- Walter De Stradis
- Sabato, 13 Aprile 2019 10:03
«Trentacinque anni non sono affatto pochi per un aspirante sindaco, se consideriamo che persone come Colombo, Fierro o Gianni Pittella, a quell’età avevano già raggiunto risultati notevoli». Si presenta con un maglione sorprendentemente rosso, il giovane candidato sindaco di Potenza per il Centrodestra, il leghista Mario Guarente. Capelli ricci neri cortissimi con doppio taglio (quasi da “trapper”), baffetti e pelle scurissima, gli chiediamo a bruciapelo se Salvini l’abbia guardato bene. «Certamente (ride), e questo dimostra che non è il razzista che dicono!».
Come giustifica la sua esistenza?
La mia è un’esistenza assolutamente normale, anche perché provengo da una famiglia altrettanto normale: mio padre è un dipendente pubblico, mentre mia madre è impiegata in un’azienda privata in ambito farmaceutico e, in più, ho un fratello.
Ho fatto la stessa domanda a Fanelli: molti si chiedono come faccia una persona del Sud a condividere le stesse ideologie della Lega di Salvini...
C’è una differenza sostanziale tra la “Lega” e la “Lega Nord”, a partire dallo statuto. L’articolo 1 afferma che la Lega Nord nasce per la secessione della Padania, mentre il movimento della Lega, al quale noi stessi abbiamo aderito, riunisce diverse regioni, dal Trentino alla Sicilia. Siamo entrati a far parte della Lega tramite un movimento politico che si chiamava e si chiama tutt’ora Sud in Testa con Fanelli e Pasquale Pepe per ciò che concerne la Basilicata, Andrea Caroppo, che è un consigliere regionale pugliese, e una serie di amministratori meridionali. Quando siamo entrati a far parte della Lega abbiamo posto alcune condizioni, come l’eliminazione della parola “Nord” e una nuova definizione del partito, e in questo Salvini è riuscito pienamente, anche perché ha battuto su due principi fondamentali: autonomia e federalismo, reali ancore di salvezza per una regione come la nostra. La nostra terra beneficia di tantissime risorse, e non mi riferisco solamente al petrolio, ma anche alla vocazione agricola e turistica che spesso sono state smorzate. È stato dimostrato, dati alla mano, che le stesse regioni autonome non solo riescono a gestire al meglio i fondi a disposizione, ma anche ad offrire maggiori servizi ai cittadini e a contribuire al bilancio dello Stato in maniera considerevole, certamente in maniera maggiore rispetto alle regioni a statuto ordinario. O si abbandona l’idea che la Basilicata, con le sue risorse, debba essere una sorta di ancora di salvataggio rispetto alle altre regioni del Sud, oppure siamo destinati a morire.
L’annuncio della sua candidatura a sindaco è avvenuto praticamente all'indomani dei risultati elettorali regionali.
Tutto è nato per caso. In un incontro, il segretario regionale Cappiello disse scherzosamente “saluto il prossimo sindaco della città di Potenza, Guarente”, poi la questione è stata ripresa dal commissario Liuni durante un incontro pubblico, quando si rivolse alla platea dicendo:“tenetevi pronti che questo sta studiando da sindaco”. È stata una scelta del partito, io non ho mai chiesto nulla.
Se lei dovesse spiegare a se stesso perché stato è scelto lei e non un altro, cosa si direbbe?
Io non ho la presunzione di ritenermi migliore di nessuno. Mi ritengo una persona normale che ha provato a svolgere dignitosamente il ruolo di consigliere comunale, a diventare un cittadino della Lega e ad eseguire il proprio ruolo con buon senso e negli interessi della comunità. Probabilmente, in un mondo in cui i partiti hanno perso la capacità di porre attenzione alle persone che si spendono, la Lega invece ha avuto modo di osservare e giudicare positivamente il mio operato.
… e ci sta studiando, da sindaco?
