anni di attività, che cosa è cambiato nel corso del tempo?
Davvero tanto, tantissimo. A 30 anni, non avendo alcun aiuto alle spalle, se facevo qualche debito riuscivo ad andare avanti comunque, e avevo addirittura due dipendenti, che riuscivo a pagare e mantenere tutto con precisione. Da una decina d’anni, ho dovuto optare per una sola dipendente, in particolare con l’entrata in vigore dell’euro, c’è stato un calo visibile.


Oltre alle tasse, da cosa è dipeso?
Sicuramente anche le persone hanno meno soldi. Prima per esempio venivano persone che magari avevano 10 ospiti a casa, e prendevano il doppio delle paste, dicendoci “Se restano gliele facciamo portare a casa”. Oggi invece si fanno i conti, talvolta se le fanno dividere.


Abbiamo accennato alle tasse, quali pesano di più?
Sono aumentate tanto. Non solo quelle dello Stato, ma anche quelle specifi che del settore pasticceria. Se poi pensiamo ai costi per mantenere i dipendenti, si parla di cifre intorno ai 3.000 euro al mese: magari andassero tutti nelle sue tasche, purtroppo più della metà va nelle casse statali.


A livello comunale invece?
Beh, IMU, spazzatura sono aumentate tantissimo nel tempo, e non sempre si hanno servizi adeguati.


La differenziata come funziona?
A volte capita qualche ritardo, ma non funziona male, non posso lamentarmi. Noi ci teniamo e siamo organizzati, c’è stato qualche problema adesso per la neve, ma al massimo chiamiamo e si rimedia.


Anche il Rione è cambiato in questi 30 anni?
Il rione oggi è un degrado. Devo dire che nel 1990 Potenza era una bomboniera, in particolare rione Santa Maria era considerato il “giardino di Potenza”. Io sto praticamente invecchiando qui a Santa Maria, perché oltre all’attività ci abito. Prima venivano a potare gli alberi, pulivano i marciapiedi, con l’ultima neve, parecchi alberi si sono spezzati perché ormai secchi e non curati. Non c’è manutenzione di nulla, ci sono vasi e fioriere abbandonate, hanno installato luci che non funzionano, e comunque hanno speso un sacco di soldi!! C’è anche un orologio bellissimo del Comune qui, ma non ha mai funzionato. È mai stato segnalato tutto questo? Con quale esito? Si spesso, ma le risposte sono state “Qui non c’è corrente da quando si è spostato il Comune” o la più classica “Non ci sono soldi”.


Sempre restando sui servizi della città, cosa ne pensa del trasporto pubblico?

È una cosa che non utilizzo, spesso però sento lamentele, o viene gente che cerca biglietti e informazioni, ma li dirottiamo tra tabacchino e giornalaio, per non dare informazioni errate.


In generale cosa manca a questa città? In cosa si potrebbe migliorare?
Manca tanto. Sicuramente servirebbe un po’ di vigilanza nei quartieri, qualche vigile in più, in particolare di sera, perché come è noto, nei pressi del Principe di Piemonte vivono diversi immigrati, spesso si riuniscono attorno a quella fontana che è praticamente inutile (Piazzale delle Regioni – ndr), e ci sono anche vari “movimenti” di auto, si era parlato tempo fa di prostituzione, anche. Come dicevo prima però, servirebbe un po’ di manutenzione!


Per chiudere, un argomento caldo riguarda i giovani che vanno via…
Non solo…quelli che restano spesso passano le serate nei bar, magari non lavorano e si riuniscono non avendo altri svaghi. Anche 30- 40 anni fa esistevano le “cantine” ma la gente ci si ritrovava dopo ore e ore di lavoro. Per quanta che riguarda quelli che vanno via, mi riguarda da vicino, ho una fi glia che studia a Napoli, ma quasi certamente non tornerà a Potenza. Già mi sta dicendo “Devo tornare per lavare le pentole dopo anni di studio?”, ma sono il primo a non volerlo, considerando che sto facendo dei sacrifici per farla studiare e vivere fuori!