- Walter De Stradis
- Sabato, 31 Marzo 2018 10:04
Meno male che ha senso dell’umorismo. Quando gli chiediamo se si sente un “cavallo di ritorno” (ovvero una parola che, “adottata” da un’altra lingua, torna poi nell’uso comune con un nuovo significato), lui –che è avvocato- ci fa simpaticamente notare che quello è anche un termine usato in giurisprudenza per indicare un’estorsione. Massimo Maria Molinari, già (più volte) assessore e vicesindaco del Comune di Potenza, si è riaffacciato alla Politica dopo sei anni “sabbatici”, candidandosi alle elezioni del 4 marzo con la Lista Cd + Europa. Non è stato eletto, ma, cavallo o meno, ha deciso di continuare a “trottare”.
Come giustifica la sua esistenza?
Con l’impegno: nella vita, nella politica, che avevo lasciato sette anni fa. Me ne uscii dal Comune da vicesindaco, perché non condividevo il panorama politico...
…ma non fu sostituito da Santarsiero?
Assolutamente sì. Diciamo che fu una cosa condivisa, anche col partito a cui appartenevo. Nel marzo 2011, avevo lasciato i Popolari Uniti (nel 2009 mi ero già candidato un po’ controvoglia), individuando delle “tappe di avvicinamento” (Italia dei Valori) al Pd che si stava formando. Avevo condiviso la scelta con Speranza, Luongo, Belisario e Santarsiero, e qualcuno di loro mi aveva garantito che non mi sarebbero state tolte le deleghe: cosa che invece avvenne puntualmente il 30 marzo, chiedendomi contestualmente di non dimettermi subito. Andai avanti fi no a luglio, ma poi francamente le condizioni non c’erano più. Certo, avrei potuto e non ho voluto, come fanno altri politici, tirare avanti, ma …
… come la Celi?
No, sono valutazioni personali che non conosco e non commento. Le domande che mi faccio sono altre: qualcuno nel Pd ha deciso che gli assessori dovevano lasciare, ma prima -almeno- ci hanno parlato? So anche, però, che la politica non può essere una questione di natura personale.
Donatella Cutro, infatti, si dimette e dice che «L’incarico assessorile non è un diritto del singolo».
Anche le sue sono valutazioni personali, fatte all’interno delle dinamiche del Pd: non è certo questione se è tesserata o meno; se è per questo, anch’io ho fatto la tessera del Pd per ben tre volte.
Ma quello di oggi allora cos’è, un ritorno dal passato?
Direi di no. Faccio parte della dirigenza nazionale di Centro Democratico (ufficio di presidenza) e ho deciso di tornare in Politica, perché si tratta di avere un’idea, da mettere al servizio delle persone. Dal 1994 al 2001 non ho mai avuto, né chiesto, incarichi pubblici. Tantomeno come avvocato: sono ben altri i colleghi (ma anche altri professionisti) che della Politica si avvantaggiano per aumentare il loro fatturato. Lo scorso Luglio ho deciso di “tornare” perché ho voluto condividere i percorsi nazionali, cosa che mi era mancata 6 anni prima.
E’ già pronto per le regionali o le comunali?
No, non sono interessato, assolutamente. Dopo il mio abbandono, nel 2011, a una giornalista risposi che se Potenza è sopravvissuta alla morte di Giulio Cesare e di svariati papi, può fare benissimo a meno di Massimo Molinari.
Ma alle Politiche del 4 marzo lei si è candidato capolista al Senato con CD + Europa.
Mi è stato chiesto e io l’ho fatto, perché a un certo punto ci devi mettere anche la faccia Anzi, ho coinvolto altri candidati (e se fosse scattato il 3% nazionale, me la sarei anche giocata). Ma non ho iniziato “a scaldare i motori” (come qualcuno ha ventilato) per le prossime amministrative o regionali.
Insomma, il famoso “spirito di servizio”.
Sì, ma sul serio, guardi. Lo stesso stato d’animo che ha portato i lucani a votare Lega o M5S, ha portato anche me a incazzarmi e a dire al Centrosinistra: guardate che stiamo sbagliando. Ma mi sa che la lezione non è stata capita.
