- Redazione
- Sabato, 06 Giugno 2020 08:35
di Antonella Sabia
Sono stati tra i primi a interrompere le proprie attività, e saranno quasi certamente gli ultimi a poter riprendere: stiamo parlando non solo degli artisti, ma di tutti gli addetti ai lavori "dietro le quinte" dello spettacolo e dell'intrattenimento. Se cinema e teatri vedranno uno spiraglio da metà mese, a rimanere fuori è tutto il comparto degli spettacoli musicali dal vivo e all’aperto, che da sempre ravvivavano le serate dei nostri piccoli borghi. Ne abbiamo parlato con il musicista lucano Renato Pezzano, da qualche mese fiduciario territoriale dell’associazione SOS Musicisti (un coordinamento nazionale, il cui presidente è il musicista settantenne Victor Solaris, che insieme ad altre associazioni si occupa dei diritti dei musicisti, delle questioni legali, del diritto di autore, e del pensionamento).
D: Quali sono le notizie sulla ripresa?
La data ufficiale per riprendere le attività teatrali e i cinema è il 15 giugno, ci sono però delle limitazioni molto stringenti, in particolare sul numero dei partecipanti. All’aperto c’è il problema di come garantire la distanza tra le persone, bisognerebbe concepire spettacoli di piazza con sedie. Nei teatri è più semplice la gestione dei posti, però bisogna prendere la temperatura all’ingresso e garantire un servizio di sorveglianza durante l’esecuzione del concerto. Anche gli artisti hanno delle limitazioni all’interno dei loro spazi, devono avere camerini separati, mentre i tecnici non possono lavorare in due contemporaneamente. Ci sono delle limitazioni sicuramente affrontabili, anzi i musicisti sono ben disposti, il problema è che sugli organizzatori ricadrebbe tutta la responsabilità dell’evento. Nel caso qualcuno dichiarasse di aver contratto l’infezione durante un concerto, purtroppo l’organizzatore ne risponderebbe in prima persona, e in questo momento sono frenatissimi. Il comparto è completamente bloccato, ho incontrato molti operatori, tra cui proprietari dei service, disperati perché hanno le strumentazioni ferme nei capannoni, senza considerare poi tutte le maestranze.
D: La maggior parte di queste ha contratti a tempo?
Alcune maestranze lavorano con la partita Iva, altre hanno un contratto a tempo determinato, solo per la stagione estiva. Per cui la maggior parte non ha potuto accedere ad alcun sussidio, se non con la Partita Iva, ma ti garantisco che siamo davvero una minoranza, sia come musicisti che come tecnici. Se uno lavora 3/4 mesi all’anno, non è conveniente aprire una posizione Iva.
D: Oggi sono a tutti gli effetti disoccupati?
Sostanzialmente sì. L’indotto dello spettacolo è una macchina gigantesca, gli stessi impresari dello spettacolo che sono quelli che propongono gli artisti ai comitati e alle ProLoco, vivono una situazione davvero di emergenza. In una lettera di mons. Salvatore Ligorio indirizzata ai sacerdoti, veniva chiesto di «limitarsi solo alla festa religiosa».
D: Ad oggi, non ci sono date per gli spettacoli all’aperto?
C’è il rischio concreto che non si facciano spettacoli dal vivo quest’anno, poiché non sono possibili assembramenti e, anche rispettando i criteri di sicurezza, gli organizzatori sono piuttosto restii. Io però non riesco ad immaginare un’estate senza eventi musicali all’aperto. Ci sono state delle persone che hanno fatto delle proposte, molto attente e interessanti, ma siamo alle solite: lo spettacolo in Italia viene trattato come l’ultima ruota del carro ed è paradossale perché solo in estate muove qualche miliardo di euro. Non parlo di concerti negli stadi, ma qualcosa si potrebbe fare nelle grandi piazze.
D: C’è stata qualche interlocuzione con gli amministratori regionali?
Ho avuto contatti con la Regione che sta lavorando su un bando pubblico di progettazione e di aiuto per tutte le attività culturali che quest’estate subiranno delle perdite, in alcuni casi il blocco totale. Non c’è ancora nulla di definito, è necessaria la sinergia con il governo centrale.
D: Qual è il suo auspicio?
Vista la situazione della nostra regione, secondo me si potrebbe pensare di dare un piccolo impulso, con delle regole ferree che devono essere assolutamente rispettate da tutti, altrimenti la situazione scaturirà in un vero e proprio problema sociale. In molti basavano l’80% del proprio fatturato esclusivamente sulla stagione estiva. Penso inoltre alla SIAE, a livello nazionale, dovrebbe fare una revisione delle tariffe, per andare incontro agli organizzatori di eventi che sarebbero più invogliati e anche per i ristoratori che oggi non possono contare sullo stesso numero di posti a sedere. Io però sono fiducioso e penso che qualcosa si muoverà, però non avendo un albo professionale nazionale, purtroppo c’è molta disomogeneità nella nostra stessa categoria. In mezza Europa esistono associazioni di categoria, i musicisti sono tutelati dal governo stesso, invece noi siamo tutti allo sbaraglio. Esistono faldoni di proposte concrete di riforme, regolamentazione dello spettacolo, ma sono fermi sui banchi del parlamento da anni.