- Redazione
- Sabato, 10 Ottobre 2020 09:15
Ha la faccia pulita e i modi da bravo ragazzone. Abbiamo avuto modo di incontrare, seppure brevemente nel bailamme post-elettorale, il nuovo sindaco di Matera, Domenico Bennardi, fresco di elezione con un risultato degno di nota che ha già fatto parlare, a livello nazionale, di “Modello Matera” come strategia di “rilancio vincente” per il Movimento 5 Stelle.
E scusate se è poco.
Tanto che oggi (sabato – ndr) il ministro Di Maio sarà a Matera per ringraziare i cittadini del risultato e discuterne insieme a tutti i vertici del Movimento 5 Stelle.
Sostenuto da una coalizione formata da Movimento 5 Stelle, Verdi, Psi, e dalla civica Matera 3.0, Bennardi ha ottenuto al ballottaggio il 67,5% dei voti contro il 32,5% del suo sfidante di centrodestra, Rocco Sassone.
(L’intervista che segue è stata realizzata con l’indispensabile apporto e collaborazione dello studio Martemix).
D: Che “titolo” dare al “film” di questo risultato?
R: Io la chiamo “rivoluzione garbata”. Una vittoria di misura ottenuta con una campagna elettorale basata sulla concretezza e sull’ascolto puntuale delle esigenze dei cittadini.
D: Sinceramente, se lo aspettava?
R: No, per me è davvero un successo inaspettato. Ma soprattutto penso che sia un successo dei cittadini –e mi lasci sottolineare che non è retorica- così come di coloro che hanno capito che era necessario, una volta tanto, premiare i contenuti, le idee, soprattutto quando sono espresse con uno stile sobrio, offrendo la “libertà di pensare”, e di votare, in maniera ponderata. Credo che i cittadini abbiano recepito bene il messaggio, decretando questa discontinuità col passato e proiettando Matera in una nuova dimensione rispetto allo scenario politico locale, finora troppo arroccato su personalismi e rendite di posizione.
D: A qualche giorno dal suo insediamento in Comune, cosa c’è in cima alle “pratiche” sulla sua scrivania?
R: Non sono certo preoccupato, ma c’è parecchio da fare, e tutto si basa sulla credibilità, una credibilità –come ho detto spesso- “nei fatti”. Le famose “formule magiche” dei primi cento giorni le lascio a chi è abituato a raccontare favole. Occorre dunque pensare –concretamente- a Matera e al suo rilancio, partire dalle periferie fino al Centro, ma pensando sopratutto ai suoi cittadini in quella visione di città che mi piace definire “capitale tra le capitali”. Anche questo ho avuto già modo di chiarirlo: la prima cosa è prendere subito una posizione netta contro la paventata riforma sanitaria regionale. Saranno i cittadini a porre direttamente le domande all’assessore regionale alla sanità e al Governatore, e lo faranno nel corso di un Consiglio comunale aperto. Vede, in tale maniera si potrà chiarire, una volta per tutte, quale sarà il futuro sanitario di Matera. Ci sarà quindi la redazione di un documento ufficiale con cui la Regione possa prendere atto del voto cittadino, quel voto che ha espresso la volontà di TUTELARE l’indipendenza di Matera in tutti gli ambiti, compreso quello sanitario.
D: Mi viene da pensare che, a leggerla a distanza, è stata una campagna elettorale abbastanza “pepata” e in cui non sembrano essere mancati gli affondi più “appuntiti”…
R: (Silenzio) Tocca registrare che in effetti non sono mancati gli attacchi, così come quelle che secondo me sono offese gratuite, persino ai cittadini. Ma in ogni caso mi lasci dire che quel rimane è sopratutto questo dialogo ritrovato con l’intera città, una risorsa alla quale ovviamente dobbiamo attingere, nell’ottica più generale di migliorare Matera. Io credo sinceramente che dovremo essere bravi, tutti, ad approfittare di questa “rivoluzione garbata”, allestendo “ponti di dialogo” e avendo come nostro “faro” l’interesse collettivo, senza scendere a compromessi. Per fare il bene pubblico, ovvero quello della città, Il tutto avverrà, sì, anche con il contributo dell’opposizione dalla quale mi aspetto un atteggiamento costruttivo. Sono convinto infatti che il luogo più idoneo ove costruire “ponti” (mi piace questa parola) su obiettivi comuni, pur mantenendo le proprie diversità, sia il Consiglio Comunale. In quella sede naturale confluiranno tutte le istanze raccolte, prima, durante e dopo la campagna elettorale.
D: Perché crede di aver convinto gli elettori? Qual è stato il punto di svolta?
R: Beh, è semplice: non abbiamo nascosto nulla e credo che questo possa aver rappresentato la nostra “marcia in più”. La ricetta è sempre quella di parlare chiaro. La credibilità credo sia stata una delle nostre “ragioni forti” emerse in questa intensa tornata elettorale. Il nostro auspicio ora è quello di dialogare veramente con i cittadini, le associazioni di categoria, quelle datoriali, ma anche con le diverse fazioni politiche, come accennavo. Quando ci siamo presentati come coalizione che convergeva su un “programma condiviso”, abbiamo detto che questa era la compagine che avrebbe sfidato gli altri competitor e che tale sarebbe rimasta. Così è stato. Per noi la coerenza è un valore.