Pittella ha già annunciato anche il programma per la sua ri-candidatura…
Ma il punto non è Pittella, né la sua candidatura. Il fatto vero è che la gente vuole capire cosa c’è da fare, ma il centrosinistra ha risposto con idee farraginose, mentre dall’altra parte c‘era un linguaggio semplice e schietto, antisistema.
Cioè conviene a tutti “grillinizzarsi” un po’?
No, questo no (adesso infatti vedremo cosa succederà al Governo), ma se io impongo dei sacrifici ai cittadini, li devo imporre anche a me stesso. Invece, forse c’è stata la convinzione che tutto era concesso. Oggi il fenomeno dell’ “anatra zoppa” al Comune di Potenza non è stato gestito come facemmo noi, quando vincemmo le elezioni nel 1999, con Tanino Fierro sindaco: gli estremi li tenemmo fuori, centrodestra compreso. Quando facemmo quella campagna elettorale, nei Ds e nella Margherita c’era chi pensava di poter programmare – meglio, di poter appaltare- il futuro di questa regione per i prossimi 60 anni. Ma non è così, e l’elettore s’incazza e te lo dimostra.
Bubbico (che non è l’ultimo arrivato) qui al suo posto ha parlato di “cortocircuito di politica e affari”.
E io avrei voluto chiedere a Filippo (persona perbene e stimata): e LeU è il garante? Lo possiamo essere noi? O il centrodestra? O i grillini? L’esperienza di “Campo Progressista” era una cosa che andava condivisa, invece LeU se ne chiamò fuori e solo adesso tornano a parlarne. Quando si fanno i conti meramente elettorali (magari pensando di prendere il 10% e di portarsi a casa una pattuglia di 100 onorevoli) non tornano mai. E si è visto, eh. E noi, invece, la nostra coerenza (“ma come, state con Pittella?”), l’abbiamo scontata.
Lei però scrive in un comunicato: «…ma in politica la coerenza e la lealtà non sempre sono apprezzate ». A chi si riferisce?
Prima di tutto, all’elettore. E’ vero, bisogna liberarsi dalla presunzione di essere votati comunque a prescindere dalla casacca che si sceglie, ma è altrettanto vero che la gente non sempre vota le persone perbene.
Sì, ma a proposito di coerenza, Benedetto col centrodestra e Viceconte col centronsistra… come li ha visti?
Francamente, non ho seguito molto negli ultimi anni le attività di Benedetto. Non è un modo per non rispondere.
Sì, ma non può non sapere delle schermaglie con Cd, delle dimissioni da assessore, del passaggio al centrodestra…
Sì, però, sempre parlando di “coerenza”, mi pare di aver letto sui giornali che qualcuno aveva siglato un impegno scritto con Benedetto, e –se ciò è vero- mi risulta che gli impegni presi in politica poi si debbano mantenere. … Se è vero che qualcuno gliel’ha messo per iscritto, ha già sbagliato. A me è stato raccontato che qualcuno aveva preso impegni con Centro Democratico e l’assurdo è –da quel che mi raccontano che appena Benedetto è uscito da Centro Democratico, gli è stato dato un assessorato! Come diceva quel cabarettista napoletano, “Io non riesco a capire”. Evidentemente, Nicola ha forse pensato che questa cosa fosse per lui un “vulnus”; tuttavia, è anche vero che dopo che hai fatto l’assessore un problema te lo devi porre. Anche a me chiesero di candidarmi contro Santarsiero, ma io dissi di no. Tuttavia, sono scelte personali. E in ogni caso, guardi che se non ci fosse stato il grillismo, Benedetto se la sarebbe giocata.
Tornando a Bubbico, ci ha detto anche che «un politico dovrebbe essere indagato in maniera permamente ».
