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Cari Contro-Lettori,

in Basilicata, la criminalità organizzata studia “da grande”. E in grande. La gente (i giovani, ma non solo), se ne va, quelli che restano (gli altri giovani, ma non solo) hanno difficoltà a trovare lavoro e/o ad arrivare a fine mese; nel frattempo, però, risorse pubbliche (e cioè soldi, tanti) continuano ad arrivare, a fiumi. Ricchezze, naturali e non, continuano a far salivare le voraci bocche di quegli insaziabili che osservano, studiano, fanno progetti, intessono relazioni, stilano grafici, elaborano con i loro computer e poi agiscono. Sono, il più delle volte, in giacca e cravatta. E siedono a una scrivania. E sono criminali. I criminali di nuova generazione.
Nella giornata del 12 aprile è stata pubblicata sul sito della Camera dei Deputati la Relazione semestrale della DIA presentata dal Ministro dell’Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del I° semestre del 2022. L’analisi è realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e documenta la tendenza, rilevata da diversi anni, circa il generale inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate, che hanno ormai raggiunto un più basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso proprio in ragione dell’apparente e meno evidente pericolosità.
“Le indagini svolte” hanno “posto in evidenza l’esistenza di un sistema mafioso endemico, capillare e pervasivo in tutta la regione Basilicata”: sono le parole del procuratore antimafia di Potenza, Francesco Curcio, riportate proprio nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia al Parlamento.
Il singolare panorama criminale della Basilicata, caratterizzato da sodalizi autoctoni e da manifestazioni mafiose provenienti dalle regioni confinanti, ‘ndrangheta, camorra e mafie pugliesi, ha portato all’istituzione della Sezione Operativa DIA a Potenza. Nel documento - in cui si fa riferimento dunque all’istituzione nel capoluogo lucano della Sezione operativa Dia con la presenza, il giorno dell’inaugurazione, il 7 marzo 2022, dell’allora Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, - è sottolineato che, secondo Curcio, “attualmente la situazione criminale mafiosa colloca il Distretto di Potenza, quanto a grado di allarme che suscita il fenomeno, subito dopo quelli tradizionalmente afflitti dalla presenza delle mafie storiche”.
Dalla relazione inviata al Parlamento emerge poi che lo scenario della regione, segnato dalle difficoltà economiche in cui versano le imprese e dall’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente, rappresenta un fattore di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti, molto interessate anche ai cospicui flussi di fondi pubblici investiti nel territorio.
Importante notare che i diversi sodalizi criminali, sebbene duramente ridimensionati e scompaginati nel tempo dalle congiunte attività delle Forze di Polizia e della Magistratura, si sono rivelati, al pari di altre realtà delinquenziali più progredite, particolarmente inclini a rigenerarsi con crescente attività di proselitismo e diversificazione delle attività illecite, evolvendo gradualmente verso formazioni a gestione imprenditoriale che incrementano i rischi d’infiltrazione nella pubblica amministrazione.
Maggiori approfondimenti a pagina 8.
Buona lettura,
Walter De Stradis