gli_shake_beat_e_de_stradis.jpg

 

 CLIKKA SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO

 

 

di Walter De Stradis

Hanno iniziato, come si suol dire, “sui banchi di scuola”, ma poi la loro passione per la musica elettronica (quella che potremmo definire “house music”) li ha fatti diventare, nell’arco di venti anni, un duo storico nell’ambito della “club culture” potentina. Ma non solo: Aniello Golluscio e Maurizio Marchese, al secolo gli “Shake Beat”, sono anche -rispettivamente- presidente e tesoriere dell’associazione culturale “Open Space”, che conta migliaia di iscritti.

E scusate se è poco.

d - Ricordate il momento in cui, da semplici frequentatori di serate musicali, siete passati dall’altra parte, ovvero dietro la consolle?

r - (Aniello) E’ iniziato tutto grazie a un amico, che ci ha avviati all’ascolto di un genere musicale peculiare e poco diffuso dalla radio. A un certo punto la passione è diventata tale da spingerci a selezionare questa musica e a suonarla, nei vari posti in cui ci chiamavano. Avevamo circa sedici anni.

d - Immagino che abbiate iniziato dalle feste scolastiche, ma poi vi siete ritrovati anche su scenari importanti, anche europei.

r - (Aniello) Sì, siamo stati a Berlino, a Roma, a Milano e a Firenze. E’ in programma un nuovo evento nella Capitale, il 29, al famoso “Sanctuary”. A Firenze ci torneremo a dicembre.

d - E in Basilicata quante date avete fatto?

r - (Aniello) Non le abbiamo mai contate.

d - Chiedevo, perché mi dicevate prima che gli iscritti alla vostra associazione culturale, “Open Space”, sono 7.500!

(Maurizio) E’ un buon risultato.

(Aniello) Lo scopo è divulgare la musica dal punto di vista culturale, ma sono incluse anche presentazioni di libri e quant’altro afferente a questo mondo. Ricordo con piacere anche una collaborazione proprio con “Controsenso”, di alcuni anni fa.

d - Siete sulla scena da vent’anni, avete iniziato selezionando vinili?

r - (Maurizio) Sì, proprio col giradischi e un mixer. Iniziammo a comprare i vinili e a mixarli “a orecchio”, mettendo due dischi insieme sotto la stessa battuta.

d - La domanda nasce spontanea: e dove li compravate, a Potenza, certi dischi?

r - (Aniello) A Potenza no, li compravamo in Germania, per posta. Aspettavamo “anima anima” che arrivassero.

(Maurizio). Quando capitavamo dalle parti di Roma o Firenze, li compravamo lì, dopo averli ascoltati.

d - Adesso l’uso degli mp3 ha consentito praticamente a chiunque di improvvisarsi DJ, nei generi musicali più disparati. Voi come vi muovete?

r - (Aniello) “Suonando” gli mp3 “sopra” i vinili. E’ una tecnologia in voga da una decina d’anni, nei DJ set di tutto il mondo. Noi non prepariamo mai la scaletta, ci lasciamo ispirare dalle varie situazioni, ma ciò comporta che portarsi dietro due-trecento dischi diventa una cosa impraticabile. Pertanto, utilizziamo questi vinili speciali, con delle schede audio (dopo aver regolarmente acquistato degli mp3 da alcuni portali) attuando un processo inverso: la puntina del giradischi, anziché “leggere” il vinile, lo “scrive”. In questo modo, tu mantieni il controllo su un disco fisico, che però è un vinile “magico” che veicola degli mp3.

d - Spostiamoci sul discorso “movida” a Potenza. Con la vostra associazione, qualche anno fa, avete dato vita al progetto “Basentum”, sul fiume Basento, appunto, con l’istallazione di alcuni gazebo. Quell’evento fu foriero, però, anche di molte polemiche.

r - (Aniello) Sì, molte. Usammo materiali di uso comune, legno e quant’altro, onde evitare un impatto invasivo, come da prassi. L’unica cosa che disturbava un po’, evidentemente, era il bel movimento che si era creato, con numeri importanti, con gente che veniva addirittura dalla Campania.

d - Quindi a Potenza, nel vostro settore, c’è invidia?

r - (Aniello) Più che altro, fu una questione di politica e permessi. Noi ci eravamo limitati a leggere un bando, a parteciparvi e a essere autorizzati.

(Maurizio) Dopotutto si trattava di rivitalizzare un posto completamente abbandonato a se stesso.

d - Specie d’estate, puntualmente, divampano le polemiche sulla “movida notturna” in città, nel Centro in particolare. C’è chi lamenta rumori, schiamazzi, comportamenti inappropriati da parte di alcuni giovani, e quindi la questione è spesso sui giornali, compreso il nostro.

r - (Aniello) La questione centro storico è molto complessa.

(Maurizio) Anche in virtù dell’età media dei residenti, che è molto alta. Il che spinge alcuni di loro a non tollerare...