Concordo, ma dovrebbe anche avere un procedimento che si conclude nei tempi più celeri possibile. Io sono otto anni che sono sotto inchiesta per la questione lavori del nuovo cimitero (accusato di una presunta agevolazione nei confronti del concessionario – ndr) , e non ho ancora visto la prima udienza del processo di primo grado. Eppure, non appena ricevuto l’avviso di garanzia, chiesi di essere interrogato di corsa (ma non ho avuto questo piacere), e chiesi al segretario generale del Comune di mettere a disposizione tutti i documenti necessari. Il presunto reato è prescritto, ma io rinuncerò alla prescrizione, anche se a un mio cliente avrei consigliato diversamente (perché tocca allo Stato dimostrare la tua colpevolezza!). Sono arciconvinto, non solo della mia innocenza, ma anche che alla fine riuscirò a dimostrare quello che secondo me è un forzato equivoco nei miei confronti (a cominciare da un nome errato rispetto al cognome). E una volta dimostrato tutto ciò, chiederò ai giornali un trafiletto piccolo piccolo. Stessa cosa circa la questione Corte dei Conti e il presunto ed esoso danno erariale sul trasporto pubblico. Siamo stati assolti in primo grado e ora si è ricorso in Appello. Bene, ma una volta dimostrata –nuovamente- la mia innocenza, mi riservo di rivalermi in tutte le sedi opportune. Guardi, è uno dei temi della campagna elettorale: la responsabilità di tutti i funzionari e dirigenti della PA, quali anche i giudici sono. Chi sbaglia deve pagare.
Facciamo il gioco dei nomi.
Non mi piace molto, vabè.
De Luca.
Domanda di riserva? No, scherzo. Lo conosco da sempre, persona stimata. Quando fu eletto sindaco, essendo lui di destra, gli dissi «Adesso fai il podestà. Sì, fai il podestà perché la gente si è rotta i coglioni delle mezze calzette. Di chi promette e poi non fa». Ma lui non ha fatto il Podestà, si è preoccupato più che altro …
…di tirare a campare “andreottinamente”?
Per favore non tiriamo in ballo personaggi che –mi dicono- avevano una grande forza politica. De Luca si è preoccupato di portare a casa i cinque anni da Sindaco. E mi ha deluso.
Marcello Pittella?
Dovrebbe gestire meglio le critiche. L’errore che ha fatto è forse pensare di essere il “dominus” incontrastato. Un errore che invece Gianni non ha mai fatto. Anzi, già durante la campagna elettorale –io gli sono stato molto vicinopercepiva che la situazione non era rosea.
Perciò si è fatto “paracadutare” in Campania.
Mah, forse è il tipo di candidature che fa Renzi, che –prevedendo la malaparata- ha pensato di blindarsi nel Palazzo con la sua maggioranza.
Il politico che l’ha delusa di più?
Sarà che sono avvocato, ma non riesco a essere né pubblico ministero né tantomeno giudice.
Da avvocato, quale “atto” esecutivo intimerebbe o ingiungerebbe alla Politica?
Un atto di umiltà. La gente è andata a votare e ti ha dato un calcio in culo. Cosa significa? La gente vuole essere amministrata, ma è stanca delle furbizie, delle filiere corte, delle vecchie “abbinate” di potere che sono presenti ora in consiglio comunale.
Le parole d’ordine per la ripresa della regione?
Lavoro, lavoro, lavoro, con equità “intergenerazionale”, cioè estesa non solo ai giovani, ma anche a quelli più maturi, stritolati dalla crisi. Secondo: le infrastrutture non sono solo le strade, ma anche quelle immateriali: gli imprenditori della valle di Atella vogliono la connessione ultraveloce. Terzo: non si può sostenere a Roma una tesi e a Potenza un’altra (leggi Speranza): ci sono gli ex lavoratori dell’Ageco che rischiano il licenziamento! Che Leu esca dell’equivoco. Anzi, invito il Pd e Leu a fare un esame di coscienza: l’occupazione sistematica di tutti i posti di potere in Basilicata, vi ha portati a perdere le elezioni. Forse c’è qualcosa o qualcuno che non funziona. O che non vi porta voti. Se non vogliamo lasciare questa regione all’incognita del populismo, bisogna ricominciare a parlare di programmi.
Concludiamo. Il libro che la rappresenta.
Il “Cuore” di De Amicis. (ride)
Il film?
La sorprendo, “Toy Story”. Troppo bello.
La canzone?
In questo momento “Terra mia” di Pino Daniele. In questa campagna elettorale nessuno ha parlato di Mezzogiorno.
Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
“Massimo”…
…”Decimo Meridio”?
(Ride). Se vuole, il fotomontaggio del Gladiatore ce l’ho già.