- Redazione
- Sabato, 23 Gennaio 2021 09:04
Cari Contro-Lettori,
mentre scriviamo, in Basilicata finora sono state somministrate 10.489 dosi del vaccino anti-covid, il 60,8% delle 17.265 consegnate (dati di ieri mattina, per voi che state leggendo –ndr), rispetto alla media nazionale del 83,8%. Il dato in percentuale, riportato sul sito del Governo (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/), pone dunque la Basilicata al penultimo posto tra le regioni italiane. Se confrontato con quello degli ultimi giorni (la vaccinazione su tutto il territorio italiano è iniziata il 31 dicembre), il nostro trend sembra più o meno, stabile. Complice, ovviamente, il taglio alle forniture del vaccino stesso (deciso a livello centrale), ancora una volta all’insegna della logica “dell’ortolano” (e del relativo “citrulo”) che i Lucani conoscono –ahinoi- bene.
La marcia “sul” virus sembra quindi proseguire a rilento, nel mentre una grossa fetta della patata bollente il sistema regionale sembra intenzionata a scaricarla nelle già spellate mani dei comuni. E dei sindaci. A fronte della seconda fase della campagna di vaccinazione (quella attinente agli anziani ultrasettantacinquenni), si farà in ogni paese un “punto vaccinale”. Ai comuni sono stati inviati quindi già gli elenchi degli anziani in questione (ma non tutti paiono completi –essendoci di mezzo la questione “scelta medica”- e occorrerà integrarli con quelli degli uffici anagrafe dei municipi); una delle grane consisterebbe inoltre nella compilazione del documento del “consenso informato”, tra l’altro s-doppiato per i due tipi di vaccino (Pfizer e Moderna: dalla Regione pare che il consiglio sia di far mettere una “x” su entrambi e poi si vede). Soprattutto c’è bisogno di tempi certi: i sindaci dei nostri comuni rischiano di essere (comprensibilmente) “accerchiati” (come il Generale Custer con gli Indiani, nella battaglia campale di Little Big Horn) da agguerrite tribù di compaesani attempati, in epica e sacrosanta cerca di informazioni sul loro turno. Urge quindi un calendario delle vaccinazioni e –chiedono alla Regione alcuni sindaci- anche un pieno coinvolgimento dei medici (tramite un protocollo d’intesa), non solo nella compilazione dei dati sul consenso e nelle informazioni da girare ai propri assistiti, ma anche nella altre fasi della somministrazione dei vaccini stessi.
Nel frattempo, nell’intervista che leggerete a pagina 3, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Potenza (nella foto, ritratto mentre si vaccina), afferma: «Per quanto ci riguarda, in questi giorni invierò una comunicazione alla Regione, ai direttori generali e sanitari, di comune accordo con il Presidente degli Infermieri, per dare la nostra disponibilità, gratuitamente, per la buona riuscita del piano di vaccinazione di massa. Se saremo interpellati, daremo il nostro contributo per velocizzare il processo. Siamo fortemente sensibili rispetto all’argomento, e in sinergia vogliamo combattere ed essere d’aiuto».
Sempre che (ed è un “sempre che” abbastanza grosso) questi benedetti vaccini arrivino puntuali e bastino alla bisogna.
Buona lettura.
Walter De Stradis
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-aggiornamento-
“Nessuna discrezionalità da parte di sindaci, medici o chiunque altro, ma un Piano vaccinale contro il Covid-19, condiviso con le aziende sanitarie e già presentato all’Anci, capace di guidarci nella seconda fase di somministrazione delle dosi. Fase che interesserà le persone di età avanzata dai 75 anni, quelle tra i 60 e i 74 anni con almeno una comorbilità e coloro che, anche se al di sotto dei 60 anni, presentano una comorbilità certificata da una esenzione per patologia o invalidità civile”.
È quanto dichiara l’assessore alla Salute della Regione Basilicata, Rocco Leone, replicando al comunicato stampa sul tema vaccini anti-covid inviato nei giorni scorsi dal presidente dell’Anci, Salvatore Adduce.
“Le tre categorie individuate nel Piano ‘Implementazione della strategia vaccinale - Fase 2 anno 2021’, redatto dal direttore generale del Dipartimento Politiche della persona, Ernesto Esposito, di concerto con le aziende sanitarie, potranno essere sottoposte a vaccinazione senza alcun ordine di priorità, anche se il Dipartimento – prosegue Leone – raccomanda di procedere a cominciare dalla popolazione anziana.
Tuttavia, la novità di questo novello piano vaccinale, di cui vado particolarmente fiero, riguarda il fatto che preveda l’istituzione di un punto vaccinale per ciascuno dei 131 Comuni della Basilicata, utilizzando gli spazi ambulatoriali presenti sul territorio o altri luoghi idonei individuati d’intesa con i sindaci.
Per le città di Potenza e Matera, nonché per i Comuni con popolazione superiore ai 10 mila abitanti, sono previsti più punti vaccinali con una previsione giornaliera di almeno 72 somministrazioni per singola squadra.
Avere immaginato la presenza di un punto vaccinale in ogni Comune, oltre ad essere un modo per evitare lunghe attese alle persone anziane e possibili assembramenti, rappresenta un segno evidente di vicinanza e di attenzione politica che questo governo regionale intende manifestare alle piccole comunità della nostra regione.
Cosa che non è sfuggita neanche al presidente dell’Anci Salvatore Adduce, il quale nel proporsi a nome dei sindaci quale soggetto attivo di questa campagna vaccinale, ha sottolineato che il confronto iniziato con il Dipartimento Politiche della persona è sicuramente positivo e fruttuoso.
Noi raccogliamo questo anelito, e facciamo giustizia di ogni minimo vagito polemico che purtroppo mai manca per ogni iniziativa portata avanti e ribadiamo – conclude l’assessore – la nostra granitica volontà di procedere in questa campagna di profilassi primaria che non ha esempi simili nel presente e nel recente passato”.