- Redazione
- Sabato, 11 Settembre 2021 09:35
Cari Contro-Lettori,
chiacchierando a pranzo col segretario regionale della Feneal Uil, Carmine Lombardi (articolo a pagina 7), è saltato fuori il discorso su un’anomalia (una delle tante, per la verità) che sembra caratterizzare la Basilicata degli ultimi tempi.
Da un lato, causa spopolamento, comincia a mancare il “materiale umano” (leggasi i giovani), che è la pietra angolare sul quale costruire il futuro di questa terra, certo, ma anche l’elemento indispensabile per progettare nuove realtà politiche, magari di rottura col passato. Basta dare uno sguardo alle liste delle imminenti elezioni in diversi comuni della Basilicata, suggerisce Lombardi, per rendersi conto della penuria di giovani candidati.
Dall’altro lato, negli ultimi anni, specie nelle colture dei partiti di maggioranza, c’è stato tutto un florilegio di giovani e giovanissimi sindaci e assessori –anche in Regione- alcuni dei quali –senza che questo suoni come una generalizzazione- in assenza di concrete esperienze politiche alle spalle, stanno facendo “palestra” direttamente come amministratori, con l’abbonamento pagato dagli elettori. Questi politici in erba, afferma ancora il segretario Feneal Uil –sollecitato proprio su questa contraddizione- sono alcuni di quei giovani che “sono rimasti” in Basilicata, sottraendosi al biblico esodo.
Verrebbe quasi da pensare allora, facendo un ragionamento analitico di deduzione elementare, che “Quando di meglio non hai, con mugliereta ti colchi” (“Quando di meglio non hai, vai a dormire con tua moglie”), come recita un antico detto popolare nostrano. Vale a dire che se le nostre migliori menti continuano a lasciare questa regione avara di opportunità, toccherà votare ed eleggere tutto ciò che rimane.
Ovviamente questo ragionamento è un’iperbole, un’estremizzazione (di giovani di talento la Basilicata non difetta, per fortuna e per il momento), ma è anche la prevedibile conclusione di un processo che –senza scomodare Nostradamus- da qui a qualche anno potrebbe verificarsi.
Se a tutto ciò si aggiunge che anche il nostro settuagenario governatore napolucano –pur essendo un pluri-gallonato veterano della carriera militare- è comunque un novizio della politica totalmente privo di esperienze pregresse, vuol dire che qui in Basilicata c’è da lavorare il doppio, anzi il triplo.
Perché la scheda elettorale non è un gratta e vinci.
E perché il Prossimo presidente potrebbe risultare il più votato delle macerie. Le prime crepe (dimissioni Cupparo) già si vedono dalla Luna.
Walter De Stradis