- Redazione
- Sabato, 24 Ottobre 2020 09:03
Cari Contro-Lettori,
ben si capisce perché la Regione Basilicata, mesi orsono, avesse bisogno di un “sondaggio” che eventualmente rendesse nota la “promozione” tributata a Bardi e i suoi dai Lucani, in ambito gestione emergenza Coronavirus. E che per questo fosse ben disposta a cacciare anche diversi soldi. I nostri.
E sì, perché se l’assessore alla sanità Leone reagisce così alle critiche del segretario della Cisl, attribuendo addirittura ai sindacati la corresponsabilità della sofferenza in molti comparti, compreso quello sanitario, ben si comprende che loro, poverini, quelli alla Regione, allora in questi casi hanno davvero un comprensibile bisogno di un sondaggio con esito benevolo, magari realizzato da una società –ci aiutiamo con le parole dei consiglieri pentastellati- «il cui responsabile amministrativo risultava ricoprire ruoli all’interno del movimento politico Idea, alleato di Bardi alle ultime elezioni». Ma cos’aveva detto il segretario Cisl Gambardella di tanto “grave”? Che «il piano d’emergenza annunciato a luglio dal governatore si è rivelato una scatola vuota: sul tracciamento dei contagi, sulla riorganizzazione dei trasporti e sulle residenze per i contagiati a bassa intensità non è stato fatto nulla (…) la pandemia ha evidenziato la debolezza di un modello sanitario regionale che ha abbandonato il territorio per concentrarsi con mezzi e risorse umane sulle due aziende ospedaliere di Potenza e Matera, evidenziando l’assenza di una politica di coordinamento e sostegno alla rete dei medici di base, letteralmente abbandonati a se stessi se nel fronteggiare senza mezzi l’emergenza nelle aree interne regionali. (…) Per non parlare delle numerose vicende che hanno alimentato polemiche e cronache giornalistiche, dagli ospedali da campo donati dal Qatar alla mancata individuazione delle residenze di cura post Covid (…) la nostra perplessità di oggi è dovuta alle dichiarazioni del presidente Bardi circa l’esistenza fin dal 2 luglio scorso di un piano d’emergenza”.». E l’assessore al ramo che fa? Risponde nel merito dei vari, numerosi, punti? No, troppa fatica. Meglio parlare delle «incapacità del governo nazionale» (salvo poi fregiarsi, nello stesso comunciato, dei complimenti di ministri e viceministri) e puntare il dito contro quei rappresentanti sindacali che «hanno preferito vivere di poltrone e rendite di posizione», cercando «visibilità, a scapito della realtà». Chissà, forse i sindacati capiranno “la lezione” e si faranno fare un sondaggino di gradimento pure loro. Tanto per poter rispondere “ad armi pari”. Anche perché loro, a differenza della Regione, e di QUESTA Regione, il problema di un eventuale interessamento della Corte dei Conti non ce l’hanno. C’est la vie.
Walter De Stradis