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Cari Contro-Lettori,

 

 

in questi ultimi giorni ventosi del Capoluogo, passeggiando per la Città., era facile imbattersi in un certo, grazioso, ombrellino azzurro a fiorellini gialli che, svolazzando di qua e di là, ha fatto “tappa” in diversi quartieri. Lo testimonia la foto nel riquadro, che abbiamo scattata quando –per l’ennesima volta- ce lo siamo ritrovati di fronte (in questo caso finito sotto un’auto, insieme ad altro pattume, dalle parti di Montereale).

Un simpatico e magico presagio della Pasqua imminente, in stile Mary Poppins?

O, più probabilmente, un tangibile segno dell’incuria (da parte dei cittadini) e della “distrazione” (da parte dell’Amministrazione pubblica), in stile Er Monnezza (con tutto il rispetto per Tomas Milian), che regnano sovrane dalle nostre parti? Chi lo sa. Noi, che notoriamente siamo d’animo nobile, vogliamo ostinatamente leggere in questo minuto fatto cittadino un poetico afflato dell’incipiente Primavera, augurandoci- e questa volta seriamente- che la Pasqua porti con sé effettivamente un tempo migliore, e non solo dal punto di vista meteorologico.

Essì, perché se è vero il detto “Pasqua con chi vuoi”, è altrettanto vero che chi ha in sorte le responsabilità comuni, necessariamente debba (dopo la gitarella del Lunedì dell’Angelo, ovvio), ritornare quanto prima nei ranghi e pensare a passare (perlomeno virtualmente) più tempo possibile con i “suoi”, ovvero con i Lucani tutti.

E non è certo un caso che nell’intervista doppia di Antonella Sabia agli arcivescovi di Potenza e Matera, i due uomini di chiesa abbiano a un certo punto (seppur ciascuno in separata sede), detto la stessa identica cosa, usando addirittura quasi le stesse parole: «È necessario un dialogo tra le varie istituzioni, a tutti i livelli, perché da soli non si ha la possibilità di affrontare una problematica del genere. Bisognerebbe quindi istituire un tavolo dove si possa far convergere le risposte da dare» (Ligorio); «E’ assurdo che ancora non si riesca a trovare una soluzione adeguata, con progetti mirati a favore delle nuove generazioni e per il bene della nostra Terra. A mio parere è necessario un tavolo di lavoro con tutte le istituzioni regionali, provinciali e comunali, abbassando le bandiere politiche» (Caiazzo). Naturalmente, sempre bene specificarlo, qui non si parla dei “tavoli” a cui è –ehm –abituata certa politica italiana (laddove il termine più corretto sarebbe stato forse “tavolate”). La domanda posta ai due alti prelati riguardava infatti la “sorpresa” che essi vorrebbero trovare nell’Uovo di Pasqua, e la risposta di entrambi ha riguardato, com’è intuibile, il lavoro. Il lavoro, dunque, per le “pecorelle” lucane, che a volte (e qui ci ripetiamo atrocemente), si comportano ahinoi da pecoroni.

Pensiamoci, mentre addentiamo l’agnello (!) al forno con patate.

E Auguri a tutti.

Walter De Stradis