- Antonio Nicastro
- Sabato, 26 Gennaio 2019 10:03
La Basilicata oltre che a spopolarsi sta diventando una regione dall’età media sempre più alta, non fa eccezione il capoluogo di regione ed il rendiconto demografi co del 2017 è impietoso, nell’anno passato sono nati 418 bambini i decessi sono stati molti più: 646 con un saldo negativo di 228 unità, in pratica un terzo in più delle nascite.
Il numero di abitanti però è leggermente aumentato rispetto all’anno precedente. Nel calcolo demografi co del 2017 vanno calcolate le 1.114 cancellazioni dall’anagrafe mentre le nuove iscrizioni sono 901 le iscrizioni, ancora in aumento il numero degli stranieri residenti a Potenza che a fi ne 2017 sono arrivati a 1.925 unità. Volendo fare un confronto con la situazione nell’arco di 10 anni si deduce con evidenza che Potenza sta invecchiando molto precocemente. Nel 2007 gli over 65 erano 12.326, a fi ne 2017 sono diventati 14.888, ben 2.562 in più, a far da contraltare la diminuzione, nello stesso arco di tempo, dei giovani di età compresa fra i 5 e i 29 anni, nel 2007 se ne contavano 15.946, nel 2017 sono scesi a 13.234, ben 2.712 in meno. Ancora più evidente il numero di stranieri arrivati a Potenza nell’ultimo decennio, nel 2007 se ne contavano 520, nel 2017 il numero è quasi quadruplicato arrivando a 1.939. Nel conteggio dei residenti andrebbero decurtati alcune migliaia di studenti universitari che risultano iscritti all’anagrafe potentina ma si presume che la maggior parte di loro troverà lavoro fuori da Potenza e prima o poi verranno cancellati dai registri dell’anagrafe. Questo desolante panorama statistico comporta ripercussioni “pratiche” nella vita di comunità, quello più evidente riguarda la crisi del comparto edilizio, non si costruiscono più case e le poche costruzioni in atto hanno un tasso di invenduto notevolissimo. Considerato poi che gran parte dei decessi si riferiscono ad anziani ciò comporta che alcune centinaia di abitazioni si rendono libere per la dipartita dell’unico occupante l’abitazione e qui c’è un altro dramma, quelle delle tante agenzie immobiliari che non trovano acquirenti per le abitazioni del loro portafoglio clienti. Ma il dato che più crea problemi sociali è quello riferito agli ultraottantenni, nel 2007 ce n’erano 2.797, nel 2017 sono quasi raddoppiati arrivando a 4.457, non tutte queste persone sono autonome, molti anziani non possono contare sull’aiuto dei fi gli perché trasferitisi in altre regioni ed ecco che l’assistenza agli anziani diventa un grande problema per la società potentina di oggi. Non è un caso se a Potenza le case di riposo di anziani da una sono diventate sei ed altre stanno nascendo come stanno crescendo il numero delle straniere che vengono a Potenza per prendersi cura dei nostri anziani, ma non tutti si possono permettere di pagare la retta in una casa di riposo ne tantomeno di pagare lo stipendio ad una badante per cui ci sono casi pietosi di anziani abbandonati a se stessi. Abbiamo cercato di capire come funziona il meccanismo dell’assistenza alle persone anziane ed abbiamo censito la presenza sul territorio cittadino di 6 case di riposo ed una decine di agenzie che si occupano di assistenza domiciliare, anche di tipo infermieristico. Non siamo riusciti ad avere un riscontro alle richieste di informazioni rivolte via mail ed abbiamo sopperito chiedendo ai famigliari degli assistiti.
Per l’ospitalità nelle case di riposo si richiedono rette mensili da 1.300 euro fi no a 1.600 euro ed oltre, ma il prezzo può variare se l’anziano ha bisogno di particolari cure, i posti a disposizione sono dell’ordine di alcune centinaia, ma alcune strutture sono piene e bisogna mettersi in lista di attesa o rivolgersi, come fanno in molti, a strutture del circondario (Balvano, Satriano, Picerno, Laurenzana, Pignola, Vietri, Avigliano, Baragiano, Brienza, Marsiconuovo, Vaglio, Pietragalla). Un po’ più complessa la situazione se si vuol utilizzare una badante, la quasi totalità delle persone che si occupano dell’assistenza agli anziani è proveniente dai paesi dell’est Europa, il reclutamento avviene in diversi modi a cominciare dal passaparola fra i famigliari che hanno già avuto collaboratrici che hanno assistito i propri cari, in tanti si rivolgono alle parrocchie e alle Caritas parrocchiali, c’è infi ne chi si rivolge ad apposite agenzie o ai patronati sindacali.
Quanto costa utilizzare una badante? Difficile dirlo
In alcuni casi queste lavoratrici lavorano in nero, qualcuna magari sfrutta il periodo di disoccupazione pagato dall’INPS, il compenso regolare va da un minimo 600 euro e può variare in base alle ore contrattualizzate. Se ci si rivolge alle agenzie i costi variano in maniera rilevante e bisogna saper valutare attentamente le situazioni che si possono presentare. Abbiamo avuto notizie (anche se non bisogna fare di tutta l’erba un fascio) su comportamenti ai limiti della regolarità, casi in cui si parte da un preventivo di 1.200 euro per arrivare poi a pagare fi no a tre volte tanto per inghippi vari; ci sarebbero stati casi in cui ai famigliari sono state tese vere e proprie trappole con richieste di risarcimento assai esose: per cui prima di scegliere la persona a cui affi dare l’assistenza di un parente anziano bisogna capire con chi si ha a che fare. Per l’assistenza domiciliare infermieristica ci sono diverse cooperative che operano sul territorio, anche in questo caso i prezzi delle prestazioni sono variabili per numero di ore e per tipologia di prestazione. Una cosa però è certa: solo chi possiede redditi adeguati può permettersi di far assistere un anziano, strutture pubbliche per i non indigenti scarseggiano.