- Redazione
- Lunedì, 30 Ottobre 2023 16:45
Con una lettera aperta rivolta alle aziende lucane pubbliche e private con oltre 50 dipendenti, la Consigliera regionale di Parità della Basilicata, Ivana Pipponzi, ha fornito chiarimenti sull’informativa annuale da compilare a seguito della Certificazione della parità di genere, anche sulla base delle linee guida fornite dalla Consigliera nazionale di Parità. “Trascorso ormai un anno dal rilascio delle prime Certificazioni cominciano a giungere dalle imprese certificate richieste sulle modalità e sul contenuto dell’informativa. È bene sottolineare che le Consigliere di Parità, delegate a controllare e verificare il rispetto dei parametri minimi per il conseguimento della Certificazione della parità di genere, sono tenute anche ad analizzare l’informativa ricevuta e a segnalare all'organismo che ha rilasciato la Certificazione eventuali anomalie o criticità rilevate sulla base dei dati contenuti nei Rapporti biennali di cui all’art. 46 d.lgs. 198/2006. Come è noto, la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 definisce le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere prevedendo l’adozione di un insieme di indicatori (KPI) che misurano le azioni intraprese dalle aziende per sostenere le condizioni di uguaglianza tra uomo e donna. Tali indicatori – specifica la Consigliera - sono stati raggruppati in sei aree: Cultura e strategia, Governance, Processi HR, Opportunità di crescita in azienda neutrali per genere, Equità remunerativa per genere, Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Per ogni area (contraddistinta da uno specifico peso in percentuale) sono stati identificati diversi KPI, ognuno dei quali è associato ad un punteggio. Attualmente l’accesso alla certificazione da parte dell’impresa è subordinato al raggiungimento di un punteggio minimo di sintesi complessivo pari al 60%.
L’orientamento condiviso tra il Dipartimento Pari Opportunità e la Consigliera Nazionale di Parità è, dunque, quello di suggerire alle imprese di monitorare, attraverso l’organismo di certificazione o anche tramite un audit interno, l'attuazione delle politiche e delle azioni messe in campo a sostegno della parità, evidenziando nell’informativa annuale che cosa hanno fatto per la parità di genere e indicando attraverso una verifica dei KPI il punteggio che raggiungerebbero ad un anno di distanza dalla certificazione,.
In questo ambito, le Consigliere di parità – aggiunge Ivana Pipponzi - eserciteranno il controllo verificando la validità e l'efficacia dei processi implementati, controllando la conformità del punteggio finale dichiarato dall'azienda nell’informativa annuale rispetto a quello richiesto per l’ottenimento della Certificazione di genere.
Il raggiungimento, in sede di monitoraggio, di un punteggio inferiore a quello in base al quale l’impresa ha ottenuto la Certificazione di genere, anche quando non risulti inferiore a quello minimo complessivo pari al 60%, potrebbe rivelare criticità che saranno segnalate dalla Consigliera di Parità all’organismo certificatore.
A tal fine le imprese sono invitate ad inserire nell’informativa i riferimenti dell’organismo che ha provveduto a certificarle e il numero del certificato stesso.
Una copia dell’eventuale segnalazione sarà inviata anche al Dipartimento Pari Opportunità che gestisce una piattaforma dedicata alla Certificazione di genere.
Si sottolinea che un’impresa che abbia ottenuto la Certificazione di genere non si mette al riparo dall’eventualità che la stessa possa porre in essere atti in violazione dei divieti di discriminazione di cui al Codice delle pari opportunità. Pertanto, eventuali comportamenti discriminatori di un’impresa certificata di cui la Consigliera di parità verrà a conoscenza nell’esercizio delle sue funzioni, così come eventuali anomalie o criticità rilevate sulla base dei Rapporti Biennali rispetto all’informativa annuale, saranno segnalate all’organismo che ha certificato l’impresa, al Dipartimento Pari Opportunità ed alla Consigliera Nazionale di Parità. al fine di attivare la procedura prevista dall’art. 3 del DM 29 aprile 2022 che, nei casi più gravi, può portare anche alla revoca della certificazione”. Per ulteriori chiarimenti è possibile inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.”