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Cari Contro-Lettori,
dall’Ansa apprendiamo che nel sito di
Venosa Notarchirico, sono stati scoperti i
resti del più antico Leone delle caverne in
Europa: risale a circa 650mila anni fa. La
scoperta pubblicata su Journal of Quaternary
Science è stata fatta dal gruppo di ricerca
internazionale guidato da Alessio Iannucci,
dell’Università di Tubinga in Germania,
con la partecipazione di Raffaele Sardella
e Beniamino Mecozzi dell’Università
Sapienza di Roma.
Salta subito all’occhio la curiosa connessione
col simbolo della città capoluogo di regione,
il leone -per l’appunto- il cui simulacro, da
qualche anno, fa bella mostra di sé nella
rotonda di piazza XVII Agosto. E per quanto
quella statua sia in perenne posa da ruggito,
il suo “spirito” da diverso tempo si limita a
sbadigliare, stanco e annoiato
della vacuità di una politica
locale svogliata, arrogante,
permalosa e inconcludente. E
l’ultima campagna elettorale,
uno spettacolo di Vaudeville
di pessima qualità, non ha
fatto molto ben sperare per le
intenzioni future. Per ridare
lustro al pelo del nostro leone
non basterà qualche accordo
scambistico (nel senso delle
poltrone) e i facili propositi da
Libro Cuore sbandierati con
larghezza ai quattro venti che
soffi ano sui social. Ci vorrà
molto di più. Strade, trasporti,
servizi sociali, verde urbano,
sicurezza pubblica, sono tutti malati gravi a
cui fi nora è stato somministrato un blando
analgesico, anzi, il proverbiale brodo di pollo
buono per tutte le stagioni. Eh, sì, infatti, da
“leoni” a “polli”, in questa città, il passo è
troppo breve. Abbiamo assistito e assistiamo
tuttora a delle assurdità, si va dalla costosa
“sottile linea rossa”, per citare un famoso
fi lm di guerra, tracciata a Gallitello per le
biciclette, e che ora langue, già ricoperta
di polvere e terra, nella palese inutilità più
totale, alle scale mobili di XVII agosto che
ad ottobre -in assenza dei necessari lavorigiungeranno
a “fi ne vita” senza che nessuno,
come denunciano i sindacati, si sia grattato
la fronte. Ma tanto “chissene”, sembra
la fi losofi a dominante, i Potentini sono
come i cornuti, sempre gli ultimi a sapere.
Attendiamo, con ansia, di conoscere il nuovo
“volto” che assumerà il governo cittadino, i
nuovi personaggi e le nuove deleghe di cui
saranno investiti. Accà nisciun è fess,
Walter De Stradis