Sto studiando piuttosto da amministratore, da un bel po’ di anni. A Potenza, nel corso degli ultimi vent’anni, c’è sempre stata la convinzione che nulla si potesse fare di più perché non c’erano soldi e, poiché le casse di tutti i comuni non versano in condizioni fl oride, ho provato ad approfondire la questione rendendomi conto del fatto che non ci vuole nessuna bacchetta magica, ma la semplice volontà politica e la capacità di circondarsi di persone valide.
...Dunque se a Potenza non sono stati raggiunti alcuni risultati vuol dire che è mancata la volontà politica…
Per assoluto demerito. Potenza è una città che ha sempre guardato a chi sta peggio. Sono tre anni, ad esempio, che noi stiamo insistendo sull’internalizzazione del trasporto pubblico locale, anche perché il trasporto, insieme ai rifiuti, rappresenta la voce principale del bilancio. Se immaginiamo, invece, di gestire in-house il trasporto, l’utile d’impresa potrebbe essere investito in migliori servizi per la comunità. Al Comune, inoltre, spetta la manutenzione degli impianti e l’acquisto dei mezzi, dunque perché non prendere esempio da altre realtà, come Verona, che ha costituito una municipalizzata e che riesce addirittura a trarre degli utili?
Con l’amministrazione De Luca, tuttavia, ci sono stati dei passi in avanti quando si parla di risparmi sul trasporto pubblico.
Noi commettiamo l’errore di considerare l’ordinario come straordinario. Quando De Luca e la maggioranza si attribuiscono il merito di aver portato il Comune fuori dal dissesto commettono un errore. L’amministratore, infatti, ha L’OBBLIGO E IL DOVERE di risanare le casse comunali. Siamo stati seguiti pedissequamente in questi anni dal Ministero degli Interni, dalla Corte dei Conti e dal Commissario ad acta che ci hanno indicato la strada maestra da seguire per risanare obbligatoriamente la situazione. Dichiarare il dissesto non è stata una scelta politica, ma obbligata.
Santarsiero non sarebbe d’accordo con lei.
Io non so cosa pensa Santarsiero, poiché sono abituato a leggere le carte e quando la Corte dei Conti e il Ministero degli Interni ti obbligano a ridimensionare la spesa certifi cando lo stato del dissesto, come si può affermare che il dissesto non esiste?
Se dovesse essere eletto sindaco, quale sarebbe l’errore da non ripetere? C’è una cosa buona fatta dalle precedenti amministrazioni?
Ho tre priorità. La prima è culturale e riguarda l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, cosa che fino ad ora è stata ignorata; la seconda è l’internalizzazione del trasporto pubblico e un significativo miglioramento dello stesso; la terza concerne l’istituzione di un ufficio Europa al Comune di Potenza per poter intercettare dei fondi europei e favorire gli investimenti.
Rifiuti. Il suo collega Fanelli riconosce il buon risultato ottenuto dalla differenziata. Lei è d’accordo?
Credo che questa amministrazione, nella sua totalità, si sia distinta per un risultato importante. Il consiglio di amministrazione dell’Acta è solitamente espressione di una scelta politica, mentre noi ci siamo imposti di selezionare persone brave e competenti. Uno dei revisori, Antonio Lotito, che lavora a Roma in uno degli studi tributari più importanti, appena insediato si è reso conto che l’Acta pagava molte tasse, dunque il suo incarico ha comportato un risparmio di centosessanta mila euro all’anno, dunque dei fondi che possono essere investiti in altre azioni. Credo, inoltre, che Roberto Spera, in qualità di amministratore unico, abbia lavorato abbastanza bene, anche se la differenziata non è stata una “rivoluzione culturale”, bensì un semplice adeguarsi a una pratica di quest’epoca.
Due rapine in poco tempo, l’aggressione a un tabaccaio, cosa sta succedendo a Potenza?
