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di Walter De Stradis

 

Tommaso Coviello, di professione avvocato, 47 anni, stempiato, ma dal viso giovane, è il capogruppo della Lega in consiglio regionale.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: La mia è una storia di militanza col centrodestra lucano. Sono stato consigliere comunale d’opposizione ad Avigliano per dieci anni, oggi vivo felicemente questa esperienza di rappresentanza dei Lucani all’interno del consiglio regionale, e spero di lasciare una traccia del mio operato.

D: Lo chiedo a tutti i politici lucani della Lega che mi capitano a tiro: mi convinca che si è candidato col partito di Salvini (che fino a qualche tempo fa non era certo dolce con i Meridionali) per il puro interesse dei suoi corregionali e non per un suo mero calcolo politico.

R: Nel mio caso il calcolo politico non c’è mai stato, avendo sempre fatto scelte controtendenza: sono sempre stato una persona di centrodestra quando la Regione era in mano alla sinistra. Per quanto riguarda la Lega, mi ha colpito la vicinanza alla gente, che era ciò che mancava nella politica nazionale e lucana. Il risultato elettorale è dipeso proprio da questo, laddove fino a quel momento si era registrato uno scollamento del centrosinistra con la gente lucana. Oltretutto, mi piace sottolineare che quando Bossi, nell’ultimo consiglio federale, fece certe dichiarazioni sui Meridionali, io presi subito le distanze, senza alcuna esitazione. Mi preme l’interesse dei Lucani e anche sul Recovery Fund ho sposato l’indicazione del nostro presidente Bardi, che dice che sull’allocazione delle risorse…

D: …c’è stato uno scippo ai danni del Sud.

R: Assolutamente sì. La cosa va ripensata, se è vero com’è vero che in sede europea noi l’abbiamo spuntata su dei finanziamenti importanti anche in ragione dell’evidente divario economico Nord-Sud, che va assolutamente colmato.

D: …sicuro che Salvini sarebbe d’accordo con lei…?

R: Io credo che Salvini abbia mostrato maturità politica, chiarendo che tutti i territori hanno uguale dignità. Non credo abbia fatto qualche dichiarazione in senso contrario.

D: Quando l’ha conosciuto cosa l’ha colpita principalmente?

R: La praticità dell’uomo e la capacità d’ascolto. Cosa non comunissima in politica. Al di là di quello che può trasparire dai social, lui è uno che ascolta molto e si cala nelle istanze, ragion per cui ha ottenuti certi risultati al Sud. Ho conosciuto anche Berlusconi, ma quello parla sempre lui...

D: Tornando al Recovery Fund, c’è stato dibattito in consiglio regionale: la sua conclusione e quella di altri della maggioranza è stata: “rinviamoci a quando sapremo meglio come, quando e soprattutto QUANTO toccherà alla Basilicata”. Ma la Regione può fare delle proposte…

R: La Regione la ha GIA’ fatte.

D: Sì, ma quali sono?

R: Sono contenute in delle schede inviate, sulla base delle linee guida evidenziate dal Ministero. La Basilicata ha fatto una proposta che io definirei “strutturale”, perché va a completarsi con quelli che sono i fondi strutturali europei e con tutto ciò che la Regione ha in mano per poter programmare. E’ tutto contenuto nelle schede.

D: Cosa c’è scritto in queste schede.

R: Andare nello specifico diventa complicato, ma diciamo che per ogni tipologia possibile la Regione ha già evidenziato e ipotizzato una serie di interventi. Tenga conto però che il totale degli interventi ipotizzati ammonta a 13 miliardi di euro: io mi auguro che possano arrivare tutti, ma…

D: …difficilmente…

R: …sì, diventa complicato. Quindi ora tocca fare i “conti della serva”, ma quando avremo la certezza che alla Regione Basilicata saranno assegnati tre, quattro, cinque miliardi di euro, si deciderà sulla base delle priorità, che saranno evidenziate anche in un discorso di coinvolgimento delle minoranze (come richiestoci da una parte dell’opposizione).

D: Ma se lei avesse adesso, subito, questi soldini, su cosa metterebbe mano?

