- Antonio Nicastro
- Sabato, 10 Marzo 2018 10:11
Il “personaggio” di questa settimana, Tonino Ligrani, è un potentino doc, oggi pensionato di Telecom Italia, ma con un trascorso sportivo di assoluto prestigio. Lo incontriamo nel “suo” quartiere, Montereale, nella sede della bocciofila Montereale ma non bisogna dirgli che le bocce sono uno sport per pensionati se no si incazza.
Signor Tonino quando è iniziata la sua attività nel mondo dello sport?
Avevo sette anni, giocando con i miei compagni a rincorrersi davanti la Palestra CONI andai a nascondermi sulle gradinate della palestra, rimasi affascinato dai tanti ragazzini che frequentavano i corsi dei Centri addestramento CONI.
Vogliamo ricordare i nomi degli istruttori impegnati nell’addestramento di tanti giovani potentini?
Erano il fior fiore degli insegnanti di “ginnastica”, il termine “educazione fisica” è stato coniato più in là, ricordo i professori Frascione, Casella e Rufino e le professoresse Martinelli e Marella.
Autentici monumenti dello sport potentino….
Vero, persone con cui ho avuto molti “contatti”, ammirando il loro modo di insegnare le varie discipline sportive mi sono innamorato dello sport.
Quali sport ha praticato?
Ne ho praticati molti, pallacanestro, pallavolo, atletica leggera, fondo e velocità, avrei voluto fare il ciclismo ma non si trovò un telaio adatto alla mia statura.
Il Tonino Ligrani atleta non ha lasciato ricordi importanti, da tecnico invece….
Infatti, preferii impegnarmi come tecnico in diverse discipline, già a 17 anni allenavo squadre di basket: è proprio in questa disciplina che ebbi le maggiori soddisfazioni ed una insospettata notorietà. Era il 1971 e con la formazione categoria “ragazzi” partecipammo ai Giochi della Gioventù, ci qualificammo alle finali nazionali, al 9° posto, considerando che il lotto delle squadre partecipati era di circa 1100 squadre.
Ci fu una eco mediatica eccezionale, me lo ricordo ancora.
La Gazzetta dello sport ci dedicò una pagina intera, ci fu un servizio della RAI del Lazio che si occupò della squadra di Potenza guidata da un allenatore di 17 anni.
Cosa ricorda di quell’esperienza?
Oltre al brillante risultato sportivo ricordo con emozione la visita di Aldo Moro che, insieme ad Emilio Colombo e l’allora presidente del CONI di Potenza, l’avvocato Lello La Capra, venne a complimentarsi con noi.
Oltre al basket ha allenato anche in altri sport….
Oltre basket maschile, ho allenato squadre femminili, ho allenato anche squadre maschili e femminili di pallavolo, ho avuto esperienze di tecnico anche negli sport natatori allenando sia società di nuoto che di pallanuoto. C’è da dire che con gli stessi ragazzi che nel 1971 partecipammo alle finali nazionali dei Giochi della Gioventù di basket ci classificammo alle finali nazionali dell’anno successivo per la pallavolo, una circostanza più unica che rara.
Ovviamente per ogni disciplina era in possesso della tessera di istruttore.
Per forza. Per sopperire alla mancanza del diploma ISEF presi un brevetto di preparatore atletico.
Nel basket però ha dato il meglio di se come tecnico tanto da guadagnarsi un simpatico appellativo, ce lo vuol ricordare?
Era l’epoca della rivalità fra grandi allenatori di basket, del dualismo IGNIS – SIMMENTHAL, fra i grandi del basket italiano c’era il mitico coach Cesare Rubini e gli amici del basket potentino coniarono il nomignolo “Rubinetto” o “Rubini del Sud” riferito a me.
Com’è cambiato il modo di fare sport in città da quando ha iniziato l’attività sportiva?
I cambiamenti sono notevoli, prima fare sport era alla portata di tutti, un ragazzino che si iscriveva ad una qualsiasi società sportiva non doveva pagare quote di iscrizione, le palestre erano utilizzate a titolo gratuito e quasi tutti gli istruttori prestavano gratuitamente la propria opera, almeno io personalmente non ho mai preso soldi. Oggi invece le cose sono cambiate, l’utilizzo delle palestre incide in modo rilevante sui bilanci delle società, gli istruttori sono pagati, ci sono sempre meno sponsorizzazioni ed è normale che le società facciano pagare le quote di iscrizione e frequenza, solo che così lo sport diventa un affare di classe, chi non si può permettere di pagare è destinato a non fare attività sportiva.
Quasi tutta l’attività da sportivo l’ha vissuta a Montereale dove il Palazzetto CONI calamitava le attività degli sport al coperto.
Ho visto nascere il palazzetto, le maestranze della ditta di Catanzaro che l’ha costruito stavano in fitto in una casa di proprietà dei miei genitori, successivamente è sorta la piscina e qualche anno fa i vecchi campi di bocce che stavano dentro il dancing sono diventati l’attuale bocciodromo, è stato naturale che dovessi dedicarmi anima e corpo alle varie attività sportive.
Quali sono le problematiche del quartiere in cui ancora oggi vive e dove ha svolto la maggior parte della sua vita da sportivo?
Negli anni passati Montereale non era solo il luogo dove si svolgeva una intensa attività sportiva, il parco era luogo di aggregazione e socializzazione per tanti potentini, c’era il dancing che attirava tanta gente, le famiglie soprattutto lo vivevano molto intensamente. A Montereale si usava lasciare la macchina per salire in Centro per le compere e per lo struscio. Non sbaglio se dico che Montereale È STATO un punto nevralgico della città, il cuore pulsante di Potenza.
Mentre oggi Montereale cosa è diventato?
Oggi Montereale è diventato un rione “sterile”, senz’anima. Ricordo che durante l’amministrazione del sindaco Fierro il Comune si impegnava, in 100 giorni, a rivitalizzare Montereale, di giorni ne sono passati molti di più, ma nulla è cambiato, anzi le cose sono peggiorate. I soli lavori di ristrutturazione del parco non sono stati all’altezza della situazione, esempio lampante la realizzazione di una pavimentazione a dir poco incomprensibile e che rappresenta un pericolo, non si può portare un passeggino nè i disabili in carrozzina. A peggiorare la situazione i lavori di ristrutturazione del ponte che di fatto hanno isolato ulteriormente gli abitanti di Montereale creandoci notevoli disagi, ci costringono a fare il “giro del perdono” e molte volte ci cambiano la segnaletica dalla sera alla mattina.
Com’è la situazione per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti?
Sta andando abbastanza bene, si doveva evitare di utilizzare tutti questi contenitori e si doveva fare più informazione fra i residenti anche se in molti non si attengono alle disposizioni.
Per quanto concerne il trasporto pubblico quali sono i problemi?
Non esiste più.
Per via dei lavori di rifacimento del ponte?
Non c’è mai stato, quando il bus serviva il rione veniva utilizzato da pochissime persone, per lo più anziane, i residenti si sono sempre organizzati diversamente.
Qual è oggi un valore aggiunto per il parco?
Il bocciodromo, esso rappresenta un ottimo punto di aggregazione non solo per adulti, da qualche tempo sono tanti i giovani che si sono avvicinati al gioco delle bocce e da quando il nostro impianto è stato coperto i praticanti sono cresciuti.