- Antonio Nicastro
- Sabato, 06 Aprile 2019 10:01
Il parco di Montereale da circa tre anni è diventato un corpo estraneo alla città, da quando sono incominciati i lavori per ricostruire il ponte realizzato all’epoca del fascismo è molto difficile raggiungerlo.
Ci giungono molte segnalazioni di cittadini e soprattutto di residenti che lamentano l’isolamento e, la precarietà dei collegamenti con la collinetta che negli anni antecedenti il terremoto del 1980 rappresentava il fiore all’occhiello della città. Montereale oggi è un luogo poco frequentato, è palpabile il senso di abbandono. Il suo simbolo è senz’altro il Palazzetto CONI, diventato proprietà del Comune, chiuso ormai da un decennio con le strutture che stanno progressivamente degradando in attesa di una ristrutturazione che non arriva mai; per qualche anno il palazzetto è stato occupato dall’Associazione Anzacresa che lo occupò e lo “rivitalizzò” organizzando attività sociali frequentate e apprezzate da tante persone. L’anno scorso c’è stato lo sgombro e il silenzio e l’oblio sono tornati ad impossessarsi di quelle mura che per anni sono state testimoni delle vicende sportive degli sport al coperto. Gli storici campi di bocce, che erano parte integrante del dancing e del bar, oggi sono stati coperti con una struttura in legno forse troppo ingombrante all’interno di un parco, al posto della pista circolare del dancing c’è oggi una moderna struttura con annesso bar, non c’è più il laghetto, da qualche tempo il belvedere è stato reso di nuovo tale eliminando delle piante malconce che ne oscuravano la vista della città. Siamo stati a controllare lo stato dell’arte nella mattina di sabato 30 marzo: i pochi frequentatori o passanti ci hanno confermato che da due settimane i lavori per la riqualificazione del ponte sono fermi e pur quando ci lavorarono, le maestranze impegnate erano poche. Una coppia di anziani incrociati sulla salita di via della Pineta parallela al ponte ci fanno notare come sia pericoloso percorre questa strada, troppo stretta e priva di marciapiede, senza una barriera di protezione dalla scarpata che s’affaccia su via Vaccaro, con il maltempo, soprattutto con la neve, si rischia la vita a percorrere i circa 150 metri che separano la gradinata di via Gabet al piazzale della palestra CONI. Una signora che si reca quotidianamente a Montereale con il cane ci conferma la pericolosità del tratto di via della Pineta privo di marciapiede e che sarebbe stato opportuno, da parte del Comune, posizionare un cartello che inviti a transitare a passo d’uomo; da qualche tempo è venuta a mancare la cura della fontana al centro del parco, non ci sono giochi per i bimbi e questi passano il tempo a buttare le pigne nella fontana; complici alcuni genitori, i più grandicelli usano le due aiuole come campi di calcio; hanno messo i cestini, ma non quelli per le deiezioni canine; le panchine sono semidistrutte; manca una zona recintata per poter far sgambettare i cani, mancano cartelli che invitino tutti a tenere pulito il parco, mancano i distributori di bustine per raccogliere le feci (giusto per mandare un messaggio di civiltà), anche se i padroni civili ne sono sempre forniti. Manca la cura del verde e la zona monumento è usata come campo di calcio. Mancano, soprattutto i controlli. Da circa tre mesi, inoltre. è stata soppressa la corsa del trasporto pubblico per la pericolosità del percorso. Sui social network quotidianamente vengono pubblicati post riferiti alle criticità presenti a Montereale; di recente le lamentele hanno riguardato la mancata pulizia dei rami caduti in seguito alle recenti nevicate o il ritardato sgombro di un albero pericolante abbattuto; si è segnalata la chiusura della gradinata che collega rione Castello al parco a causa di alcune case pericolanti che è stata documentata con immagini e commenti sferzanti, ma le lamentele più pressanti riguardano i ritardi con cui si sta ricostruendo il ponte. Sono centinaia le foto pubblicate su facebook in questi tre anni di lavoro, si fa per dire, una sorta di diario di bordo che accompagna l’avanzamento, ma soprattutto le tante pause, che hanno caratterizzato il cantiere. In molti si scagliano contro la civica Amministrazione accusata di non tener conto dei gravi disagi patiti dai residenti nell’area interessata dai lavori. Si ironizza sulle date comunicate per la restituzione della importante infrastruttura alla città e sulle rassicurazioni, poi smentite dai fatti, pubblicate sulla stampa o mandata in onda dalle TV locali.
Per quasi 5 anni un gruppo di residenti, i PAZ (Potentini Armati di Zappa), si sono presi cura del parco, ogni fine settimana veniva fatta pulizia e manutenzione del verde, un paio d’anni fa venne riqualificata l’area alle spalle del belvedere, si realizzò il “giardino dei tigli” con l’intervento di esperti di botanica si piantarono essenze e fiori che resero incantevole quell’angolo di parco. Da circa un anno l’azione dei PAZ si è esaurita e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, a cominciare dallo stato in cui versa il “giardino dei tigli”.
I potentini dai capelli grigi ricordano con nostalgia gli anni ’60 –’70 trascorsi in allegria e spensieratezza sulla pista del dancing dove si sono esibiti i tanti “complessi” musicali potentini e alcuni gruppi che andavano per la maggiore a livello nazionale, ancora oggi si ricorda l’esibizione dei Nomadi nel 1972. Montereale era il luogo preferito dai “filonisti”, ma non bisogna dimenticare che negli anfratti della folta pineta si consumava anche droga. Montereale con la costruzione del Palazzetto CONI e della Piscina Comunale, con annesse palestre per discipline al coperto, divenne un polo sportivo molto frequentato. Quando la città incominciò ad espandersi, soprattutto dopo il sisma del 1980, il Centro Storico e con esso il parco di Montereale si incamminarono verso un lento, ma inesorabile declino.