R: Sulle infrastrutture. Per farci uscire dall’isolamento: non abbiamo strutture viarie degne di tal nome. Attraversiamo la Potenza-Sicignano né più né meno come quarant’anni fa! Se un aeroporto diventa complicato, si può senz’altro pensare all’alta velocità. Abbiamo perso il “treno” importante dell’alta velocità Napoli-Bari, che –come sappiamo- ci sfiorerà soltanto. Io non so chi abbia concepito un tale progetto scellerato...

D: Ma che momento vive la maggioranza regionale? Ogni tanto si legge o si sente parlare di “rimpasto” in giunta (a parte le note fibrillazioni nella Lega)…un mesetto fa un suo collega (Baldassarre, di Idea), si diceva favorevole. C’è aria di rimpasto o no?

R: Questo è un momento delicato, in cui stiamo gestendo una fase di Pandemia. E svestendo i panni di consigliere, le dico che è stata gestita bene, sia dal punto di vista sanitario (checché ne dica parte dell’opposizione), sia dal punto di vista economico. Altre regioni hanno annunciato provvedimenti che poi si sono rimangiati. Noi li abbiamo annunciati, li abbiamo fatti e abbiamo pagato i cittadini. Il tutto nel mezzo di una carenza di risorse, un’eredità pesante del centrosinistra: più di 100 milioni di euro di “buco”, che tuttavia non siamo stati in grado di evidenziare, perché abbiamo approvato un bilancio in piena Pandemia. E’ pur vero che, da cittadini, ascoltando la gente e leggendo i giornali, si apprende che un po’ di difficoltà ci sono in merito a una identità di vedute della maggioranza. Ma questo dipende dal fatto che siamo una classe dirigente nuova, che necessita di un periodo fisiologico di ambientamento.

D: Ma il rimpasto lo farebbe o no?

R: Non compete a me dirlo. Io posso soltanto supportare i nostri assessori, Merra e Fanelli, e lasciare la scelta a chi di competenza.

D: Le faccio la mia solita domanda un po’ retorica, confidando che la risposta non lo sia: a Bardi non tiriamo le orecchie proprio su nulla?

R: Ma no. Il Presidente ha tutta la mia stima, professionale e politica, semplicemente sconta un po’ le difficoltà di chi non ha mai fatto politica attiva e viene da tutt’altro ambiente. Ha poi forse vissuto poco la Basilicata, specialmente alla fine della carriera, per ragioni professionali, ma ripongo la massima fiducia nel suo operato.

D: Ma ciononostante i cittadini spesso lamentano una certa distanza dal Palazzo, e Bardi appare poco presente e poco calato nella realtà “quotidiana” dei lucani.

R: Dalla mia posizione privilegiata di consigliere regionale posso dire che non è così. Il Presidente lo trovi negli uffici regionali il sabato e la domenica…

D: Mi auguro non solo in quei giorni.

R: No, no, intendevo ANCHE il sabato e la domenica. E quando è fuori è per impegni istituzionali (che adesso con la Pandemia si sono moltiplicati). E’ chiaro che poi il Covid ha fatto sì che diminuissero anche le occasioni di incontro “fisico”…

D: Certo, questo vale per tutti. Però contemporaneamente si è anche letto di questi stipendi un po’ “alti” dei suoi collaboratori più stretti, nonché della loro provenienza “non lucana”…magari il cittadino si aspettava qualche segnale diverso? Che dice?

R: Noi Lucani abbiamo un brutto vizio. In una terra così piccola, ci conosciamo tutti, e ottenere il numero di telefono del consigliere regionale o dell’assessore è questione di un nanosecondo; da un lato è una cosa bella, perché ti avvicina alla gente, dall’altro è una cosa brutta perché diventa tutto chiacchiericcio di piazza. Posso dirle che si è stati costretti a chiamare professionalità di fuori …perché in Basilicata come fai fai, sbagli. Se chiamavi uno che aveva già esperienza in quel tipo di incarichi, magari ti dicevano che non hai cambiato nulla. Guardi, ci sono delle regole per poter cambiare i manager, e affinché qualcuno di comprovata esperienza possa lavorare in Basilicata. Faccio un esempio: i manager della sanità guadagnano meno rispetto a tutti gli omologhi di altre regioni, quindi hanno difficoltà a “scendere” qui in Basilicata. Come accennavo, inoltre, quelli che ci sono magari avevano avuto esperienza col centrosinistra e allora…

D: …ma non penso che tutte le professionalità in Basilicata avessero questo “peccato originale”!

