- Redazione
- Sabato, 11 Giugno 2022 08:32
Cari Contro-Lettori,
la politica locale coglie la sua più fedele risorsa
(il disinteresse della gente, che a volte si
tramuta in un drammatico e poco nobile laissez
faire) proprio nella sua più scavata debolezza,
ovvero l’inconcludenza e la non incidenza
nella vita reale dei cittadini lucani. Il Palazzo
è –oggi più che mai- talmente distante dalla
vita della gente comune, che in pochi davvero
si curano di cosa accada lì dentro, come se
si trattasse di una malattia terminale senza
speranza, o –peggio ancora- di una qualche
intossicazione (di potere) che riguarda solo
un nugolo di personaggi in giacca e cravatta
che se ne dicono e se ne fanno di tutti i colori.
Non bisogna certo generalizzare, ma quando
menti più nobili e penne più argute discettano
e scrivono di “rassegnazione atavica dei
Lucani” probabilmente si riferiscono proprio
a questo. A quei (pochi) lettori di giornali
(purtroppo) poco interessa –a parte forse
un’amara ilarità iniziale- se un (ex) assessore
(e medico) raccomanda a una malcapitata
collega di curarsi a base di gargarismi fallici
o se un consigliere regionale di maggioranza
si riserva pubblicamente di usare gli scritti del
Presidente del Consiglio alla stregua di carta
igienica canina. Sono abituati, assuefatti al
peggio del peggio, e il peggio del peggio sta per
l’appunto accadendo, nella stanchezza e nello
sconforto generale. Allo stesso modo, i lettori
–come scrivevamo già sul numero scorsosono
poco disposti a scervellarsi per decifrare
algoritmi e calcoli di matematica applicata
che riguardano il bilancio di Potenza, tanto
si è sempre e comunque in emergenza (non
importa quale sindaco “del cambiamento” si
voti, a quanto pare), e si ritorna punto e a capo.
Su alcune, poche cose, però, i lucani/elettori
non sono ancora disposti a delegare/sorvolare,
per quanto grande (ed è immensa) possa
essere la loro rassegnazione. Una di queste è
la sicurezza dei luoghi in cui si abita e si vive.
Ed è bastato raccogliere alcune segnalazioni/
lamentele per rendersi conto (qualora
verifi cate dagli organi preposti) che in alcune
delle zone “parallele”, o “alternative” alla
centralissimi via Pretoria, nel centro storico
del capoluogo di regione, quella che fi nora
è stata sempre considerata come “movida
notturna” giovanile, potrebbe cominciare a
indurire i propri tratti somatici con l’età.
Chiesa di Santa Lucia, Vico Marolda, Vico
Giagni, Vico Bonaventura,Vico Atella, Largo
Rosica, Via Rosica così via, a leggere i nomi
di queste zone uno dietro l’altro sembra di
scorrere i quadrati di uno strano Monopoli,
ma da quelle parti alcuni temono possa
cementarsi un Monopolio del malcostume,
della maleducazione e forse anche del male e
basta, se la preoccupazione manifestataci circa
movimenti poco chiari dovesse trovare un
reale riscontro nelle eventuali verifi che di chi
di dovere. Sono alla luce del sole, però, taluni
obbrobri di discutibile opportunità, presenti in
questi vicoli caratteristici della parte vecchia
del Capoluogo (che vuole diventare sempre
più attrattiva turistica), che prendono la
forma magari di un qualche “mausoleo” di
indubbia bruttezza che restringe il passaggio,
o di una recinzione/rattoppo di fortuna che
non esorcizzerebbe il rischio caduta notturna
di qualche (non certo sporadico) giovane o
meno giovane col tasso alcolemico un po’ alto.
Senza contare –e rimagono tranquillamente
lì, nonostante le foto uscite sui giornali
(compreso il nostro)- i “sampietrini vaganti”
(qualcuno prima o poi se li porterà a casa come
fermacarte) e le voragini di Porta Salza e di
altre zone del Centro.
Eppure dovrebbe essere chiaro che sulla
sicurezza non c’è buco di bilancio che tenga.
Walter De Stradis