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Cari Contro-Lettori,

«osservando il video “virale” col Mollica “Furioso” (non si può certo dire sia “un pezzo di pane”) che, dopo aver inveito contro il presidente del consiglio regionale (Lacorazza – ndr), spintona in stile “catch” l’inerme “paciere” Vituzzo Santarsiero, sembra quasi di assistere alle movenze di un balletto, o di un tango particolarmente focoso, con i due consiglieri regionali che a tratti (specie quando si “abbracciano”) sembrano due amanti a cui piace il gioco pesante. Va da sé, però, che non trattasi di un polka, bensì di una “polkata”». (Da “Controsenso” del 28 Novembre 2015). Non ci piace auto-citarci, ma si dice che certi eventi che rimangono nell’immaginario collettivo, a volte si rivelino profetici di un futuro più o meno imminente. Successe con la nevicata velenosa descritta (a fi ne anni 50) nel fumetto fantascientifico argentino “L’Eternauta” –che notoriamente preconizzò “l’inverno” totalitario piombato successivamente su quel Paese (con uno degli autori finito anche fra i “desaparecidos”); ed è successo (molto più in piccolo, ovviamente), qui in Basilicata. Eh, già: è infatti proprio curioso che quei due che si spintonavano e respingevano (con Mollica che, di peso, vinceva ai punti) in quel video finito anche su Repubblica Tv, e che poi ruotavano avvinghiati con movenze fra il goffo e il grottesco, ora si siano dati “il cambio” –come in un Minuetto assai più garbato e “raffi nato” (si fa per dire)- alla Presidenza del Consiglio regionale della Basilicata. Risultato? Pittella, mano sul ventre, ancheggia e balla la Samba della ritrovata “unità” del Pd; Aurelio Pace, trombato e “tradito”, fischietta minaccioso la Quinta di Beethoven; Mollica si risiede fra i banchi del Consiglio canticchiando “chi ha avut avut avut… chi ha rat ha rat ha rat”; Santarsiero si abbandona a un festaiolo “trenino” (appuntamenti elettorali importanti sono alle porte), e sono tutti contenti (o quasi). Ma… e i Lucani? “Vabè -si son detti, occhieggiandosi, i Consiglieri in Aula- mica possiamo pensare a tutto noi!”.

 

Walter De Stradis