- Redazione
- Lunedì, 17 Aprile 2023 10:36
L’INTERVENTO - «Desta perplessità e sconcerto che un collegio giudicante, contravvenendo a qualsiasi principio di buonsenso, abbia operato in spregio alla dignità, al decoro e al prestigio della classe forense, evidentemente eccedendo nelle proprie prerogative, abbia negato il legittimo impedimento a un'avvocatessa, nonostante questa avesse documentato la necessità di assistere il figlio di due anni, ricoverato al Bambino Gesù per un intervento.
Gli avvocati tutti, anche per previsione deontologica, debbono avere massimo rispetto per la Magistratura, sia inquirente che requirente. La Magistratura, del pari.
Una scelta presa contro il parere del pubblico ministero, motivata col fatto che il bambino avrebbe potuto essere accompagnato in ospedale dal padre, senza nulla conoscere delle dinamiche familiari della collega e con una inopportuna ingerenza in vicende personali e spesso dolorose, per le quali necessiterebbe rispetto.
Di qui la decisione del magistrato di procedere con l'udienza ascoltando un testimone.
Non è la prima volta che capita un episodio del genere nei Fori italiani, come il caso di una collega cui venne negato il legittimo impedimento nel giorno della data presunta del parto. Ora questo nuovo caso, che lede non solo la dignità e il decoro della professione forense, ma la dignità stessa della donna, e di una lavoratrice madre, in un’epoca in cui si parla di parità di genere e di cosa fare per eliminare le disparità».
La Consigliera Regionale di Parità di Basilicata
Avv.ta Ivana Pipponzi
Il Coordinatore Regionale di Meritocrazia di Basilicata
Avv. Luca Lorenzo