- Walter De Stradis
- Sabato, 01 Dicembre 2018 09:13
Cari Contro-Lettori
oggi, sabato 1° dicembre, è in programma una serata speciale al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, per celebrare i 50 anni di “2001: Odissea nello Spazio”, capolavoro cinematografico di Stanley Kubrik.Ci saranno conferenze, eventi e laboratori per capire quanto della fantascienza di allora si è trasformato nella realtà di oggi. Per quanti (ancora) non lo conoscessero, il celeberrimo lungometraggio (tratto a sua volta da un racconto di Arthur C. Clarke intitolato “La Sentinella”), narra di una Terra primordiale (ricca e selvaggia) abitata da un branco di ominidi (col pelo sullo stomaco, ma privi della capacità di parlare), i quali –non avendo ancora ricevuto il “dono” dell’intelligenza- non sanno come ricavare (adeguato) cibo e sostentamento dalla pur ricca natura che li circonda. Stante l’incapacità di creare gli strumenti necessari alla loro sopravvivenza (compresi quelli per difendersi dalle bestie feroci sempre dietro l’angolo, cioè, fuori dalla caverna), questi homines poco sapiens stanno per soccombere alla famelicità di lupi, felini, e quant’altro. Ma ecco che dallo spazio profondo un bel giorno arriva un monolito nero, perfetto nelle sue proporzioni geometriche fino al millesimo del millesimo (e pertanto di natura artificiale): quegli ominidi col pelo sullo stomaco, ma ignoranti come le bestie che fanno loro la posta, lo osservano e diventano finalmente dei pensatori. L’evoluzione dell’umanità può avere finalmente inizio. Millenni e millenni dopo, sempre nel film, lo stesso identico monolito nero viene ritrovato sulla Luna dagli uomini del pianeta sottostante, che hanno acquisito ormai la capacità di volare nello spazio. Il resto, chi ne avrà voglia, lo scoprirà vedendo questo “cult” di cinquant’anni fa. In apertura ci si chiedeva quanto della fantascienza di allora si è trasformato nella realtà di oggi. Verrebbe facile dire che –per molti versi- qui in Basilicata (terra ricca e anche un po’ selvaggia), la situazione è ancora più o meno quella descritta all’inizio del film di Kubrick: incapacità di favellare adeguatamente, di trarre le adeguate contropartite dallo sfruttamento delle diverse risorse naturali che ci circondano, improvvisi “blackout” di intelligenza, animali famelici a ogni angolo. Insomma, come cantava Tonino Carotone: un mondo difficile, vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto. Già, il futuro, a cominciare da quello politico: le elezioni regionali rinviate a maggio; i consiglieri congelati e depotenziati (ma che non si dimettono); il BVZM (il Buon Vecchio Zio Marcello) in stand by (e con lui il Pd) per via della sua personale Odissea (giudiziaria e politica); la FFF (Facente Funzioni Franconi) che, come Fantozzi (una quarta F?) è nel marasma più completo, con lingua felpata; i ricorsi (sulla data delle elezioni) che si inseguono e si perdono in triplice insieme alle letterine interne al Ministero; e i lupi e felini grossi della politica (nazionale e locale) che pregustano la possibilità di papparsi in un sol boccone regionali, amministrative ed europee. In Basilicata, a Sant’Angelo Le Fratte, le case sono meravigliosamente ricoperte di murales raffiguranti cose e persone. Chiediamo (nell’intervista all’interno) al Sindaco Laurino di immaginare un murale con i nostri politici. «Sarebbe da fare e poi da cancellare subito –risponde, fra il serio e faceto- e li raffigurerei sulla Luna». I contatti con la Terra (lucana) si sono persi da tempo.
Walter De Stradis