Si è commesso l’errore di credere che questa città sia un’isola felice, ma non lo è. C’è la questione spaccio e prostituzione (che so per certo essere nelle mani della mafia nigeriana), e poi ci sono i furti in appartamento con persone in casa e tanti altri episodi di cronaca. Quel che è certo è che vanno incrementati i livelli di sicurezza tramite l’uso di TUTTE le telecamere che la città già possiede, ma che in diversi casi non funzionano;va istituito il terzo turno della Polizia locale, creato un tavolo tecnico con la Prefettura e pretendere che vengano erogate più risorse alle forze dell’ordine, anche se il ministro Salvini si è già espresso favorevolmente a riguardo.
Pare che un problema che passa sottotraccia in città siano i tentativi di suicidio di alcuni anziani soli.
Ha toccato un tema che mi sta particolarmente a cuore. Sono venuto a conoscenza della storia di una signora, che non conosco personalmente, che ha tentato il suicidio a causa di una forte depressione, anche se in questo caso non si tratta di una persona sola. Bisogna dare una ragione di vita e un passatempo quotidiano a persone che, per i motivi più disparati, si sentono trascurati. Bisognerebbe creare circoli e dei contenitori culturali capaci di riportare al centro queste persone, mettendo in circolo, magari grazie ad un incubatore di impresa, tutte le loro esperienze.
Il reddito di cittadinanza in Basilicata, contrariamente alle aspettative iniziali, ha registrato solo duemilatrecento domande.
I Lucani sono un popolo dignitoso e certo non vanno con il cappello in mano a mendicare un sussidio, bensì chiedono semplicemente di lavorare, così come fanno in altre parti del mondo. Ho sentito tanti amici dire che del reddito di cittadinanza non se ne fanno nulla. Se questi soldi potessero essere utilizzati per nuove idee imprenditoriali, probabilmente quegli stessi disoccupati potrebbero impiegarsi e impiegare nuove persone.
Le risulta che a Potenza ci sia un particolare problema di povertà?
Certamente, e a ciò si aggiungono le tante persone che, per pudore, non chiedono aiuto, sono i cosiddetti nuovi poveri che non riescono più a reinserirsi dopo la perdita di un lavoro. Due anni fa ho provato a lanciare un’idea: il Comune possiede un patrimonio terriero abbandonato, pertanto quando uscì il bando per il primo insediamento, chiamai l’assessore Braia affinché sottoscrivesse un protocollo per la concessione di tali terreni a un tasso agevolato a favore di coloro che hanno perso il lavoro e volessero cimentarsi in un’attività di tipo agricolo. Si può fare agricoltura e turismo insieme.
A Potenza la parola “turismo” sa sempre di fantascienza. E’realmente possibile?
Senza aver fatto nulla, qui da noi ci sono già circa sessantamila turisti l’anno, grazie a particolari attrattori come il ponte Musmeci o la nave del Serpentone, anche se noi non li percepiamo come tali.
La Nave del Serpentone? L’obbrobrio voluto da Santarsiero?
Quando vedo la nave del Serpentone mi viene in mente il Pompidou di Parigi, un palazzo moderno incastonato tra tanti altri edifici storici. Potenza, a differenza di Matera, deve diventare riconoscibile per l’architettura di tipo contemporaneo per poter differenziare l’offerta turistica. La città, inoltre, deve essere capace di investire nel turismo di montagna, cosa che non ha mai fatto fino ad ora. Mi piacerebbe realizzare, inoltre, una pista ciclabile tra Potenza e la Sellata attraverso una pista ferrata che, al momento, è abbandonata, ciò consentirebbe agli amanti della bici di poter vivere liberamente questo sport all’aria aperta.
Lei è un intermediario delle assicurazioni, pertanto cosa -di Potenza- assicurerebbe per un milione di euro?
Il ruolo del Capoluogo di Regione. I potentini non solo hanno perso il senso di appartenenza alla città, ma anche quello di essere realmente parte di un Capoluogo, di un’area metropolitana.
Il film che la rappresenta?
“Quasi amici”, lo farei proiettare nelle scuole e negli Enti pubblici.
Il libro?
“Il miglio verde”.
La canzone?
Sono un grande appassionato dei Litfiba, dunque le canzoni sono due: “Apapaia” e “Ragazzo”.
Tra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
«Ha voluto bene alla sua gente».