- Redazione
- Sabato, 08 Gennaio 2022 09:11
Cari Contro-Lettori,
una tipica frase di lancio da vecchio film del terrore è la seguente: “pensateci, prima di spegnere la luce”.
Ma, a sentire il presidente regionale di Federcomsumatori (l’intervista completa a Michele Catalano la leggerete a pagina 7), viene da pensare che la “tag-line” di questo 2022 potrebbe essere esattamente il contrario: “pensateci, prima di ACCENDERE la luce”.
Come riporta, non a caso, il giornale online Investireoggi.it, il 2022 sarà un anno da incubo sul fronte dei rincari. L’aumento del costo dell’energia non inciderà soltanto sulle bollette di elettricità e gas, ma anche su una serie di beni primari, che vanno dalla sanità alla spesa alimentare. La tabella degli aumenti dei prezzi in percentuale della Federconsumatori pertanto dipinge un quadro a tinte fosche. Un ulteriore elemento di preoccupazione è dato dalla possibilità che molte aziende, incapaci di pagare le bollette, possano chiudere nel corso dell’anno: si stima che si potrebbero perdere fino a 500.000 posti di lavoro.
Il governo Draghi ha stanziato 3,8 miliardi di euro per attenuare l’impatto dei rincari, ma la situazione sembra essere ancora critica.
Sempre a proposito di aziende (in questo caso nostrane), è lo stesso Catalano a dirci, con un sospiro, che le difficoltà economiche da queste incontrate starebbero (usiamo il condizionale, và) facendo fregar le mani ai poco raccomandabili professionisti dell’usura.
Ma, come diceva Corrado, non finisce qui.
Se prima –sottolinea sempre il presidente lucano di Federconsumatori- le famiglie si allarmavano, e contattavano la sua associazione, a fronte di bollette da 600/1000 euro, oggi ne basta una da 100 euro (come quella in prima pagina) per mettere in crisi il destinatario e spingerlo ad alzare il telefono in cerca di assistenza.
Insomma, potremmo dire che in Basilicata –e in tempi recenti- l’ “aspettativa di bolletta” si è molto abbassata.
Chiaro segnale dell’impennarsi dell’asticella della povertà.
Il che fa “intostare la nervatura”, come avrebbe detto (o meglio, cantato) Pino Daniele, se è vero com’è vero che la Basilicata (lo denuncia il segretario della Cgil lucana Summa) ha ancora 134 milioni di euro di Fondi strutturali e di investimento europei per il 2014-2020 NON IMPEGNATI e 355 milioni di risorse del Fs, a valere sul Patto per la Basilicata 2014-2020, ALTRETTANTO NON IMPEGNATE. Senza contare le royalties petrolifere, che la piena funzionalità di Tempa Rossa e con il rialzo dei prezzi del greggio potrebbero crescere del 10% nel corso del 2022. «Queste risorse – spiega il sindacalista- devono essere investite in un piano di emergenza occupazionale ad avvio rapido, in grado di dare una spinta alla ripresa troppo anemica dell’economia regionale ed eviti ulteriori impoverimenti di risorse umane».
Per il calendario cinese il 2022 è l’anno della tigre.
E per quello lucano?
Scegliete voi l’ “animale” simbolo.
Walter De Stradis