- Antonio Nicastro
- Venerdì, 01 Giugno 2018 10:01
Dopo circa mezzo secolo la città di Potenza si riappropria di una parte di territorio “gestito” in questo frattempo dal Consorzio Sviluppo Industriale; la parte più pregiata del territorio cittadino, quello in piano ai lati del Basento, era stato destinato alla realizzazione di industrie, oggi ne rimangono alcune (la Siderpotenza, la Lucania Resine, l’Italtractor e la Ponteggi Dalmine) mentre tutta l’area consortile si è trasformata in commerciale-direzionale per cui, anche se con ritardo, il Comune se la riprende per pianificarne la destinazione urbanistica. Abbiamo incontrato l’Assessore Rocco Pergola che ha lavorato intensamente sottotraccia per arrivare alla sottoscrizione del protocollo d’intesa fra il Comune ed il Commissario del Consorzio ASI.
Assessore quale sarà la tempistica dell’attuazione del protocollo d’intesa, considerato che il ponte Musmeci e l’area terminal bus a cavallo fra via della Chimica e viale del Basento passano da “subito” al Comune? Che si intende per “subito”?
Gli accordi sottoscritti con ASI prevedono la disponibilità immediata del viadotto Musmeci per poter utilizzare il finanziamento di 4.000.000 dei fondi europei ITI e procedere con il restauro, in effetti il ponte è già nella disponibilità del Comune, avendo condiviso questo passaggio con la Regione Basilicata; l’Ufficio Urbanistica si è impegnato moltissimo per attivare un concorso di idee per il restauro con valenza internazionale con il coinvolgimento dell’Inarcassa dell’Ordine degli Ingegneri in modo che la richiesta di farlo diventare “patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO” trovi un percorso favorevole. Ovviamente è già prevista una serie di adempimenti a cura dei vari uffici comunali che hanno competenza sulla materia: ufficio patrimonio, ufficio viabilità, ufficio manutenzioni, che devono fare la fotografi a della consistenza delle reti, della viabilità e delle infrastrutture, è molto probabile che entro la fine dell’anno tutto l’iter per il trasferimento dell’area dovrebbe concludersi. Anche se l’ASI sarebbe stata d’accordo a trasferire tutto da subito è stato necessario aspettare che terminasse la prima fase del dissesto in quanto non avevamo previsto, nel bilancio corrente, di accollarci le spese per la bolletta energetica e le altre spese, per cui è indispensabile prioritariamente quantificare le spese necessarie per manutenzioni oltre a quelle energetiche per inserirle nel prossimo bilancio.
Siccome il Consorzio ASI opera in base ad alcune Leggi regionali è necessario che la Regione approvi una nuova legge o modifichi quelle esistenti?
E’ bene precisare che per quanto riguarda la proprietà delle aree non cambia nulla, ognuno rimane proprietario dei suoli o dei fabbricati, relativamente alla pianificazione urbanistica non si deve variare alcuna Legge, il Comune dovrà inserire nel Regolamento Urbanistico le aree acquisite e il Consorzio ASI e deve procedere ad aggiornare il suo Piano regolatore variando la perimetrazione delle aree consortili, così come prevede una Legge Regionale.
A breve gli uffici comunali inizieranno a lavorare sulla variante del RU, c’è una linea di pensiero su come classificare le aree che tornano al Comune? Una domanda che in molti farebbero riguarda l’area ex Cip Zoo che tante polemiche ha scatenato in questi giorni: che destinazione il Comune darà a quei quasi 90.000 mq? Quei suoli saranno destinati a verde pubblico ed eventualmente utilizzati per realizzare il grande parco urbano come hanno chiesto 12.000 cittadini con una petizione o si consentirà di realizzare lo stadio con annesse attività commerciali?
Non focalizzerei l’attenzione solo sull’area della ex Cip Zoo, c’è da pianificare tutta l’area che passerà da Consorzio ASI al Comune; siamo partiti dal Ponte Musmeci e dal Parco Fluviale del Basento sul quale abbiamo fatto consistenti investimenti con l’intento di rendere l’ex area industriale strategica dal punto di vista turistico, ambientale e sportiva. Innanzitutto bisogna approfondire alcuni aspetti, cominciando a verificare la caratteristica di tutta l’area che ospitò le porcilaie, valutare cosa c’è ancora da sistemare in termini di bonifica e verificare la eventuale fattibilità per la realizzazione di un impianto sportivo in ossequio alle più recenti normative. In tutti i casi, non è giusto concentrasi esclusivamente sulla vicenda dello stadio, in virtù del fatto che ci sono nell’area una serie di lotti in abbandono e occorre capire quali sono le intenzioni dei proprietari di quei lotti, tenendo conto delle varie attività commerciali e direzionali già operanti. Sarà necessario acquisire quanti più dati possibili, fare una classificazione e valutare lo stato delle infrastrutture e solo dopo prevedere una pianificazione strategica ed assegnare determinati parametri di destinazione in base alle necessità che emergeranno.
Si può ipotizzare una tempistica per queste attività?
Dobbiamo preparare un piano per l’area ASI che si va ad incastrare nel vigente Regolamento Urbanistico, nel frattempo stiamo chiudendo un’altra fase importante per l’urbanistica in città, si tratta del Piano Operativo che riguarda il contesto urbano della città. Abbiamo fatto un avviso pubblico per quei consorzi edilizi che dovrebbero riconfermare le previsioni stabilite nel RU.