(Aniello)...ma giustamente, anche. Perché c’è chi si comporta bene e chi si comporta male, ma non si possono giustificare atteggiamenti incivili o ineducati. Tuttavia, spesso gli organizzatori, comunali o privati che siano, perdono le speranze: ottenere un permesso (per una serata, un Festival, la presentazione di un libro) è molto difficile; e una volta ottenute le autorizzazioni, diventa complessa anche la questione sicurezza. Cioè, è giusto, ma una città come Potenza, se è a corto di eventi, va subito in declino.

d - C’è troppa burocrazia?

r - (Maurizio) Sì, troppa.

(Aniello) A volte si tratterebbe di chiudere un occhio, per far del bene alla città, non per fare disastri. Molte volte, invece, vengono messi i bastoni tra le ruote.

d - Da parte di chi?

r - (Aniello) Non saprei dirlo, però a volte trovare una “presenza” negli uffici, o altrove, è molto complesso. E’ difficile arrivare a una soluzione seduti a un tavolo; ogni volta è necessario fare più incontri, più sedute, e quindi l’imprenditore o l’associazione di turno si stanca. A quel punto, o fa le cose alla carlona, tanto per farle, o rinuncia del tutto.

d - Il dibattito è anche un po’ questo: da sempre esiste il ritornello “A Potenza non c’è mai niente”; ma ci sono quelli che invece sostengono che nel Capoluogo le iniziative non mancano. I vostri 7.500 iscritti lo testimonierebbero. Insomma, Potenza è “viva” o no?

r - (Aniello) E’ “viva”, eccome. Anche se fanno di tutto per farci “morire” , in senso lato...

(Maurizio) ...per farti gettare la spugna, per farti perdere gli stimoli a promuovere qualcosa di diverso nella città, ma che altrove vedi dappertutto. Nelle nostre “one night” mensili ospitavamo anche DJ dall’estero. Il punto è: perché ciò deve accadere solo in altre città e non anche a Potenza?

d - Voi dite: “Ci vogliono far gettare la spugna”; ma cosa significa: c’è una volontà precisa o si tratta solo di “inedia”?

r - (Aniello) Non è una volontà. Semplicemente, vedo e noto che gli eventi ci sono (dal teatro alle mostre di pittura); tuttavia, rendendo le cose difficili per il popolo che magari ama la musica live o la discoteca, così come per l’intenditore d’arte, si rende la città meno vivibile rispetto ad altre realtà. Bisognerebbe essere un po’ più aperti mentalmente, tutto qui. Proprio il detto “A Potenza non c’è mai niente”, spinge la gente a non seguire più le cose.

d - E’ un cane che si morde la coda: meno le cose si fanno e meno si ha voglia di farle.

r - (Aniello) Proprio così. Aggiungerei: “E meno si ha la voglia di seguirle”. In questo momento, se la nostra e le diverse altre realtà ottengono seguito, l’organizzatore (pubblico o privato) è più invogliato a creare delle situazioni.

d - Pertanto, il messaggio rivolto, non so, a sindaco o governatore, quale potrebbe essere?

r - (Aniello) Dare più spazio ai giovani, consentendo loro di organizzare cose...

(Maurizio) E ci vuole più tolleranza. Specie se pensiamo che ci sono tanti spazi vuoti abbandonati.

(Aniello) L’esempio più eclatante è proprio il fiume.

d - Altra questione assai dibattuta: esiste collaborazione tra le varie associazioni?

r - (Maurizio). Esiste, abbiamo fatto alcune cose, ma poi arriva puntualmente il momento in cui c’è chi vuole avere sempre l’ultima parola o vuole essere predominante.

(Aniello) Il mondo delle associazioni ha voglia di fare, ma -come dicevo prima- se troppo vuoi, non te lo permettono. Noi abbiamo collaborato con altre associazioni, che da anni si sbattono come noi, per fare delle lezioni musicali nei centri estivi, alla “Torraca”, alla “La Vista” etc.

d - So che questo sabato (oggi, per chi legge), c’è un evento importante.

r - (Maurizio) Al “Basilikos” ospiteremo Sara Bluma, una famosa DJ internazionale, “resident” di uno dei più importanti club romani, che a sua volta ha sedi distaccate anche in Costa Smeralda e a Mykonos.

(Aniello) Noi le faremo da spalla e dobbiamo dire “grazie” all’organizzazione di un privato, che condivide con noi questa passione da anni, Mladen Lazic, figlio di Ranko, noto allenatore di calcio.

d - Ritenete che l’abbinamento che alcuni fanno, “musica elettronica = rave”, in qualche modo vi danneggi? O voi non c’entrate nulla con quel mondo?

r - (Maurizio) Non c’entriamo assolutamente nulla. I rave sono fatti in posti illegali, invece la musica elettronica che proponiamo noi si basa sulla “club culture”, ovvero la cultura del club, quello legale.

d - Esiste un brano, nel vostro genere, che si adatterebbe a titolare la situazione attuale della Basilicata?

r - (Maurizio) Difficile individuarne uno, considerato il nostro bagaglio di conoscenze.

(Aniello) ...anche perchè la Basilicata è in constante evoluzione. Non so se più nel bene o più nel male. Forse un po’ più nel male.