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Cari Contro-Lettori,

secondo le proiezioni di Ires-CGIL a fine 2020 la Basilicata perderà l’11,2% del Pil con un calo del 2,7% dell’occupazione, ovvero 4.700 occupati in meno. Risulta inoltre che in Basilicata, nel periodo della quarantena, il blocco delle attività ha coinvolto imprese che incidono per il 27% sul valore aggiunto regionale, «danneggiando soprattutto i settori dell’automotive, del turismo, dell’edilizia e per il commercio»: nel primo trimestre le esportazioni hanno avuto una flessione del 17,2% e le importazioni del 18,3%. I dati, come accennato, sono contenuti del rapporto “La Basilicata tra e dopo il Covid”, realizzato da Ires Basilicata e Cgil, presentato a Potenza dal segretario Angelo Summa e dal direttore scientifico dell’Ires, Riccardo Achilli. «Le diseguaglianze nell’impatto della crisi non sono soltanto sociali –viene spiegato nel rapporto- ma evidentemente lo sono anche in termini territoriali. Le economie più fragili del Meridione d’Italia, benché meno colpite dal virus, rischiano, anche in ragione della forte dipendenza dei poli produttivi meridionali dai sistemi manifatturieri del Centro Nord, di scontare effetti più gravi». Ne consegue, secondo Summa, che «La Basilicata risente della politica economica e sociale al pari di altre regioni molto più colpite dal virus». E sono soddisfazioni.

«Com’è ormai ben chiaro –ha contemporaneamente illustrato il presidente di Confindustria Basilicata Francesco Somma- l’emergenza Covid 19 ci consegna una crisi senza precedenti: dal rapporto di Confindustria e Cerved, in collaborazione con SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, il 44 per cento del fatturato delle PMI lucane si concentra in settori in cui l’impatto della pandemia è molto intenso. Complessivamente, il calo del fatturato stimato per il 2020 rispetto all’anno precedente sarà del 13,5 per cento. La caduta di margini e ricavi, insieme ai potenziali impatti sulla struttura finanziaria, già di per sé fragile, delle nostre PMI avrà forti implicazioni sul rischio default che potrebbe interessare il 18, 6 per cento delle nostre realtà lucane. Percentuale che potrebbe salire al 24,6 nell’ipotesi di una eventuale recrudescenza del Covid-19 in autunno».

Sono questi soltanto gli ultimi “bollettini di guerra” in una regione al comando di un Generale in pensione (pur magari benintenzionato), ove gli unici dispacci diffusi hanno toni tuttappostisti (l’aggettivo “virutoso” è il più gettonato del momento), ma il morale della truppa (i cittadini, perché in guerra ci siamo primariamente noi) è basso, il rancio è tutt’altro che “ottimo e abbondante” e- se le previsioni ci hanno azzeccato- la gavetta di metallo sarà sempre meno colma. Ah, dimenticavo, in tutto questo confortante contesto, l’ufficiale medico, ovvero il direttore dell’ospedale più importante della Basilicata, annuncia (in procinto di fare ricorso al Tar) in Commissione consiliare che se i tagli della Regione dovessero perdurare, sarà lui poi a dover tagliare «tutti i servizi esterni e l’acquisto di materiale, bloccare il piano di assunzioni e ridurre tutte le attività di tipo territoriale (prestazioni ambulatoriali) che il San Carlo fa». E buon weekend a tutti.

Walter De Stradis

PS: l'immagine è tratta da "Fantozzi SUBISCE ancora"