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Cari Contro-Lettori,

siamo al dunque, e il voto è “l’ultima verità”, parafrasando il protagonista del film “Man on Fire” (Denzel Washington) che attribuiva quella prerogativa alla pallottola. Nessuno ha dubbi, infatti, sul potere di vita e di morte (politica) della volontà popolare, anche se il popolo, ultimamente, è parso molto poco propenso a esercitare questo suo diritto: disilluso, disamorato e disincantato da una politica parsa troppo autoreferenziale, egocentrica, autarchica. Insomma, “fate un po’ quel che vi pare” è il dato che è emerso con forza dai numeri del preoccupante astensionismo che si è registrato nelle ultime tornate, di vario genere, che si sono succedute. La speranza, ovviamente, è che ci sia un’inversione di tendenza, ma viene da dire che –anche questa volta- sembra si sia fatto tutto il possibile per ottenere l’opposto. A parte la “transumanza” tra le varie…come chiamarle… “correnti”? Che c’è stata, e che a un certo punto ha più che mai reso complicato fare mente locale su chi si fosse candidato e soprattutto con chi e con che cosa; nei comizi, nelle interviste, nelle tavole rotonde, nei post sui social e persino sui “santini”, si sono sempre lette, sentite, viste e ascoltate le stesse cose, come se tutti i competitor avessero ricevuto, per posta, il “manuale del bravo candidato lucano” in edizione unica: e quindi vai col valore di essere Lucani, con l’importanza di essere perbene e disinteressati, con la necessità di coinvolgere i giovani, con l’urgenza di salvaguardare acqua aria e terra. Ma questo è normale, quando la competizione elettorale diventa una mano di Shangai. E poi, vogliamo parlare di quello spettacolo penoso dei candidati nostrani, di tutte le taglie, che fanno “testina” al telegiornale, dietro le spalle dei “big” nazionali, piovuti a frotte qui in regione? Roba che nemmanco i più scafati “disturbatori” tv. Al punto che, se uno, per caso, decide di mettersi in disparte in occasione del solito, grosso convegno organizzato per la venuta di qualche ministro, viene anche tacciato di non contare più una fava. Insomma, il quadro generale è questo, ma ciò non toglie che proposte e persone serie in giro ci siano, e quindi sotto! Facciamoci sentire. Non sarà un “voto di castità”, magari (sarebbe chiedere troppo agli eletti), ma il voto è sempre e comunque “l’ultima verità”.  

Walter De Stradis