SergioBrioSALASPECCHI

Partito da Lecce, ha vissuto la migliore epoca del calcio ed è tra i 9 calciatori ad aver vinto tutte competizioni del calcio.

Sergio Brio, ospite dell’Associazione Juventus Supporters, ha conosciuto anche il grande Boninsegna, che vestì la maglia rossoblù del “Potenza Miracolo” e con cui ha avuto modo di parlare di Potenza. Brio, ex calciatore della Juventus, è stato ospite proprio nel capoluogo lucano, il 12 e 13 gennaio, su invito del presidente dello Juventus Supporters, Francesco Palese, per una due giorni tra i tifosi, in cui è stato presentato il suo libro, scritto a quattro mani con la dottoressa Luigia Casertano, alla sua prima esperienza da biografa. L’evento, organizzato nella Sala degli Specchi, è stato moderato da Giovanni Salvia.
“Convincere Brio a scrivere un libro non è stato facile, raccontava momenti belli e meno belli solo agli amici. Abbiamo deciso di metterli per iscritto, e dopo una breve intelaiatura che ho costruito grazie ai colleghi giornalisti sportivi, Sergio è stato un fiume in piena. Il libro ritrae momenti della sua vita, esperienze personali. Crederci fortemente, è una delle caratteristiche del Brio uomo che ho voluto ricalcare. Si è reso conto di essere stato fortunato a realizzare il sogno che aveva da bambino, e pian piano rendendosene conto, ha deciso di rivolgere uno sguardo a chi è meno fortunato, da qui l’idea di devolvere il ricavato del libro alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro”, ha affermato la dr.ssa Casertano.
“L’Ultimo 5topper”, è il nome che dà il titolo al libro, nome frutto del caso come racconta la Casertano, ma che descrive appieno la caratteristica tecnica di Sergio Brio, forse “Unico” stopper bianco nero. Durante il suo intervento Sergio Brio, ha raccontato un po’ tutta quella che è stata la fortunata carriera di un ragazzo del Sud, ha ricordato inoltre il suo grande allenatore, Attilio Adamo, definendolo “l’allenatore che oggi servirebbe a tutti i settori giovanili”. L’ex calciatore bianconero, ha inoltre speso qualche parola su una delle più grandi tragedie del calcio, la Strage dell’Heysel, affermando che “dopo tanti anni rimane una pagina triste, pensare di morire per il calcio è assurdo”. Ha raccontato quella serata, la decisione di giocare e la finale vittoria che, in quell’occasione, ha pesato molto per quei giovani che da sempre sognano di vincere una Champions. Non sono mancati tanti spunti di riflessione in particolare su cosa è il calcio moderno, sul poco interesse che oggi le società hanno verso i settori giovanili, molto spesso fossilizzando i proventi solo alla prima squadra.