- Antonella Sabia
- Sabato, 23 Giugno 2018 10:01
Tempo d’estate, tempo di vacanze (beato chi può permetterselo).
Come ogni anno la città inizia a svuotarsi, ma sono in tanti a restare, in particolar modo chi ha qualche anno in più. Ma come si vive a Potenza d’estate? Lo abbiamo chiesto tra le vie del capoluogo e sono diversi i pareri, discordanti. In primis, abbiamo chiesto agli abituali. “opinionisti del Gran Caffè”. Seduto al tavolino del più centrale caffè cittadino, il Sig. Coviello, cha ha un passato di militanza politica (Partito Comunista): “A Potenza, i ricchi si fanno le vacanze tra Maratea, Capri e Ischia, i proletari come me vanno dai parenti in Campania o Puglia, quelli più proletari di me la passano bestemmiando, anche se siamo cattolici e non si può dire. Hanno la più grande disistima, a volte disprezzo, per tutti i politici italiani e regionali. A Potenza si emigra, i giovani sono precari. Non c’è un granché e quindi ci si nutre di calcio, ma anche in questo caso non ci sono potentini in squadra. Senza fare della satira, per migliorare la situazione ci vorrebbero secoli di cultura democratica e secoli di istruzione, di accoglienza, di tolleranza e civiltà. Il tempo, speriamo curi le ferite, sempre che non scoppi la terza guerra mondiale. A Potenza si vive male. Anche l’Università è una tomba”. Dallo stesso tavolino, nel discorso si inserisce un altro volto noto cittadino, Francesco Porretti, già viceprefetto vicario di Potenza: “Aggiungerei la circostanza eloquente: ci volle il Terremoto dell’80 per avere l’Università. D’estate si vegeta. In un luogo si sta per necessità, o perché piace il posto, o perché la gente è civilmente all’altezza di un dialogo. Noi stiamo qui sotto i portici, chiacchieriamo, ognuno è portatore di problemi personali e familiari, ma la mattinata inevitabilmente si chiude con “Mo che vado a casa, ‘m magn nu piatt d strascinati”: una semplice aspirazione gastronomica che porta al desiderio di riempire la pancia. Questa necessità ha delle premesse psicologiche importanti ”. Sempre in via Pretoria fermiamo un gruppo di amici che passeggiano e chiacchierano a cui rivolgiamo la stessa domanda. “Non sono la persona indicata per rispondere, perché come ogni anno, tra qualche giorno parto e torno a Settembre!”, ci dice il sig. Vincenzo Capitolo, che ‘taglia la corda’ e fa di Colobraro, paese di origine, la sua residenza estiva dove ritrova familiari e amici di un tempo. “Sicuramente si sta freschi almeno. Alla vecchiaia non frequentiamo eventi, sono cose per voi giovani”, continua. “Siamo un gruppo di amici, prendiamo il caffè, passeggiamo in Centro o scendiamo alla Villa di Santa Maria” si aggiungono in coro i sigg. Luigi Minella e Francesco Blandini. “Passiamo il tempo in questa maniera, poi c’è qualche festa che organizza il Comune e se è piacevole ci andiamo, altrimenti rimaniamo a casa. È una vita monotona, i giovani possono viaggiare, ma noi dove dobbiamo andare, a volte abbiamo paura anche di uscire fuori dall’arco. Passeggiamo tranquillamente ogni giorno”. Ci spostiamo in Viale Dante, e la signora Sisina Rubino, è entusiasta di quello che offre la città. “A Potenza si vive bene, meglio se si è parte di un gruppo, associazione o parrocchia. Penso che bisogna anche interessarsi di ciò che avviene in città, tra presentazione di libri, concerti di musica, che spesso sono deserti perché nessuno si informa, e talvolta alla gente non interessa. Se c’è la buona volontà, basta sentire i telegiornali, leggere le locandine”. La signora ha figli, ma ci dice che quando loro partono per le vacanze lei si organizza con il marito. “Pare che quest’anno debbano fare dei concerti, io già mi sono informata, e con le scale mobili facilmente si può raggiungere il centro. Io vivo a Viale Dante che è un rione movimentato e informato. Ho inoltre frequentato il gruppo “La Bella Estate” organizzato dal Comune con cui abbiamo fatto diversi giri, tra piscina, mostre e viaggi organizzati. Alla fine basta informarsi, perché i costi sono bassi, ed è accessibile a tutti. Rispetto agli anni passati che la città diventava deserta, e tutti correvano al mare me compresa, ritengo ci siano molte cose da fare, ma bisogna informarsi”.