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Cari Contro-Lettori,

«quando una compagnia con i dollari incontra un popolo con le pezze al sedere, quello con le pezze al sedere è un popolo morto».

In effetti questa traslazione della famosa frase del film “Per un Pugno di Dollari” (che, insieme al titolo richiamato in prima pagina e a “Il Buono, il Brutto, il Cattivo” fa parte della cosiddetta “Trilogia del Dollaro” del regista Sergio Leone) può apparire un po’ ardita e pessimistica, ma la portata socio-economico-culturale dell’equazione rimane intatta, specie se si parla del “Far West” Basilicata.

La storia (vera) dei popoli nativi americani (che nei film di frontiera sono gli “Indiani”) sta lì a dimostrarlo: l’arrivo di una “potenza” su un territorio per alcuni versi in stato di atavica arretratezza, porta inevitabilmente alla soccombenza, si diceva soprattutto culturale e sociale, di quest’ultimo.

Ovviamente, se non ci si corazza in maniera adeguata.

E chissà come avrebbe musicato, il compianto Ennio Morricone (che aveva sublimato i film western del citato Leone e non solo) un lungometraggio sulla vicenda petrolifera lucana, dalle origini ai giorni nostri. Forse inizialmente sarebbe ricorso di nuovo ai famosi fischi di Alessandro Alessandroni, che avevano contraddistinto alcuni dei suoi temi più famosi, ma poi si sarebbe interrogato sul fatto che di “fischi” qui da noi (unitamente alle pernacchie) se ne registrano già tanti, e allora avrebbe optato per un altro suo marchio di fabbrica, il verso dei "coyote", animali che da queste parti prolificano in tutte le stagioni dell’anno (e che, com'è noto, vanno sempre in coppia).

Tuttavia, a sentire il presidente lucano di Legambiente –intervistato “a pranzo” a pagina 7- “Qualche dollaro in più” non risolve affatto la situazione, laddove occorrerà invece che Eni la smetta di fare l’Indiano («La proposta di una Energy Valley in Val D’Agri è a dir poco vergognosa», dice Lanorte) e decida di cambiare (non di voltare) faccia.

Lo stesso ci si attende, più o meno, dalla politica locale, che la faccia –almeno ufficialmente- l’ha cambiata, ma dalla quale è più che lecito pretendere qualche segnale di fumo (in senso buono).

E anche un po’ d’arrosto, magari.

Perché non dimentichiamoci mai -per citare un altro film della Trilogia del Dollaro musicata da Morricone- che «Il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava». Chi, in questo momento, abbia in mano una pistola carica e chi solo una pala, decidetelo voi.

Walter De Stradis