D: Che tipo di organizzazione ha ereditato?
R: In effetti come mia “seconda pratica” sulla scrivania c’è quella di fare quanto prima una ricognizione dello stato della macchina amministrativa, a fronte comunque di un’eredità difficile da gestire a livello di debiti e di scelte errate, come ritengo essere quella sulla raccolta differenziata. Anche con i dipendenti comunali e i dirigenti conviene partire dalla risorsa “dialogo”: non ho alcun dubbio infatti che le competenze ci siano, e ci sono, e lo scopo è sempre e solo quello di creare una squadra forte ed efficiente.
D: Per quanto riguarda le opere pubbliche come immagina il futuro di Matera?
R: Vorrei avviare un percorso di urbanistica “partecipata”, provvedendo anche a istituire una commissione per la qualità urbana che valuterà i progetti e le proposte. Occorre inoltre allestire in un immobile comunale “La Casa dell’Architettura” o “Urban Center”, se preferisce, insomma un luogo pubblico dedicato alla “partecipazione informata” e attiva dei cittadini e al dibattito pubblico. Vorrei diventasse, pertanto –come ho avuto modo di dire in campagna elettorale- uno “spazio di esposizione permanente” dei processi e degli interventi in corso, sia di carattere urbanistico sia architettonico.
D: Opere pubbliche: su cosa si sente di tirare l’orecchio all’amministrazione che l’ha preceduta?
R: La mia posizione su questo punto credo sia ormai ben nota: nella storia recente di questa città purtroppo è accaduto che sovente si sia verificato un approccio alla progettazione che definirei “episodico”. Bisognerà porre uno stop alla consolidata prassi del consumo del suolo e recuperare quello abbandonato o usato in maniera non appropriata. La rigenerazione urbana, come dico spesso, va vista ponendo al centro i progettisti e le persone. E queste ultime bisogna coinvolgerle. Lo ripeterò fino alla noia: non c’è maniera migliore per immaginare il futuro della nostra città che progettarlo insieme.
D: Qualche esempio pratico?
R: In generale la prassi che intendo adottare per le opere pubbliche di Matera prevede innanzitutto il coinvolgimento preventivo degli ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri e geologi). E poi, sì, occorre evitare ciò si è verificato nel corso dell’amministrazione De Ruggeri, con le decisioni prese –mi conceda un’iperbole- nelle “segrete stanze”. Beh, mi viene subito in mente la faccenda di Piazza della Visitazione, quando si è affidato il progetto all’architetto Stefano Boeri che di Matera sa assai poco, escludendo a priori i professionisti locali. Eppure il tutto era stato oggetto di vari concorsi di cui, colpevolmente, l’Amministrazione uscente non ha tenuto conto. Non è stato nemmeno aperto un qualche dibattito con la città! A mio modo di vedere è stata un’occasione sciupata, perché alla fin fine non si è dato spazio né al progetto né al dibattito, anzi direi che è accaduto l’esatto opposto. E’stato progettato, senza alcuna condivisione, il destino di uno spazio così importante della città moderna. Nel confronto che ho avuto col mio competitor presso l’Ordine degli Architetti, ho già avuto modo di chiarire che Matera deve essere valorizzata con i concorsi di progettazione a due fasi: nella prima fase si mettono insieme le idee, nella seconda si raccolgono le prime cinque migliori ipotesi da mettere a gara per realizzare il progetto definitivo. Il lavoro comunque sarà pagato ai cinque concorrenti finalisti, mentre il vincitore avrà in premio l’incarico per realizzare l’opera.
D: Prima ha fatto cenno alla questione ambientale.
R: Già, e lei prima mi chiedeva cosa c’è sul mio tavolo. In effetti la mia attenzione è già rivolta, e non può essere altrimenti, a un problema che, in presenza delle elezioni, è rimasto un tantino sullo sfondo. Mi riferisco alla gestione della raccolta differenziata avviata dal nuovo bando. Allo stesso tempo, ovviamente, c’è sempre la questione turismo: cercheremo di agevolarne la ripartenza in funzione delle nuove dinamiche imposte dal Covid. Non resta quindi che metterci al lavoro con tutti gli stakeholders locali e con i portatori di interesse verso la nostra città. Il resto è tutto scritto nel nostro programma che abbiamo illustrato minuziosamente ai cittadini con i quali –torno a ripetere- abbiamo parlato in maniera pacata, chiara e coerente senza mai alzare i toni, puntando su un deciso cambio di passo della classe amministrativa. Ora la palla è al centro: l’invito è ai cittadini che vorranno aderire al nostro progetto.
D: C’è poi di mezzo la “vexata quaestio” dei rapporti con Potenza.
R: Vogliamo instaurare con Potenza un rapporto di assoluta sinergia e di collaborazione, soprattutto in chiave turistica: c’è da fare rete perché Matera è la “porta turistica” della regione. Matera deve essere utile a tutto il territorio regionale, ma in un rapporto paritetico con Potenza. Per questo è necessario dotarla delle migliori e più efficienti infrastrutture per farla uscire dall’isolamento che attanaglia la città da decenni. Per questo occorre investire su Matera.