- Redazione
- Sabato, 17 Aprile 2021 08:52
Cari Contro-Lettori,
«Leoni e veltri, orsù marciam, noi siam l’Armata Brancaleon…»: il diritto di satira ci spinge a richiamare il celebre refrain tratto dai film di Monicelli con protagonista Vittorio Gassman (evocati nella vignetta di fianco).
«Da giorni sui giornali e TG nazionali si parla del ‘Modello Basilicata’, ormai copiato in tutta Italia. Abbiamo avuto coraggio e abbiamo stupito tutti: abbiamo vinto una sfida e insieme possiamo vincere la battaglia contro la pandemia e tornare a vivere. Prudenza, responsabilità e orgoglio lucano. Avanti! PS: oggi primo giorno di somministrazioni prenotate e record assoluto di vaccinazioni in Basilicata, ben sopra la media nazionale. Il ‘modello’ funziona. Grazie a Poste Italiane e ai lucani»: il dovere di cronaca ci inviata a riportare queste parole del presidente della Regione, Vito Bardi, pubblicate giovedì sul sito istituzionale della Regione.
Il diritto di critica, unito ancora al diritto/dovere di cronaca, ci suggerisce altresì di segnalare le parole del dottor Rocco Perrone, medico con una lunga esperienza nella sanità pubblica, già sindaco di Sasso di Castalda in provincia di Potenza (e visionario promotore della ben nota risorsa turistica “Ponte alla Luna”): «Ho preferito non intervenire prima per due ordini di ragioni. La prima, innanzitutto, è legata ad un mio preciso impegno, maturato con l’età, di non pronunciarmi a caldo, a ridosso di eventi o di discorsi che suscitano rabbia. La seconda è che mi sembrava la discussione si orientasse verso dissertazioni socio-politiche, che volevo decantassero con maggior serenità. Oggi però non mi sottraggo al dovere di affermare che ieri (lunedì 12 aprile – ndr) a Potenza ed a Matera (un po’ di meno per ragioni logistiche) è stata scritta una delle pagine più nere e tristi della storia della nostra terra. Mi riferisco ovviamente alla circense soluzione di somministrare vaccini ai primi che si presentassero.
Una delle pagine di maggior disprezzo verso la nostra gente e, per di più, verso una fascia di popolazione che ha contribuito con una vita di sacrifici ed impegno alla costruzione di questa società. Raramente si è visto calpestare con tanta supponenza, superficialità e cinismo, la dignità delle persone.
Mi è sembrato di rivedere quelle scene medievali di lancio ai pezzenti di pezzi di cibo avanzato. E non per sfamarli. No! Per il gusto di vederli accapigliarsi e azzuffarsi nel contendersi il cibo.
È vero che ci stiamo abituando a tutto. Che al peggio non c’è mai fine. Ma qui l’assuefazione è eccessiva. Ma dove sono i sindacati? Dove sono le associazioni di categoria? Dov’è financo la chiesa?
Io mi vergogno come medico e come cittadino lucano!
E mi sento in dovere di chiedere scusa a tutti coloro che ieri sono stati insultati e mortificati da questi decisori».
E scusate se e poco.
Giudicate voi.
Walter De Stradis