- Antonio Nicastro
- Sabato, 06 Ottobre 2018 10:00
Da più parti si invoca l’esercizio della democrazia partecipativa attraverso il coinvolgimento della cittadinanza: le polemiche di questi giorni, che non sembrano placarsi, scoppiate in seguito al cambiamento del piano traffico nel popoloso quartiere di Verderuolo, secondo alcuni si sarebbero potute evitare se l’Amministrazione Comunale avesse ascoltato i cittadini attraverso un organismo di consultazione, il Comitato di Quartiere per esempio: ciò non è accaduto perché a Potenza questi organismi, che sono disciplinati da un regolamento comunale varato con delibera n° 88 del 17 aprile 2009, in questa consiliatura non sono stati rinnovati.
Ci sarebbe stata altresì la possibilità di invocare l’intervento del Difensore Civico, ma con l’abolizione di questa figura, avvenuta con la legge Finanziaria per il 2010, si è persa l’opportunità di rivolgersi all’organo del Comune, con il quale per i cittadini c’era la possibilità di far intervenire un garante dell’imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione comunale, segnalando gli abusi, le disfunzioni, le carenze e i ritardi dell’amministrazione nei confronti dei cittadini. L’attuale regolamento comunale prevede ben 21 Comitati di Quartiere per la cui elezione è necessario che almeno il 20% dell’elettorato circoscrizionale si rechi a votare, invece è successo che in molti quartieri il quorum non si raggiunse e la città ebbe una rappresentatività a macchia di leopardo; altri comitati sono poi decaduti per la dimissione di alcuni eletti; in tutti i casi al termine della consiliatura i Comitati decadono e si dovrebbero rifare le elezioni. Con le elezioni comunali del 2014, che ha visto prevalere Dario De Luca come Sindaco di Potenza, si è formata una maggioranza in seno al municipio diversa da quella che ha presentato De Luca come candidato: con questa situazione politica anomala si è deciso di rivedere il Regolamento dei Comitati di Quartiere per eliminare o cambiare quelle norme che non hanno reso inattuato lo spirito dell’organismo di partecipazione. Purtroppo in 4 anni non si è riusciti a varare il nuovo regolamento, per capire quali sono i motivi che hanno impedito al Consiglio Comunale di approvare il nuovo regolamento abbiamo raccolto una dichiarazione congiunta di Felice Scarano presidente della prima commissione consiliare permanente “Affari generali ed istituzionali, rapporti con gli altri enti istituzionali, organizzazione e risorse umane, regolamenti, contenzioso” e di Bianca Andretta, presidente della quarta commissione consiliare permanente “Sport, istruzione, cultura, servizi sociali, politiche giovanili,pace, immigrazione, sanità, partecipazione, politiche abitative, tutela consumatori, pari opportunità” “Nell’ambito delle attività del Consiglio Comunale in carica, particolare attenzione è stata riservata all’evoluzione normativa inerente la partecipazione e l’accesso agli atti della Pubblica Amministrazione. Infatti, numerosi provvedimenti del Governo in tema di “Amministrazione Condivisa”, hanno richiesto un adeguamento dei relativi riferimenti regolamentari, come, in ultimo, il “Regolamento di Accesso Civico”, del giugno 2018. E’, tra l’altro, di imminente approvazione il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”. Per quanto riguarda la “Partecipazione Popolare”, riferita ai Comitati di Quartiere, è stata approfondita la tematica nel corso di una rivisitazione dello Statuto Comunale dal quale, ovviamente, discendono le disposizioni regolamentari. In particolare ci si è posti il problema della necessità di avere 21 Comitati di Quartiere attualmente previsti. E inoltre, è stata anche valutata la opportunità di utilizzare altri strumenti di partecipazione, probabilmente più attuali, come l’istituzione di “tavoli tematici” chiamati a costituire ad affrontare e risolvere questioni di particolare rilievo ed in maniera omogenea sulla città. E’ utile dire che buona parte della Consiliatura è stata assorbita dalle rilevanti questioni scaturite dal dissesto finanziario, che ha altresì impedito l’attivazione ed il mantenimento degli organi di partecipazione previsti, perché non compatibili con le esigenze di bilancio”. Si spera che nei pochi mesi che mancano al termine di questa consiliatura si riesca ad adottare provvedimenti che consentano ai cittadini di esercitare il diritto di partecipazione alle scelte che poi incideranno sulla vivibilità della città o dei quartieri.