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La visita a Matera, la scorsa settimana, della ministra per il Sud, Barbara Lezzi ha riacceso il dibattito sul destino di Piazza della Visitazione che attualmente si presenta come il cuore informe della città.

Priva di una funzione urbana, se si eccettua quella del parcheggio, è attualmente una stazione in ristrutturazione che rimane da terzo mondo per via dello scartamento ridotto nonostante l’intervento in atto su progetto dell’architetto Stefano Boeri. Intervento che renderà la stazione esteticamente più gradevole, sebbene rimangono le polemiche e i dubbi sulla sproporzione dell’elemento architettonico principale cioè una pensilina alta 16 metri. Matera non può presentarsi in questo modo all’appuntamento del 2019. La riqualificazione di piazza della Visitazione è ormai improcrastinabile. Questo è il momento migliore per farlo visti i corposi finanziamenti che giungeranno nella città Capitale europea della cultura. Il ministro pentastellato Lezzi è stata chiara sulla sorte futura di Piazza della Visitazione: aspetta dal Comune di Matera che il progetto venga presentato a lei e alla città, come aveva esplicitamente richiesto al sindaco di Matera a fine luglio. A distanza di oltre un mese del progetto non si sa ancora nulla se non che si tratta di un parco “intergenerazionale”. Tra tre settimane il ministro Lezzi sarà di nuovo a Matera per verificare che ci sia un reale avanzamento dei lavori di Matera 2019 e che ci sia un reale progetto per piazza della Visitazione. Le perplessità ovviamente restano: come si fa in pochi giorni a presentare alla città un progetto che interessa una zona così importante? Ma sopratutto come si fa a discuterne a sentire gli umori della gente e infine ad approvarlo in consiglio comunale? C’è il rischio che la gatta frettolosa faccia i figli ciechi. Allora viene da chiedersi perché dal 2014, anno di proclamazione di Matera Capitale della Cultura, se ne discute solo ora? Perché fino a ora nessuno ha tenuto in considerazione il progetto della piazza, oggetto nel 2008, di un concorso internazionale riservato ad importanti nomi dell’architettura mondiale? Il concorso di idee fu vinto dall’architetto spagnolo Llavador. Se non viene messo in cantiere ora è destinato a rimanere sulla carta diventando l’ennesima incompiuta cittadina. Probabilmente è questo che si vuole, per lasciare spazio all’architetto Boeri che per la piazza ha proposto una ipotesi di massima che, se venisse realizzata, dovrebbe poi essere pagata profumatamente, bypassando così la procedura concorsuale. Il concorso vinto dall’archistar Llavador fu bandito dall’allora giunta di centrodestra guidata da Buccico. Tomas Llavador aveva vinto il concorso internazionale di idee (a inviti) per la riqualificazione di piazza della Visitazione. Nel suo progetto l’architetto spagnolo rivoluziona l’attuale assetto della piazza che, da spazio residuale, diventerebbe il nuovo luogo di rappresentanza di cui la città ha bisogno. Elemento principale del progetto è il grande edificio che ospita il teatro, (spazio quanto mai utile) l’unico fuori terra, mentre l’intorno è gestito in un rapporto tra vuoti e pieni tipico dell’architettura scavata dei Sassi. La filosofia progettuale di Llavador parte da un attento studio sull’identità della città in relazione alla sua storia, cosa che non è ravvisabile nel progetto di Boeri. Si perde così di vista l’obiettivo di conservare quell’identità territoriale anche nella nuova immagine della piazza. Da qui scaturisce la distribuzione degli spazi che integra il vuoto urbano con la città esistente. In questo modo Llavador delinea l’archetipo della piazza e nel contempo ricuce abilmente i brani urbani rimasti finora irrisolti. Si crea così uno spazio godibile che si sviluppa su una serie di “terrazzamenti” realizzati con una tecnologia sostenibile come quella dell’illuminazione incassata nella pavimentazione esterna. La forma dell’edificio che ospiterà il teatro si differenzia parecchio rispetto alle linee squadrate del Comune e del Tribunale: si tratta di una architettura organica che ricalca nelle funzioni l’organigramma dei Sassi. Nel progetto è stata dedicata particolare attenzione al problema della sostenibilità ambientale mentre nei rivestimenti si farà ampio uso di materiali locali. Nelle motivazioni che hanno portato alla vittoria del progetto di Llavador si legge che “significativo è lo studio della cantierabilità del processo realizzativo e della sostenibilità economico finanziaria”. Un aspetto non secondario per un’opera di queste dimensioni. Per realizzare il progetto nel 2008 erano necessari 24 milioni di euro. Del nuovo parco intergenerazionale non si conosce nulla, nemmeno il costo o l’impatto sulla viabilità. Sembra che anche stavolta a farla da padrone sarà l’improvvisazione e lo scarso rispetto delle procedure di progettazione per gli spazi pubblici che in Europa prevedono il ricorso al concorso di architettura. Perché nella capitale europea della cultura 2019 la cultura si invoca solo quando fa comodo. La cultura della progettazione evidentemente interessa a pochi. Ora conta il business. Quindi si costruisce e si cambia il volto della città senza fare tante domande. L’urbanistica partecipata può attendere. Capitale della Cultura. Chi se ne occuperà di risolverli?