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Cari Contro-Lettori,

non si scandalizzerà nessuno se affermiamo che una non indifferente parte della vita di ognuno di noi, si svolge seduti sulla tazza del water. E’ un fatto fisiologico.

Per questo motivo, quella piccolissima (ma anche in questo caso, non indifferente), parte di tutti noi esseri umani, che risiede in abitazioni servite dalla diga della Camastra (si tratta di ventinove comuni lucani), nel corso delle appena trascorse festività natalizie ha potuto riassaporare un antico piacere, che in realtà si era già perso da un po’ di tempo: potersi alzare di notte, andare in bagno e poter tirare lo sciacquone, senza dover ricorrere a bottiglie, bottiglioni, damigiane e ampolle di riserva.

Purtroppo, a festività concluse, in quei comuni citati si è tornati alla “sparizione” serotina dell’acqua in casa, ma le ultime news tranquillizzano sul fatto che, stante la generosità di Giove Pluvio, si potrà beneficiare del servizio idrico completo anche nel weekend.

In ogni caso, in quella manciata di sere natalizie seduti a riflettere (sul water) al termine delle libagioni di rito, in alcuni di noi è scattata una riflessione: in fin dei conti, a tutti coloro (a livello nazionale e locale) che si sono trovati impreparati all’esame di riparazione imposto dalla siccità estiva, beh, dobbiamo dire grazie, piuttosto che lamentarci della situazione in cui ci troviamo. E’ (anche) grazie a loro infatti, se -tramite le privazioni descritte e le successive, pur fugaci, concessioni festive- siamo tornati ad apprezzare quei piccoli piaceri della vita, che davamo per scontati e che in altre parti del Mondo (tipo il Terzo), sono tutt’altro che garantite: una doccia calda serale, una seduta, ehm, sulla poltrona di ceramica.

La riflessione è faceta, certo, ma a pensarci bene, fino a un certo punto, perché è innegabile che l’acquisizione della consapevolezza passa anche attraverso la sofferenza.

Come anticipato, però, i segnali di ripresa ci sono, ma il cammino –più in generale, e su tutti i fronti- è ancora lungo: bisogna dare un deciso giro di vite agli strumenti di contrasto alle povertà, all’ingranaggio delle competenze e della meritocrazia, senza mai dimenticare ulteriori questioni cruciali come la trasparenza e la dialettica franca e costruttiva col cittadino e le associazioni.

E’ ora, insomma, di tirare lo sciacquone sulle negatività, e di pensare (e soprattutto, agire) positivo.      

Walter De Stradis