- Redazione
- Giovedì, 07 Giugno 2018 11:56
Morena Rapolla è la nuova presidente dell’Arcigay Basilicata. La sua elezione al termine del congresso per il rinnovo del direttivo, svoltosi ieri presso la sede del Csv a Potenza e presieduto dal Segretario nazionale di Arcigay Gabriele Piazzoni.
La sua mozione è stata votata con un ampio margine di iscritti rispetto a quella presentata dalla vicepresidente uscente Antonella Giosa.
Del nuovo Direttivo fanno parte anche Massimo Pernozzoli, vice presidente con delega alla aggregazione, scuola e giovani, Pia Adriana Ciminelli, tesoriera con delega al tesseramento, cultura e fund raising, Maria Pidatella, consigliere con delega allo sportello accoglienza ed assistenza legale, Ilenia Caruso, segretaria con delega alle attività ludiche e ricreative, Loredana Costanza, consigliere con delega alla comunicazione famiglie e genitorialità. Garante è Giuseppe Doti.
La neo eletta presidente Morena Rapolla ha ringraziato Antonella Giosa per il lavoro fin qui portato avanti ed ha dichiarato attraverso la sua mozione congressuale che:
“O si è felici o si è complici. Non vediamo altra condizione per affrontare le sfide del presente. Ci siamo presentati alla assemblea delle socie e dei socii del congresso di Arcigay Basilicata ispirate ed ispirati dal valore totalizzante e profondamente rivoluzionario della felicità, e del Diritto di essere felici che appartiene a tutti i membri della famiglia umana. Troppe ancora le ragioni per cui non è possibile essere felici nella nostra società, troppe ancora le ragioni per cui non è possibile essere felici nella nostra terra, nelle nostre città. Per questo continueremo a lavorare con nuovo spirito e ritrovata energia ed entusiasmo partendo dagli ultimi, dai dimenticati dagli esclusi, da chi crede di non poter aver diritto ad un'esistenza serena e nella pienezza dei propri diritti.
La comunità LGBT rivendica il diritto alla felicità, attraverso la costruzione di una cultura della inclusione e della valorizzazione delle differenze anche attraverso il linguaggio, per superare le barriere culturali e mentali di sessismo, macismo, eteronormatività, binarismo di genere.
I nostri valori di libertà, autodeterminazione, inclusione, felicità ed amore non sono negoziabili. Questo sia chiaro alle Istituzioni che con noi vorranno avere un rapporto autentico, leale ed arricchente nella reciprocità. Il nostro grido, che non è più di dolore, ma di liberazione non scenderà a patti con chi non veda e non senta con noi la irrinunciabilità delle nostre istanze non solo per noi ma per tutte e tutti nella condizione umana.
Non saremo complici del ricatto, non saremo complici dei silenzi, non saremo complici delle omissioni, non saremo complici degli “accomodamenti”, non saremo complici delle ingiustizie, non saremo complici della illegalità, non saremo complici della violenza né della ignoranza e del dolore che ne deriva. Non saremo complici semplicemente perché abbiamo deciso di essere felici".