R: No, ma come dicevo, essendo la nostra una realtà troppo piccola, scontiamo questa difficoltà.

D: A proposito di Sanità, Bardi ha saputo giocarsela bene la questione San Carlo, riconfermando Spera (prima commissario e poi direttore generale)? Anche pensando a tutte le polemiche (con annesse spaccature interne vostre) sulla gestione Barresi…

R: Io le rappresento la mia personalissima opinione. Pino Spera da commissario ha dimostrato una grande efficacia, fondamentale per far ripartire il San Carlo; cosa che, devo dire, non ho visto nell’epoca Barresi. Ce lo raccontavano i pazienti, gli operatori sanitari, la “carne viva” di chi ci lavora quotidianamente. Spera per me è la persona migliore per il ruolo di direttore generale di una struttura che è centrale per tutta la sanità lucana.

D: Tornando al Recovery Fund, Saviano in tv ha detto che non vede uno Stato adeguatamente attrezzato nel monitorare gli interessi e le ingerenze della malavita, che starebbe acquisendo diversi alberghi e ristoranti in crisi. Recentemente il nostro procuratore antimafia, ad esempio, ha detto che il Metapontino è una zona ad altissimo tasso criminale. Bisognerà che anche da parte vostra ci sia controllo.

R: Il controllo è fondamentale, ma ci sono anche gli organi preposti a farlo.

D: Sì, ma un primo “filtro” politico ci deve essere.

R: Assolutamente sì. Ma la nostra non è una situazione assolutamente assimilabile alle regioni contermini, Campania, Puglia e Calabria. Abbiamo il vantaggio di esser piccoli e la criminalità organizzata non ha ancora messo gli occhi su di noi. Poi lei mi parla di Saviano, che sinceramente non mi è molto simpatico, e che ogni tanto deve giustificare la sua esistenza con qualche rappresentazione un po’ troppo “cruenta” delle cose…

D: …quindi non è come dice lui?

R: In Basilicata no. Un fondo di verità importante c’è sicuramente in Campania.

D: Un momento di questa Pandemia, magari anche intimo, che le è rimasto più impresso? Cosa si porterà dietro per sempre?

R: Ho vissuto il mio primo Lockdown completamente solo, perché –ahimè- sono separato, e ho preferito non stare a contatto, per preservarli, con mia mamma e i miei ragazzi. Pertanto, l’ho trascorso interamente all’interno del Dipartimento Salute, lì dove potevo rendermi utile, in un momento in cui non c’era nessuno. Ricorderò sempre quelle strade vuote e quello scenario raccapricciante.

D: Lei è avvocato: ha percepito il famoso bonus di 600 euro?

R: Assolutamente no, percependo comunque un’indennità che –a differenza di altri- non è legata alle sorti della Pandemia…

D: Quanto percepisce da Consigliere regionale?

R: Al netto circa seimila euro e dispari, comprensivi dei rimborsi forfettari.

D: Non crede possa essere un po’ troppo?

R: Credo sia il giusto, perché professionalmente ci rimetti e rischi molto: da avvocato io ho un reddito più elevato.

D: A microfoni spenti mi diceva che ha giocato a calcio fino a qualche anno fa. In politica qual è il "fallo da dietro" più grosso che ha subito?

R: In politica non c’è mai riconoscenza. L’ho imparato a mie spese. E quindi oggi alzo i gomiti, come fanno i centravanti, per difendermi.

D: Il film che la rappresenta?

R: “Il Gladiatore”, anche se magari è un po’ scontato.

D: Il Libro?

R: Mi piacciono le biografie eccellenti: ho letto molto su Kennedy.

D: La canzone?

R: “Mano a mano” di Rino Gaetano.

D: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

R: Che sono stato un servitore dei Lucani.